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lunedì 6 settembre 2021

(Foto di Stefano Lembo)

Un Presidio Slow Food che ne racchiude nove, tutti insieme. È quello dei fagioli di carrazzo dei Nebrodi, in provincia di Messina. Scriviamo nove, perché altrettante sono le varietà di fagiolo rampicante (carrazzo, nel dialetto dei Nebrodi, significa proprio rampicante) che in quest’area della Sicilia sono accomunate dalle caratteristica di crescere avvinghiati a tutori fatti con le canne, con i polloni di nocciolo oppure con reti, pur mantenendo forma e colori diversi gli uni dagli altri, oltre che naturalmente un’identità ben precisa esplicitata anche dal nome.

I Nebrodi, terra di fagioli

C’è il fagiolo lumachedda, di colore marroncino chiaro con venature marrone scuro; il setticanni, dal seme nero; l’ucchittu santanciulisi e l’ucchiuttu di Santa Lucia, al contrario, sono bianchi; c’è il buttuna di gaddu, rosato e nero e il pinuttaru, rosa con venature viola. E poi tre ecotipi chiamati crucchittu, coltivati nell’alta valle del torrente Naso: vanno dal colore rosso vinoso al viola scuro screziato di rosa. Tutti e nove si caratterizzano per la quasi totale assenza di buccia, caratteristica che li rende altamente digeribili, e per rappresentare la tradizione agricola dei Nebrodi.
Secondo i racconti degli anziani, infatti, nei Nebrodi i fagioli vengono coltivati almeno dalla metà dell’Ottocento, in particolare in prossimità delle sorgenti, tra i 600 metri di altitudine fino ai 1200 metri. Un territorio caratterizzato da forti pendenze e, proprio per questa ragione, ben poco adatto a produzioni intensive. Più semplice, si fa per dire, seminare i fagioli negli appezzamenti di terra pianeggiante ricavati dai terrazzamenti: piccole superfici, che garantivano ai contadini una produzione appena sufficiente per il consumo familiare, magari nella ricetta più tipica e semplice di tutte, lessi e conditi con un filo di olio extravergine (a piatto, come si dice in dialetto). Poi, a partire dagli anni ’60, la presenza degli orti sui Nebrodi ha subito un lento declino.
A spiegarci il progetto di recupero è Salvatore Granata, referente Slow Food del Presidio: "Tutto è nato dalla collaborazione tra il Parco dei Nebrodi e il Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università di Palermo, che insieme hanno dato vita alla Banca vivente del germoplasma vegetale a Ucria, un luogo destinato alla conservazione della biodiversità e della salvaguardia del patrimonio naturalistico e ambientale di varie specie vegetali, sia forestali che agricole, e l’annesso “Giardino dei Semplici”, un orto per la riproduzione dei semi".
Negli anni, la Banca del germoplasma ha studiato la tradizionale coltivazione di fagioli nel territorio dei Nebrodi, raccogliendo e catalogando i semi di diverse varietà: alla fine, il loro numero sfiorava quota 60. "Come comunità abbiamo pensato che conservare i semi non fosse sufficiente - prosegue Granata - ma che bisognasse diffonderli, inducendo i coltivatori locali a valorizzare queste specie tornando a coltivarle". Gli obiettivi? "Fungere da barriera contro l’omologazione dei fagioli coltivati intensivamente, scongiurare la perdita di varietà e, naturalmente, anche produrre reddito".

Scelta di vita

Dei circa sessanta fagioli censiti, quelli riconosciuti Presidio Slow Food sono nove. La scelta, spiega il referente di Slow Food, è caduta "su quelli antichi, quelli cioè la cui presenza è attestata più indietro nel tempo, e su quelli dalle caratteristiche organolettiche migliori, maggiormente apprezzati dal mercato".
I produttori che aderiscono al Presidio Slow Food dei fagioli di carrazzo sono otto. Il loro referente, Stefano Lembo, ha meno di 40 anni e una passione nata in un giorno di settembre del 2008: "Era il primo anno che alla Banca del germoplasma venivano piantati i fagioli e le varietà erano già 43 - ricorda -. Quel giorno mio padre, che lavorava lì, mi chiese di accompagnarlo e di aiutarlo a spostare le cassette. Arrivato lì mi trovai di fronte agli occhi un’esplosione di forme e di colori che mi lasciò senza parole: decine di varietà di fagioli tutte diverse… e io che fino ad allora pensavo soltanto ai borlotti e ai cannellini! Fu in quel momento che, inconsciamente, decisi che avrei voluto fare questo lavoro". I tempi, allora, però non erano ancora maturi: "Nel 2014, insieme alla ragazza che oggi è diventata mia moglie, ho piantato 40 varietà di fagioli nell’orto di casa. Per me era un periodo difficile perché non trovavo lavoro, e dopo qualche tempo ci siamo chiesti perché non provare a cominciare a commercializzare la nostra produzione. È cominciata così e poi, come spesso accade, da cosa nasce cosa, fino al riconoscimento come Presidio Slow Food: sono convinto che, per tanti ragazzi come me, questa produzione possa rappresentare una strada, uno sbocco anche professionale".
Il Presidio Slow Food dei fagioli di carrazzo dei Nebrodi è sostenuto dal Parco naturale regionale dei Nebrodi, dal Comune di Ucria e dalla Banca vivente del germoplasma vegetale dei Nebrodi.
L’area di produzione del Presidio Slow Food dei fagioli di carrazzo dei Nebrodi coincide con i Monti Nebrodi, tra la Vallata del Valdemone e la Vallata del Fitalia, fino all’altopiano di Ucria e il comune di Floresta.

sabato 31 luglio 2021

Origine italiana, croccante, naturalmente dolce, senza zuccheri aggiunti e senza conservanti. E con la cottura al vapore che ne preserva gusto e leggerezza, assicurando grande praticità e benessere. Sono i punti di forza del Mais Italiano Valfrutta, prodotto di punta della marca de "La natura di prima mano" che viene coltivato nei campi degli agricoltori soci di Valfrutta che si trovano in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, dove le condizioni climatiche e ambientali sono ottimali per questo prodotto.

Il Mais Italiano Valfrutta grazie alla cottura a vapore mantiene intatto quel tesoro di sostanze nutrienti rispettando il naturale sapore dei vegetali e restituendo un gusto pieno e una consistenza corposa.
La pratica confezione monodose permette di ampliare la scelta delle proposte da gustare. L’assenza del liquido di governo rende il Mais Italiano pronto, non serve scolarlo, basta aprirlo e versarlo per gustarlo.
Il Mais Valfrutta affianca gli altri monodose già presenti a scaffale con una confezione da 3 lattine da 160 gr. cadauna in un cluster di colore giallo altamente visibile che richiama la categoria, dando al prodotto un impatto a scaffale unico.
Il prodotto è presente nei punti vendita anche in altri formati: scatola 400gr, il cluster 2x400gr e il cluster 3x400gr.

domenica 18 luglio 2021

Composto da verdure disidratate pregiate e nutrienti, lavorate con la massima cura e dedizione, il Dado Vegetale Bauer è tutto ciò che serve per preparare ricette naturalmente buone.

