mercoledì 30 giugno 2021

L’emergenza dovuta alla pandemia ha senza dubbio posto ancora più in evidenza la stretta relazione tra la salute dell’uomo e quella dell’ambiente. Anche quando si tratta di alimentazione. Il mercato del bio muove miliardi di euro l’anno solo in Italia e stimola l’innovazione in tutti gli attori della filiera. Ma è anche un fenomeno culturale e sociale di ampia portata che si estende in tutto il mondo e che è destinato a rimanere e a evolversi.

Il valore del settore bio in Italia

Secondo i dati dell’Osservatorio SANA a cura di Nomisma, intercettati e studiati da TuttoFood, nel 2020 le vendite di biologico in Italia hanno superato i 4,3 miliardi di euro. Di questi, 3,9 sono riferibili ai consumi domestici (+7% rispetto all’anno precedente) e poco meno di 500 milioni all’away-from-home, che ha risentito delle chiusure dei pubblici esercizi durante i lockdown (...)

...e nel mondo

Ancora più marcato è l’incremento dell’export, che sempre secondo Nomisma è stato pari al 149% nel periodo 2010-20 raggiungendo i 2.619 milioni di euro. La crescita prossima del bio guarda all’estero, dunque. Soprattutto alle aree emergenti come l’Asia, ma anche il Sudamerica che rappresenta un mercato ormai maturo ora in fase di consolidamento (...)

Export per continuare a crescere

L’Organic Food non finisce di sorprendere: entro 5 anni il valore del mercato mondiale raggiungerà i 620 miliardi di dollari, come illustra una ricerca ripresa da TuttoFood dell’analista internazionale Facts & Factors (...)

Da antica abitudine a fenomeno lifestyle: la lunga parabola di cibi naturali e superfood

Cibi naturali, biologici. Cibi salutari. Alimenti che diventano quasi supereroi e che dettano mode anche nel piatto: sono i "superfood", cibi ricchi di antiossidanti o altre sostanze salutari che sono stati portati alla ribalta dai nuovi trend nutrizionali, come le bacche di goji, l’avocado e il kale o i semi di chia (...)
Dai dolci al vino, dai surgelati ai piatti pronti, il bio è un mercato sempre più diversificato e internazionalizzato. L’appuntamento per scoprire le opportunità di business offerte da tutte le sue sfumature è TuttoFood 2021, in contemporanea con HostMilano, a fieramilano dal 22 al 26 ottobre prossimi, dove il mondo bio sarà protagonista dell’area TUTTOHEALTH insieme a prodotti erboristici e vegani, oltre a cibi funzionali, free-from, novel food e nutraceutica. Anche in questa edizione TuttoFood si avvarrà della preziosa partnership con FederBio, che porterà in manifestazione contributi e contenuti di elevato profilo sul tema.

martedì 29 giugno 2021

Montelvini presenta l’Asolo Prosecco Superiore DOCG Extra Brut Millesimato 2020 "FM333", il primo Cru della denominazione che incarna la costante ricerca dell’azienda vitivinicola veneta verso una vinificazione sempre più innovativa.

Espressione dell’eccellenza del territorio e risultato di una nuova tecnica spumantistica, il nuovo Asolo Prosecco Superiore DOCG di casa Montelvini spicca per l’assoluta fragranza, l’originalità e lo stile inconfondibile. "FM333" nasce dall’unione dell’acronimo di "Fontana Masorin", la storica tenuta di proprietà dell’azienda che ospita le uve destinate alla produzione del vino, con la sua altezza sul livello del mare. Un vigneto e un suolo di rara eccellenza che, grazie a lunghi studi e ricerche, hanno contribuito alla realizzazione di un prodotto esclusivo e unico.
"Per noi si tratta di un sogno che diventa realtà" afferma Alberto Serena, CEO di Montelvini "il coronamento di un percorso di ricerca che portiamo avanti da anni e che rappresenta l’eccellenza dell’abilità spumantistica della nostra azienda e della qualità che il nostro territorio è in grado di esprimere".
Ricca di storia e posizionata sulle pendici di una delle colline più affascinanti del Montello, Fontana Masorin deve il suo nome a una fonte d’acqua che lambisce i margini della tenuta. La leggenda narra che un tempo, in questo luogo, vivessero tre contadini malvagi intenti a inquinare l’acqua affinché nessuno potesse farne uso. Un giorno una donna, alcuni dicono una ninfa, altri una fata, altri ancora la Madonna, li trasformò in lupi per punirli del loro egoismo. Dopo quella magica apparizione l’acqua divenne limpida, trasformandosi in una ricchezza inestimabile per gli abitanti della contrada, ricchezza di cui Montelvini oggi si fa portavoce.
Ma la vera novità rappresentata da "FM333" risiede nella tecnica di vinificazione che si discosta da quella tradizionale del Prosecco e sfrutta un’unica fermentazione, anziché due. Delle uve, selezionate manualmente, viene utilizzato solamente il "mosto fiore" che viene stabilizzato a freddo al fine di estrarre maggiori precursori aromatici. Il mosto viene quindi illimpidito per decantazione, senza alcun utilizzo di coadiuvanti. Successivamente viene attivata un’unica fermentazione in autoclave per ottenere la presa di spuma. Infine, al termine di un percorso di sei mesi, nasce "FM333", uno "spumante da mosto", unico nel suo genere.
L’unicità del vigneto e l’innovativa tecnica di vinificazione danno vita a un Asolo Prosecco Superiore DOCG dallo stile inconfondibile. La freschezza, la sapidità e la componente aromatica creano la struttura portante di questo spumante che armoniosamente si fregia di una spuma vivace, ma al contempo soffice e cremosa. Al naso presenta tocchi fruttati, mentre la finissima bollicina crea una sensazione sinuosa in bocca che appaga il palato.
Lo stile enologico si fonde infine con quello estetico della bottiglia dando vita a un prodotto di estrema eleganza.
L’Asolo Prosecco Superiore DOCG Extra Brut Millesimato 2020 "FM333" sarà disponibile a partire dal 30 giugno sull’e-shop della cantina al costo di €13,80.

lunedì 28 giugno 2021

Dopo la madre patria Italia, gli Stati Uniti d’America sono sicuramente la nazione dove nei decenni più ha preso piede il fenomeno pizza. Anche per questo motivo, 50 Top Pizza, la più importante guida di settore, online e fruibile gratuitamente, ha stilato un’apposita classifica in cui come di consueto sono presenti, dalla prima alla 50esima posizione, le migliori pizzerie del Paese.

Al primo posto di 50 Top USA 2021 – Prosecco DOC Award, c’è Tony’s Pizza Napoletana, insegna di San Francisco (California) del maestro pizzaiolo Tony Gemignani. Il nome della città che ha dato i natali alla pizza, Napoli, suona comune all’intero podio (e non solo). In seconda piazza infatti c’è Una Pizza Napoletana, situata ad Atlantic Highlands, nello stato del New Jersey, dove opera Anthony Mangieri. In terza, Spacca Napoli Pizzeria di Chicago (Illinois), dove a presiedere il forno è Jonathan Goldsmith. In quarta posizione Ribalta, sorta di ambasciata del gusto italiano a New York diretta da Rosario Procino e Pasquale Cozzolino. In quinta, la pizzeria di