Arricchito con l’olio extra-vergine di oliva, simbolo per eccellenza della dieta mediterranea, il Dado Vegetale Bauer è senza aromi e additivi chimici, senza grassi idrogenati e senza glutammato monosodico aggiunto.
Carote, pomodori, cipolle, sedano e prezzemolo si uniscono a preziosi estratti vegetali per offrire un sapore naturale ed equilibrato. La lavorazione delicata e la miscelazione armoniosa di ogni ingrediente esaltano la genuinità delle verdure selezionate.
Il Dado Vegetale Bauer rappresenta un prodotto dal gusto inconfondibile, in grado di portare in tavola tutto il sapore della natura.
Comodo e pratico, ogni cubetto di Dado Vegetale Bauer consente di ottenere un brodo leggero, povero di grassi e buono come quello fatto in casa.
Ideale nella preparazione di un brodo vegetale da gustare in purezza, oppure come base per minestre, risotti, zuppe e vellutate, il Dado Vegetale Bauer è l’alleato perfetto anche per primi piatti, secondi, contorni e ricette originali come le torte salate a base di verdure di stagione.
Senza glutine e senza lattosio, il dado è utilizzabile anche da chi soffre di queste intolleranze.
Il Dado Vegetale Bauer ha ottenuto, inoltre, la certificazione QUALITÀ VEGAN®: garanzia ulteriore per il consumatore vegetariano o vegano che desideri utilizzare il prodotto nella realizzazione di piatti esclusivamente vegetali.
Infine, il prodotto ha ottenuto la certificazione PEF (Product Enviromental Foodprint), che certifica il ridotto impatto ambientale del Dado nel corso del proprio intero ciclo di vita.
Ingredienti: Estratto per brodo di proteine vegetali di soia e di mais, sale iodato, olio di girasole in polvere, olio di palma, verdure disidratate in proporzione variabile (patata, carota, cipolla, prezzemolo, porro, sedano, aglio, pomodoro), olio extra vergine d’oliva, estratto di lievito.
Formato e prezzo indicativo Dado Vegetale Bauer: confezione da 60 gr. - 6 dadi - 1,81 euro.

domenica 4 luglio 2021

Estate fa rima con grigliate. Fantastiche occasioni in cui gusto e allegria si fondono insieme, le grigliate con amici e parenti rappresentano un vero e proprio must dei mesi più caldi. Cotti al barbecue, alla brace o alla piastra, la carne e il pesce acquistano tutto un altro sapore, soprattutto se preparati a dovere con il condimento giusto: con il Burro con Erbe Meggle.

Cosa rende unico il Burro con Erbe firmato Meggle?

La ricetta esclusiva. Era il 1968 quando Josef Anton Meggle II in persona scoprì, per caso, in una gastronomia di Zurigo, un prodotto così gustoso da lasciarlo senza parole. Profondamente ispirato, a partire da quella stessa notte, il signor Meggle si mise al lavoro per creare la sua ricetta perfetta. E' così che nacque l'originale Burro con Erbe Meggle, la cui formulazione è ancora segreta.
Privo di conservanti e di aromi artificiali, il Burro con Erbe Meggle deriva da una sapiente combinazione di burro e mix di erbe. Il burro tradizionale viene, infatti, amalgamato a freddo esclusivamente con piante aromatiche, spezie ed erbe fresche per dar vita ad un prodotto buono e gustoso.
Ottimo da gustare anche al naturale, il Burro con Erbe Meggle è una specialità gastronomica autentica e raffinata che si sposa alla perfezione con il pesce e la carne alla griglia.

Come mai?

Perché il Burro alle Erbe Meggle non solo permette di insaporire con gradevoli aromi naturali la carne e il pesce, ma dà anche vita a quella deliziosa e croccante crosta che rende felice il palato di grandi e piccoli. Lascialo sciogliere sul tuo filetto e sulle tue bistecche: sentirai che bontà!
E per gli amanti delle verdure alla griglia, il Burro alle Erbe Meggle rappresenta tutto ciò che serve per insaporire melanzane, peperoni, zucchine e tanto altro, perché con questo mitico burro tutte le verdure diventano irresistibilmente gustose. Aggiungine una noce direttamente in fase di cottura e dai inizio alla festa!
Il Burro con Erbe Meggle si trova nel formato da 100 g suddiviso in 5 comode porzioni da 20 g.

venerdì 2 luglio 2021

Tutto il meglio della frutta prodotta solo da agricoltura biologica. E’ la Biodelizia, la linea BIO di casa VIS, l’azienda di confetture che nasce nel cuore della Valtellina Food Valley e che si rifà il look per essere ancora più green.

Fin dai primi anni ’80 VIS vanta il primato di aver lanciato in Italia le prime confetture con alta percentuale di frutta (dal 65% al 75%) rispetto al contenuto di zucchero: una scommessa che ha dato vita a un trend di consumo che orienta ancora oggi le scelte di acquisto della maggior parte dei consumatori.
Da oggi le 6 referenze di Biodelizia (albicocca, arancia amara, fragole, lamponi, frutti di bosco, mirtilli selvatici) diventano ancora più green grazie a una nuova grafica, che sottolinea la sua componente 100% naturale, ottenuta dalla coltivazione di materie prime provenienti solo da agricoltura bio certificata. La fascia centrale verde sull’etichetta, la dicitura “100% frutta” e l’immagine in primo piano della materia prima rimandano all’attenzione di Vis per la ricerca di frutta con le migliori caratteristiche di integrità, corposità e genuinità. L’utilizzo di prodotti naturali, la concimazione organica e il rispetto dei ritmi stagionali sono requisiti indispensabili per le sei referenze di Biodelizia.
Anche l’etichetta non poteva essere da meno: realizzata con carta certificata FSC (Forest Stewardship Council), che garantisce la sostenibilità del legno proveniente solo da foreste gestite secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici, Biodelizia si pone sul mercato come uno dei prodotti di eccellenza nel segmento BIO.
Frutta, insomma, come sinonimo di gusto, di benessere, innovazione, ma anche sostenibilità. E, non da ultimo, di giusta proporzione tra qualità e prezzo di vendita. Le 6 confetture Biodelizia sono disponibili nei migliori punti vendita della grande distribuzione e sul sito visjam.com a un prezzo consigliato a partire da 3,41 euro.

giovedì 17 giugno 2021

In questo articolo ti spiegherò come conservare le lenticchie, tranquillo, nulla di particolarmente difficile. Le lenticchie sono un fagiolo è un legume versatile che può essere conservato a tempo indeterminato. Sono stati persino trovati in tombe egizie risalenti a più di 5.000 anni fa. Con il passare del tempo, il sapore di una lenticchia può deteriorarsi lentamente. Quindi, è opportuno consumare questo tipo di legume entro e non oltre un anno.

Come selezionare le lenticchie

Le lenticchie sono disponibili solo essiccate. Quando vengono raccolte, le lenticchie assomigliano ai piselli. Le lenticchie (cosa sono le lenticchie) sono in realtà semi che crescono in due per un baccello e vengono essiccati dopo la raccolta. Non vengono utilizzate fresche. Seleziona lenticchie asciutte, sode, pulite e non sgualcite. Le lenticchie in scatola sono disponibili nei maggiori negozi o supermercati al reparto legumi, e sono altrettanto facili da cucinare. I semi richiedono un tempo di cottura dai 10 ai 40 minuti, a seconda della varietà. Tempi di cottura più brevi sono necessari per le varietà senza la buccia, come la lenticchia rossa.

Tipi di lenticchie

La maggior parte delle varietà di lenticchie hanno un sapore caratteristico e terroso. Le lenticchie sono utilizzate in tutto il mondo per cucinare molti piatti diversi. I piatti a base di lenticchie (in questa pagina ci sono i 10 migliori piatti di lenticchie secondo salepepe.it) sono più diffusi in tutta l’Asia meridionale, nelle regioni del Mediterraneo e nell’Asia occidentale.
Se la tua ricetta richiede una lenticchia che manterrà la sua forma una volta cotta, le comuni lenticchie marroni sono la scelta migliore. Le lenticchie marroni hanno ancora il loro mantello e non sono state divise.
La maggior parte delle lenticchie rosse, gialle e arancioni tendono a disintegrarsi con una lunga cottura, perché gli scafi sono stati rimossi. Dal sapore leggermente dolce, sono meglio riservate a zuppe frullate o addensanti per stufati (qui una ricetta di zuppa di lenticchie).
Altre scelte includono lenticchie francesi che sono verde oliva e color ardesia. Le lenticchie francesi saranno le più sode una volta cotte. Le lenticchie verdi persiane diventeranno marroni durante la cottura e diventeranno teneri pur mantenendo la loro forma. Le lenticchie più saporite (e più costose) sono le lenticchie francesi di Puy, che mantengono anche la loro forma.
Potresti trovare farina di lenticchie in alcuni mercati specializzati. La farina di lenticchie viene utilizzata in India per fare un impasto fermentato per la panificazione.

Come conservare le lenticchie

Ti consigliamo di conservare le lenticchie in una confezione sigillata o in un contenitore ermetico in un luogo fresco, asciutto e buio. Le lenticchie essiccate sono un alimento base in tutto il mondo questo perché hanno una durata di conservazione indefinita, dell’alto valore nutritivo, e perché sono relativamente impermeabili alle condizioni di crescita simili alla siccità. La maggior parte della fornitura mondiale di lenticchie viene raccolta da Canada, India e Australia.
Nel tempo, il colore di questo legume conservato, potrebbe sbiadire un po’, ma il sapore non si deteriorerà in modo evidente. Gli esperti alimentari suggeriscono che per il miglior sapore e valore nutrizionale, è quello di consumarle entro un anno. Scartare le lenticchie che sono esposte all’umidità o all’attività degli insetti.
Proprio come il riso, le lenticchie assorbono acqua e raddoppiano le dimensioni quando sono cotte.
Le lenticchie cotte possono essere conservate in frigorifero fino a una settimana in un contenitore sigillato. Le lenticchie cotte possono anche essere congelate fino a sei mesi.

sabato 14 novembre 2020

Da quest’anno il pregiato panettone all’Amarone della Valpolicella DOCG targato Rocca Sveva si potrà acquistare anche sullo shop online aziendale. Frutto di una storica collaborazione con il Mastro pasticcere siciliano Nicola Fiasconaro della rinomata pasticceria «Fiasconaro» di Castelbuono, in provincia di Palermo, il dolce lievitato di Cantina di Soave, è un prodotto senza scorza d’agrumi e canditi che ha come ingrediente madre il celebre vino rosso passito prodotto in Valpolicella. "Ho voluto regalare alla mia antica ricetta del panettone», esordisce Fiasconaro, «un tocco di distinta unicità. Grazie alla presenza di un prodotto simbolo dell’enologia nazionale, ovvero l’Amarone, un ingrediente d’eccellenza per un risultato sorprendente".

Si tratta di una golosa ricetta, unica ed originale, nata da un elaborato metodo di preparazione, capace di valorizzare due eccellenze italiane. Una preparazione destinata agli amanti della qualità, da poter gustare in famiglia o da regalare per essere certi di fare bella figura.
Da diversi anni il lievitato gourmet firmato Rocca Sveva si può acquistare durante il periodo natalizio nella wine boutique di via Covergnino 7 a Soave, dove ha anche sede la cantina. Visto il successo riscontrato in passato e di fronte alle numerose richieste ricevute dalla clientela, Cantina di Soave, ha ritenuto opportuno aprire la vendita di questa specialità anche al canale online. "Chi percorreva numerosi chilometri per acquistare questa specialità", spiega il direttore generale di Cantina di Soave Wolfgang Raifer, "ora potrà farlo comodamente da casa con un semplice click". Le vendite attraverso lo shop online in questo 2020 funestato dal Coronavirus sono state una nota positiva. "Sebbene in termine di fatturato la percentuale sia ancora modesta», sottolinea Raifer, «è doveroso sfruttare quest’opportunità e dare la possibilità a chi ci conosce di potersi godersi il Natale con il panettone all’Amarone della Valpolicella Docg di Rocca Sveva, magari abbinato ad uno dei nostri vini, in tutta sicurezza".

giovedì 22 ottobre 2020

É possibile sostituire il pane senza rinunciare al gusto? Sarchio, dal 1982 punto di riferimento di un’alimentazione sana e naturale, presenta tre proposte con tutto il sapore autentico dei migliori cereali bio e senza glutine.

Ricchi di fibre e naturalmente privi di lattosio, i nuovi Crackers, Crackers Integrali e Grissini al sesamo Sarchio sono pensati specificamente per persone intolleranti al glutine, il loro delicato sapore e la friabile leggerezza li rendono perfetti anche come appetitosi spezzafame in ogni momento della giornata.
Da una ricetta semplice a base di farina di riso, farina di ceci e olio di semi di girasole altoleico nascono i Crackers a basso contenuto di zuccheri e ricchi di fibre. Sfiziosi e croccanti, i nuovi crackers Sarchio accompagnano i pasti sostituendo il pane, ma possono anche diventare deliziosi spuntini.
I Crackers integrali racchiudono il gusto autentico di 5 cereali integrali gluten free: riso, teff, miglio bruno, sorgo e grano saraceno. Ricchissimi di fibre (14g/100g), oltre che adatti al consumo giornaliero, possono essere utilizzati come base per creare fantasiosi finger foods.
A completare la nuova linea di prodotti da forno gluten free: i Grissini al sesamo, semplici e versatili, nascono dall’unione di farina di riso, farina di ceci e olio di semi di girasole altoleico. Croccanti e caratterizzati dal piacevole sapore del sesamo, i nuovi grissini sono ottimi anche come base per aperitivi.
La gamma si presenta nella nuova confezione da 180g riciclabile interamente nella carta e contrassegnata dal claim "I Love my Planet" a conferma dell’impegno dell’azienda verso il Pianeta.
Crackers e Grissini al sesamo sono disponibili al prezzo indicativo di 3,16 euro a confezione, mentre i Crackers Integrali a 3,37 euro.
Dal 1982 Sarchio produce e commercializza prodotti biologici, senza glutine e vegani, frutto di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, che non usa sostanze di sintesi. Il forte legame con la terra è richiamato nel nome dell’azienda che rimanda a un attrezzo agricolo della tradizione contadina.
La qualità e la sicurezza delle referenze Sarchio sono garantite da specifiche certificazioni e molteplici analisi. Attualmente l’offerta dell’azienda comprende oltre 160 prodotti biologici all’interno dei quali vi sono anche la gamma senza glutine (circa 90 referenze) e vegan: una linea completa ideale per chiunque voglia fare di un’alimentazione più sana e leggera un vero e proprio stile di vita.

sabato 17 ottobre 2020

I laboratori di Pistì presentano il loro fiore all’occhiello: la Crema di Pistacchio dal profumo avvolgente e dal sapore unico e inconfondibile, pronta per essere spalmata o assaporata direttamente al cucchiaio. È con questa prelibatezza che Pistì, figlia del territorio siciliano, si conferma ancora una volta come eccellenza nella produzione di prodotti caratterizzati dall’uso esclusivo di ingredienti di prima qualità.

La crema di pistacchio, contenuta in un vasetto dal look elegante e moderno, si presenta come un must che vuole essere protagonista dei momenti più dolci e golosi della giornata. Un vasetto dallo stile pulito ed elegante che mette in risalto l’inconfondibile colore verde smeraldo della crema; 200g di puro oro verde che racchiude tutta la tradizione di Bronte e la storia di un territorio che vanta la produzione di un pistacchio unico al mondo.
Per la crema viene utilizzato il 45% del miglior pistacchio. Un frutto che ha lontane origini persiane e che ora nasce a Bronte, alle pendici del maestoso Etna, affondando le proprie radici nella lava. Unico e dall’aroma inconfondibile, il pistacchio viene coltivato e lavorato nella meravigliosa e fertile terra siciliana, all’interno di quello che è il più grande laboratorio artigianale scavato nella lava.
Ancora una volta Pistì e Bronte si confermano come un connubio imprescindibile. Lo stretto legame con il proprio territorio fa di Pistì un brand che dedica costante attenzione all’uso di materie prime di pregio e alla loro lavorazione, e che mette al primo posto il rispetto per l’ambiente prediligendo l’artigianalità, una ricerca costante e tanta creatività.
Per quel che riguarda Pistì, nasce a Bronte, ai piedi dell’Etna, una quindicina di anni fa. Nino Marino era un manager creativo proveniente dal settore alimentare, Vincenzo Longhitano invece era un abile dirigente cresciuto in una storica famiglia di produttori di Pistacchio. Nel 2000 i due giovani uniscono le loro forze per dare vita a una piccola produzione di alta pasticceria. Nello stesso anno, subito dopo il debutto al "Cibus" di Parma, le numerose richieste da parte della grande distribuzione rendono necessario l’acquisto di un’intera pasticceria nel centro di Bronte. Oggi Pistì è un punto di riferimento per il territorio di Bronte e, proprio grazie alla scelta di privilegiare uno standard qualitativo eccellente, impiega stabilmente 120 dipendenti fissi, che diventano 180 nei periodi di alta stagione.

venerdì 18 settembre 2020

"C'è un disallineamento tra il nostro l'atteggiamento nei confronti del cibo - che amiamo tanto - e la nostra conoscenza di ciò che ci mantiene sani. Mentre molti di noi scelgono snack dolci per mantenere alti i livelli energetici, solo pochi si orientano su spuntini salutari, che possono davvero aiutarci a rimanere carichi per tutto il giorno" afferma la dietologa ANDID Marta Molin. "La formula di ‘ricarica’ che suggeriamo include uno spuntino smart - come le mandorle – da consumare durante una pausa a metà mattina o metà pomeriggio. Può essere inoltre utile portare con sé una manciata di mandorle (30g mandorle circa) da consumare quando si percepisce un calo di energia. Le loro proteine e grassi buoni, oltre alle fibre, possono rivelarsi di aiuto per rimanere in pista durante tutto il corso della giornata".

Un concentrato di nutrienti, naturalmente ricche di gusto, vitamine e minerali, le mandorle sono un'importante fonte di magnesio, che contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell'affaticamento. Le mandorle sono anche ricche di riboflavina (B2) e una fonte di niacina (B3), tiamina (B1) e acido folico (B9), tutti elementi che contribuiscono al metabolismo energetico. Croccanti e gustose, con 175 calorie per manciata (30g), le mandorle sono un ottimo spuntino a metà mattinata o a metà, una ricarica di energia ed entusiasmo per vivere al meglio le proprie giornate.

lunedì 13 luglio 2020

La multinazionale belga lancia sul mercato italiano la Focaccia Originale Bio e la Pizza margherita Bio a marchio Lanterna, due innovative referenze che permettono a qualsiasi reparto panetteria di servire prodotti biologici cotti sul punto vendita senza rischio di contaminazione e senza bisogno di certificazioni
Due nuove referenze bio a marchio Lanterna che, grazie all’innovativo packaging, possono essere servite in ogni reparto panetteria senza il rischio contaminazione durante la cottura.

Fulcro di questa "rivoluzione bio" è l’innovativo packaging sviluppato da Vandemoortele: la Focaccia Originale Bio (presentata nel formato da 125 grammi) e la Pizza Margherita Bio (190 grammi) vengono fornite all’interno di una confezione unica che permette l’introduzione dei prodotti biologici nel reparto panetteria senza bisogno di certificazioni da parte del punto vendita. Lo speciale sacchetto in cui sono contenuti i prodotti può essere messo in forno e poi esposto direttamente a scaffale. Ogni confezione è già dotata di peso garantito e codice ean per la vendita. L’operatore deve solo aprire il cartone, cuocere il prodotto ed esporlo sullo scaffale senza mai estrarlo dal sacchetto.
Fragranti, profumate e gustose, la Focaccia Originale Bio e la Pizza Margherita Bio Lanterna, sono entrambe prodotte nello stabilimento di Genova, struttura che può vantare la certificazione biologica lungo tutto il processo produttivo e garantire, così, la totale tracciabilità del prodotto, dalle materie prime, selezionatissime e di alta qualità, fino al cliente. Un investimento importante per Vandemoortele che assume un’ulteriore valenza di natura sociale ora che la salubrità dei prodotti è sempre di più in cima alle agende dei consumatori. In questa direzione va anche la scelta di utilizzare per le due referenze esclusivamente olio extravergine di oliva biologico di alta qualità.
Garantite in termini di qualità e gusto dal marchio Lanterna, brand di riferimento del gruppo Vandemoortele anche per tutte le focacce e le pizze sinonimo di semplicità, sapienza e passione secolare nel made in italy, la Focaccia Originale Bio e la Pizza Margherita Bio sono pronte a portare il biologico in tutti i reparti panetteria dei supermercati d’Italia.

martedì 16 giugno 2020

Lo chiamano il fagiolo della regina, perché leggenda vuole che la regina di Napoli, Maria Carolina d’Asburgo, ne andasse letteralmente pazza. Siamo in Cilento, nel salernitano, e più precisamente a Gorga, frazione del Comune di Stio. È qui che Slow Food ha appena lanciato un nuovo Presidio, il fagiolo della regina di Gorga appunto.

La leggenda che ci fa viaggiare indietro nel tempo fino all’epoca borbonica è affascinante, ma ciò che conta è il presente: la voglia di un gruppo di produttori, di tre ragazzi e un insegnante in pensione, di non far scomparire una coltura che non è un vezzo, ma una vera risorsa.
Il senso di far nascere un Presidio Slow Food sta proprio in questo: da un lato salvaguardare i frutti della terra, dall’altro riconoscere l’impegno della popolazione locale e sostenerlo per favorire un cambiamento ambientale, sociale ed economico.

Un legume per far rinascere la microeconomia locale

A Gorga, oggi, ci abitano meno di cento persone. È in questa piccola frazione, e nel vicino territorio dei Comuni di Stio, Magliano Vetere, Campora, Orria e Gioi, che è rinato questo particolare ecotipo: «Quando abbiamo cominciato sette anni fa il fagiolo veniva coltivato soltanto da qualche anziana signora di Stio, ma a livello commerciale era morto» racconta Andrea De Leo, referente dei produttori del Presidio. «Abbiamo cominciato a produrne un po’ di più e a partecipare ad alcuni mercati, come Leguminosa, l’evento organizzato da Slow Food Campania a Napoli, riuscendo a creare una microeconomia che vede coinvolte le poche aziende agricole del territorio e anche le signore e i giovani che lo coltivano nei loro orti».
«In ogni paesino di questa zona tutti gli abitanti avevano un pezzetto di terra da coltivare per il proprio sostentamento» aggiunge Nerio Baratta, fiduciario della Condotta Slow Food Gelbison di Vallo della Lucania, in quest’area del Cilento. Tra le coltivazioni più diffuse, insieme alle castagne, c’era proprio quella dei fagioli: la scarsa deperibilità e la possibilità di seccarli, infatti, li rendevano un vero e proprio bene rifugio, ideali sia da scambiare sia da immagazzinare per sopravvivere ai lunghi inverni montani.
«Tra gli anni ‘50 e ‘70 il legume era molto conosciuto, ho trovato più di un libro di ricette che citano esplicitamente il fagiolo di Gorga» continua De Leo. Ma nei decenni successivi, un po’ per lo spopolamento della zona e un po’ per la gran quantità di lavoro necessario per coltivarlo e raccoglierlo, il fagiolo regina è finito nel dimenticatoio.
Riprendere la produzione di fagioli regina, prosegue De Leo, ha due risvolti. Il primo riguarda naturalmente il prodotto: «Vogliamo scongiurare la scomparsa di una particolarità locale - spiega il referente - Da noi, negli ultimi anni, si è coltivato quasi esclusivamente solo il fagiolo borlotto, perciò abbiamo impiegato sette anni per ripulire il seme. Sul lato umano, invece, la ripartenza ha dato orgoglio al paese e rinnovato il desiderio di continuare a coltivare la terra». In altre parole: creare indotto produttivo, costruire piccole aziende.

Le caratteristiche del fagiolo regina di Gorga

Di forma tondeggiante e colore bianco perlaceo, la polpa di questo particolare ecotipo di legume è compatta e la cuticola sottile, caratteristiche che ne assicurano dolcezza ed elevata digeribilità.
Tra le peculiarità della pianta c’è il suo portamento rampicante: può superare anche i tre metri di altezza e si adatta bene a diversi tipi di terreno, anche se preferisce quelli profondi, freschi, non troppo compatti e ben drenati.
Il fagiolo regina viene seminato a inizio estate, normalmente i primi giorni di luglio, e si raccoglie a inizio autunno. Il disciplinare di produzione prevede che la selezione e la riproduzione delle sementi sia fatta dai coltivatori stessi e vieta la coltura in serra o fuori suolo, l’uso di prodotti chimici di sintesi per fertilizzazione e per la difesa.
Il Presidio Slow Food del fagiolo della regina di Gorga è sostenuto dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e dal Comune di Stio.

lunedì 15 giugno 2020

Una nuova abitudine che si sta affermando. La preparazione in casa di panificati dolci e salati è una di quelle buone pratiche che, sollecitata da una situazione di emergenza, è destinata a consolidarsi come momento di riscoperta e valorizzazione dei preziosi momenti che si possono vivere insieme alla propria famiglia.

Sarchio, da sempre attenta ai mutamenti delle esigenze di consumo, ha risposto a questa sensibilità con 3 nuovi preparati, biologici e senza glutine: il Mix per pane bianco, il Mix per pane integrale e il Mix per Dolci. Un’opportunità per dare libero sfogo alla fantasia in cucina.
La combinazione degli ingredienti dei Mix rende possibile realizzare, facilmente e velocemente, prelibatezze gluten free dolci e salate. Il calibrato dosaggio delle diverse farine garantisce la perfetta consistenza degli impasti e la riuscita ottimale di ogni ricetta.
Focacce, pizze morbide o stese, pane e panini di vario genere senza glutine, sono alcune delle preparazioni che il nuovo Mix per pane bianco consente di sfornare. A base di amido di mais, farine di riso e grano saraceno questo mix garantisce impasti perfetti per ogni panificato.
Grande semplicità anche per le realizzazioni casalinghe di chi predilige la versione integrale. Il Mix per pane integrale è a base di una selezionata miscela ricca di ben 5 tipi di farine integrali diverse come grano saraceno, miglio bruno, riso, teff e sorgo che conferiscono alle preparazioni un sapore rustico e profumato.
Dall’unione di ingredienti biologici accuratamente selezionati nasce il Mix per dolci ideale per realizzare ogni tipo di ricetta senza glutine: dalle torte lievitate ai biscotti, dalla pasta frolla alle classiche ciambelle della nonna. Spazio alla fantasia per impreziosire le colazioni in famiglia o rendere dolce ogni momento della giornata.
Naturalmente privi di lattosio, i nuovi Mix Sarchio sono versatili alleati in cucina, indispensabili per sfornare ogni giorno panificati caserecci dolci e salati.
La gamma si presenta nella nuova confezione da 500g "I Love my Planet", totalmente riciclabile nella carta a conferma della grande attenzione di Sarchio per la tutela dell’ambiente. Sulla confezione sono suggerite alcune ricette che possono essere integrate in maniera originale e fantasiosa.
Il Mix Pane bianco, il Mix Dolci e il Mix Pane Integrale sono disponibili al prezzo indicativo di 4.32 euro a confezione.
Dal 1982 Sarchio produce e commercializza prodotti biologici, senza glutine e vegani, frutto di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, che non usa sostanze di sintesi. Il forte legame con la terra è richiamato nel nome dell’azienda che rimanda a un attrezzo agricolo della tradizione contadina.
La qualità e la sicurezza delle referenze Sarchio sono garantite da specifiche certificazioni e molteplici analisi. Attualmente l’offerta dell’azienda comprende oltre 160 prodotti biologici all’interno dei quali vi sono anche la gamma senza glutine (circa 90 referenze) e vegan: una linea completa ideale per chiunque voglia fare di un’alimentazione più sana e leggera un vero e proprio stile di vita.

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venerdì 22 maggio 2020

Una recente ricerca della Tufts University ha mostrato che consumare 42,5 grammi di mandorle al giorno rispetto al non mangiarne può aiutare a ridurre i costi sanitari associati alle malattie cardiovascolari nella popolazione statunitense. Lo studio è stato finanziato da Almond Board of California.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie cardiovascolari (MCV) sono la prima causa di morte a livello mondiale, inclusi gli Stati Uniti, con circa 18 milioni di morti ogni anno. Il trattamento delle malattie cardiovascolari è oneroso e determina quindi un grosso impatto economico sui sistemi sanitari. Ad esempio, le MCV hanno comportato per il sistema sanitario italiano un costo pari a 21 miliardi di euro nel 2018 tra costi diretti e indiretti. Di questi, 16 miliardi di euro (54%) provenivano dai costi diretti dell'assistenza sanitaria.
Questa nuova ricerca si unisce ad altri studi che hanno dimostrato che il consumo regolare di mandorle può contribuire a ridurre i livelli di colesterolo LDL (lipoproteina a bassa densità), il cosiddetto colesterolo "cattivo", un fattore di rischio riconosciuto per le MCV.
L'obiettivo di questo studio è stato quello di stimare il costo-efficacia del consumo di mandorle nella prevenzione di malattie coronariche attraverso i cambiamenti nei livelli di colesterolo LDL nella popolazione degli Stati Uniti, analizzando sia casi a breve termine sia la prevenzione del rischio cardiovascolare a 10 anni. I ricercatori hanno sviluppato un modello per valutare la relazione tra il consumo di 42,5 g di mandorle al giorno rispetto alla mancata assunzione. I parametri delle MCV includevano le probabilità di aumentare i livelli di LDL, sviluppare un infarto acuto del miocardio (MI, o attacco di cuore), interventi chirurgici correlati al MI, la morte a causa di malattia, interventi chirurgici, nonché il costo della malattia e delle procedure nella popolazione degli Stati Uniti nel 2012. Il costo delle mandorle utilizzate in questa ricerca è basato sul prezzo nel mercato americano nel 2012.
Il modello "base-case" utilizzato in questa ricerca è stato uno studio condotto su 150 adulti americani con rischio acuto di diabete di tipo 2, che ha evidenziato che mangiare 42,5 g di mandorle al giorno comporterebbe un risparmio annuo di 363 dollari rispetto al non consumarle. Nei consumatori di mandorle è stata osservata una riduzione del fattore di rischio cardiovascolare tra cui colesterolo LDL, colesterolo totale, peso corporeo e Apolipoproteina B (noto anche come Apo-B, la principale proteina presente nel colesterolo LDL nocivo). Il miglioramento di questi parametri ha determinato una riduzione del costo medio di assistenza sanitaria per il trattamento delle MCV.
Inoltre, ampliando l’orizzonte temporale a 10 anni, i risultati prodotti sono stati simili. I ricercatori hanno concluso che il consumo di 42,5 g di mandorle al giorno sembra essere una strategia utile in termini di costo-efficacia per contribuire a prevenire le MCV nel breve termine e potenzialmente, fino a 10 anni.

Lo studio in breve:

Lo studio: Un modello decisionale è stato sviluppato per il consumo di 42,5 g di mandorle al giorno vs nessun consumo di mandorle e malattie cardiovascolari (MCV) nella popolazione statunitense. I parametri per il modello sono stati derivati dalla letteratura, che comprendeva le probabilità di aumento del colesterolo LDL, lo sviluppo di infarto miocardico acuto e ictus, il trattamento di infarto del miocardio, la morte per malattia e intervento chirurgico, così come i costi della malattia e le procedure nella popolazione degli Stati Uniti, e gli anni in cui era stata modificata la qualità di vita. Sono state condotte analisi di sensibilità per diversi livelli di disponibilità a pagare, l'analisi di sensibilità probalistica, la prevenzione del rischio decennale, i diversi costi delle procedure e i prezzi delle mandorle, e pazienti con e senza malattie cardiovascolari. Lo studio mirava ad esaminare il rapporto costo-efficacia del consumo di mandorle nella prevenzione delle MCV primarie.
Risultati: I consumatori di mandorle dovevano sostenere un costo inferiore di 363 dollari e un guadagno di 0,02 anni di vita ponderati per qualità in più rispetto ai non consumatori nel modello base utilizzato. Il beneficio monetario netto annuo del consumo di mandorle era di 1421 dollari più alto per persona rispetto alla assenza di consumo di mandorle, con la soglia della disponibilità a pagare per la spesa sanitaria annuale fissata a 50.000 dollari. Mangiare mandorle era più conveniente che non mangiarne nella prevenzione delle MCV in tutte le analisi di sensibilità.
Limiti dello studio: questo studio presenta diverse limitazioni, tra cui il principale vincolo della mancanza di dati disponibili. Il colesterolo LDL è stato usato come mediatore del rischio delle MCV, anche se il rapporto di colesterolo totale/HDL avrebbe rappresentato una migliore indicazione. Tuttavia, i ricercatori sono stati in grado di ottenere i dati della risposta LDL-C dagli autori dello studio. Inoltre, poiché negli Stati Uniti vi è un'ampia gamma di opzioni di assicurazione sanitaria, i ricercatori non sono stati in grado di riassumere i premi medi, le detrazioni e le spese proprie per i trattamenti delle MCV, ed è stato utilizzato invece il costo medio per ogni trattamento. Pertanto, i risultati e le conclusioni possono applicarsi solo ai non assicurati. Altri limiti dello studio includono il fatto che esso era incentrato su una popolazione statunitense con un rischio acuto di diabete di tipo 2 che utilizza i costi dei trattamenti medici e le probabilità di sviluppare malattie da studi condotti negli Stati Uniti. Pertanto, il risultato potrebbe non essere generalizzato ad altri Paesi. Infine, l'interpretazione dei risultati richiede cautela. Gli input di dati sono stati vincolati dalla progettazione dello studio della letteratura, in particolare le probabilità, poiché i risultati sono stati basati su input dalla letteratura pubblicata invece di dati primari da una corte di intervento. Potrebbero essere necessario prendere in considerazione una mole maggiore di dati per stimare i costi delle mandorle e delle procedure nel tempo.
Conclusioni: Consumare 42.5 grammi di mandorle al giorno sembra rappresentare un approccio conveniente e utile nella prevenzione delle malattie cardiovascolari a breve termine e potenzialmente anche quelle a lungo termine.

mercoledì 8 aprile 2020

SALERNO. Le Lagane con i ceci sono un piatto tipico del Cilento. Questo piatto tradizionale oggi grazie alla creatività dei cuochi locali viene innovato, e vi si aggiunge la Spirulina, una microalga verde azzurra ricca di numerose proprietà benefiche per la salute. La pasta assume così un colore verde, perché arricchita con la famosa alga coltivata e prodotta dall’azienda AlghePAM ad Acciaroli.

Le lagane sono un tipo di pasta a striscioline larghe e le sue origini sono molto antiche, risalgono ai tempi dei greci, che cucinavano le lagane sulle pietre roventi e le condivano con i ceci.
Famosi i ceci di Cicerale sempre nel Cilento. Si presentano rotondi, sono più piccoli e hanno colore più dorato rispetto a quelli comuni.
Acciaroli, frazione del comune di Pollica, in provincia di Salerno, è diventata famosa ormai da un po' di tempo per essere la patria della Spirulina, che favorisce il benessere dell'organismo.
Questa super alga stimola e rafforza il sistema immunitario, ha un effetto depurante, abbassa il colesterolo, è neuroprotettivo, aiuta a perdere peso: questi alcuni degli effetti scientificamente riconosciuti ormai in tutto il mondo.
Con il piatto "Lagane e ceci" si raggiunge un perfetto connubio tra tradizione ed innovazione. Un primo piatto completo, equilibrato e con l’aggiunta della Spirulina AlghePAM (www.alghepam.bio), la pasta si arricchisce di vitamine e di sali minerali ottenendo così i benefici tipici del superfood.
Per avere ricette e consigli su come usare la Spirulina in cucina rimandiamo al sito del produttore www.alghepam.bio.

martedì 5 marzo 2019

Parliamo oggi di un primo piatto gluten free: il pasticcio di tortellini.

INGREDIENTI (per 4 persone)
mix per pasta fresca Nutrifree 150 g
uova 2
tuorli 1
olio extravergine di oliva 25 ml
mortadella 75 g
prosciutto crudo 55 g
Parmigiano Reggiano da grattugiare 50 g
burro 30 g
latte 0.5 l
farina di riso finissima 30 g
noce moscata 0
cipolla tritata 0.5
passata di pomodoro 0.5 l
basilico 2 foglie
Grana Padano da grattugiare 50 g
scamorza affumicata 50 g
prosciutto cotto 50 g
pangrattato 30 g
sale

PREPARAZIONE
Disponete la miscela a fontana in una terrina, versatevi al centro 3 uova e i 2 tuorli e impastate con le mani. Unite 10 ml di olio, un pizzico di sale e 20 ml di acqua, continuando a incorporare la farina, e lavorando il composto fino a formare una palla omogenea. Avvolgetela con
la pellicola per alimenti e fare riposare in frigorifero per 30 minuti.
Preparate il ripieno: tagliate la mortadella e il prosciutto crudo a listerelle; metteteli in un mixer e frullateli con l’uovo rimanente. Una volta ottenuto un composto liscio e cremoso, aggiungete il Parmigiano Reggiano grattugiato e 20 g di burro; regolate di sale e di pepe, e mescolate con un cucchiaio.
Riprendete la pasta, dividetela in panetti e stendetela con l’apposita macchinetta, fino a portarla a uno spessore di 1-2 mm. A ogni passaggio, infarinate la sfoglia con un po’ di farina di riso. Con una rotella, ritagliate dei rettangoli di sfoglia di 4×4,5 cm, e disponete al centro di ognuno un po’ di ripieno.
Ripiegate la pasta, creando un triangolo con la punta in alto, formata dalle 2 parti di pasta, sovrapposte ma leggermente sfalsate. Premete delicatamente la pasta intorno al ripieno, quindi arrotolate i due vertici in basso intorno alla punta del dito, sovrapponeteli e sigillateli con una leggera pressione. Lasciate riposare su un vassoio infarinato per circa 1 ora.
Preparate la besciamella: fate sciogliere 40 g di burro in una pentola, quindi aggiungete 40 g di farina di riso e amalgamate con una frusta. Fate cuocere per 1 minuto, così da tostare la farina, ma senza farla colorire. Unite il latte, versandolo a filo, mescolando e facendo addensare la besciamella a fiamma dolce. Salate e aggiungete un pizzico di noce moscata.
Preparate il sugo: fate rosolare a fiamma vivace la cipolla in un tegame con 40 ml di olio per qualche minuto, avendo cura di mescolare con un cucchiaio. Aggiungete la passata di pomodoro, un po’ d’acqua e lasciate cuocere a fiamma dolce per 40 minuti; aggiustate di sale e, se il pomodoro risultasse acido, unite un pizzico di zucchero. Completate con le foglie di basilico spezzato a mano.
Fate cuocere i tortellini in acqua bollente non troppo salata e scolateli dopo circa 6 minuti. Versateli in un’ampia ciotola di vetro e unite il pomodoro, la besciamella, la scamorza a fette e il prosciutto cotto a dadini; mescolate e trasferite in una teglia.
Livellate i tortellini con un cucchiaio e spolverizzate con il Grana Padano grattugiato e il pangrattato. Mettete in forno caldo a 180 °C e fate cuocere per circa 30 minuti. Sfornate e servite ben caldo.

venerdì 15 febbraio 2019

Parliamo oggi di un buon primo piatto gluten free: il risotto con gorgonzola e pere.

INGREDIENTI (per 4 persone)
riso 320 g
brodo vegetale (se di dado*) 1 l
vino bianco mezzo bicchiere
Gorgonzola 120 g
Parmigiano Reggiano (o di Grana Padano) da grattugiare 210 g
noci 15
pera 1
olio extravergine di oliva 2 cucchiaini

PREPARAZIONE
Preparate il risotto con gorgonzola e pere. Fate tostare il riso in una pentola con 1 cucchiaino di olio, e sfumatelo con il vino. Lasciate cuocere il risotto, aggiungendo il brodo, di volta in volta. Dopo 5 minuti, unite le noci, tritate grossolanamente, e continuate la cottura, mescolando.
Aggiungete, a 5 minuti dal termine, il gorgonzola a pezzetti, 50 g di Parmigiano Reggiano grattugiato e la pera, con la buccia, tagliata a tocchetti. Concludete la cottura del risotto.
Ungete con l’olio rimasto una padella antiaderente del diametro di 25 cm, versatevi 40 g di Parmigiano Reggiano grattugiato e fatelo fondere.
Capovolgete la padella su una scodellina, anch’essa capovolta e, aiutandovi con una forchetta, fatevi aderire il disco di Parmigiano Reggiano.
Lasciate raffreddare per qualche minuto e staccate il cestino di Parmigiano Reggiano dalla tazza. Ripetete l’operazione formando altri tre cestini, e riempiteli con il risotto.

sabato 29 dicembre 2018

Parliamo oggi di un dolce gluten free: le crostatine con marmellata di albicocca.

INGREDIENTI
margarina 100 g
zucchero 100 g
uovo 1
semi di 1/2 bacca di vaniglia
mezzo cucchiaio di lievito per dolci
farina 220 g
marmellata di albicocca 200 g
burro 10 g
un pizzico di sale

PREPARAZIONE
Mescolate in una ciotola la margarina e lo zucchero, fino a ottenere una crema. Incidete a metà la bacca di vaniglia e unite i semi. Aggiungete 200 g di farina setacciata con il lievito e il sale.
Impastate a mano, formate una palla e, dopo averla avvolta con la pellicola trasparente, lasciatela riposare per 30 minuti nel frigorifero. Accendete il forno statico a 170 °C.
Riprendete la frolla, trascorso il tempo, e aiutandovi con poca farina, stendetela sul piano di lavoro fino a uno spessore di 2-3 millimetri.
Per realizzare 12 crostatine con marmellata di albicocca, tagliate con le formine per crostatine 12 dischi leggermente più grandi dello stampo, e disponeteli nelle tegliette già unte con il burro e passate con la farina rimasta.
Versate un paio di cucchiaini di marmellata di albicocca e coprite con la frolla rimasta le crostatine con marmellata di albicocca, da cui avrete ritagliato varie forme (stelline, cuori, fiori). Fate cuocere in forno per 20 minuti.

venerdì 2 novembre 2018

Parliamo oggi di un primo piatto gluten free: i ravioli di mare con ragù di pesce

INGREDIENTI (per 4 persone)
miscela per pasta fresca Le farine dei nostri sacchi 250 g
uova 150 g
nasello 700 g
carote 2
alloro 2 foglie
sedano 1 gambo
pangrattato 1 cucchiaio
albume 1 cucchiaio
triglie 2
orata 350 g
gamberetti non sgusciati 250 g
pagelli 2
aglio 2 spicchi
olio extravergine di oliva 5 cucchiai
vino bianco secco 1/2 bicchiere
pomodoro grande 1
passata di pomodoro 1 cucchiaio
peperoncino q.b.
farina di riso finissima 50 g
prezzemolo tritato 1 cucchiaio
sale

PREPARAZIONE
Preparate il ripieno: pulite i naselli, eviscerateli e metteteli in una casseruola, coperti per metà da acqua, insieme alle carote raschiate, al gambo di sedano e all’alloro. Lasciate cuocere finché la carne dei naselli non diventerà bianca. Staccate la carne dalla lisca, togliete la pelle e sminuzzate il pesce con un coltello. Tritate anche le carote e unitele al nasello. Mescolate per bene, incorporando l’albume e il pangrattato.
Preparate il ragù: lavate tutto il pesce, diliscatelo, eliminate la pelle e le spine, e tritatelo grossolanamente con un coltello. Sgusciate i gamberetti e lavateli. Fate scaldare una casseruola con 4 cucchiai di olio extravergine e unite gli spicchi di aglio interi. Aggiungete il pesce, il pomodoro privato dei semi tagliato a dadini, la salsa di pomodoro e il peperoncino. Lasciate cuocere a fiamma molto vivace, sfumate con il vino bianco e fate evaporare. Portate a cottura, quindi regolate di sale, eliminate l’aglio e spegnete il fuoco.
Preparate la pasta all’uovo: impastate la miscela di farine con le uova e, una volta ottenuto un impasto liscio e omogeneo, avvolgetelo nella pellicola per alimenti e lasciatelo riposare per 30 minuti. Stendete la pasta, passandola per tre volte nell’apposita macchina sfogliatrice e riducendo progressivamente la distanza tra i rulli.
Distribuite dei mucchietti di ripieno su una sfoglia di pasta e coprite con un’altra. Sigillate le due sfoglie schiacciando bene i bordi intorno al ripieno, e cercando di eliminare tutta l’aria.
Ritagliate i ravioli con una rotella dentata, sigillate i bordi con i rebbi di una forchetta affinché non si aprano in cottura, spolverizzateli con 40 g di farina di riso, e metteteli su un vassoio con la farina di riso rimasta.
Fate cuocere i ravioli in acqua salata per circa 4 minuti, quindi scolateli e conditeli con il ragù di pesce. Servite, irrorando i ravioli con l’olio rimasto a crudo e spolverizzandoli con il prezzemolo tritato.

giovedì 25 ottobre 2018

Parliamo oggi di un primo piatto gluten free: si tratta delle tagliatelle gialle alla carrettiera. E' davvero adatto da preparare in tutte le stagioni.


INGREDIENTI (per 4 persone)
amido di mais 145 g
fecola di patate 40 g
amido di riso 30 g
gomma di guar 5 g
fibra di psyllium 10 g
curcuma 5 g
acqua 200 ml
Pecorino Romano da grattugiare 120 g
prezzemolo 1 mazzetto
peperoncino fresco 1
aglio 2 spicchi
olio extravergine di oliva
sale

PREPARAZIONE
Preparate le tagliatelle gialle alla carrettiera. Miscelate in una terrina gli amidi, la fecola, la farina, la gomma di guar e lo psyllium. Unite la curcuma e l’acqua al centro, quindi amalgamate con 10 ml di olio e con 5 g di sale. Lavorate energicamente fino a ottenere un composto omogeneo. Create una palla, copritela con la pellicola per alimenti e fatela riposare in frigorifero per 30 minuti.
Riprendete la pasta e stendetela con l’apposita macchinetta, portatela a uno spessore di circa 2 mm e piegate la sfoglia prima in 4 e poi in 2. Tagliate dei rotolini di pasta larghi circa 8 mm. Aprite le tagliatelle, spolverizzatele con la farina di riso e lasciatele asciugare per circa 1 ora.
Sbucciate gli spicchi di aglio, privateli dell’anima e tritateli finemente. Metteteli in una ciotola capiente, aggiungete il peperoncino tritato, abbondante olio e un pizzico di sale. Mescolate l’emulsione con una frusta o con una forchetta.
Lessate le tagliatelle in acqua bollente salata e scolatele al dente, conservando l’acqua di cottura. Trasferite la pasta nella ciotola con il condimento e amalgamate, aggiungendo il Pecorino grattugiato e 1 mestolo di acqua di cottura. Mescolate e, se necessario, unite un filo di olio e altra acqua di cottura. Completate con il prezzemolo tritato e servite.

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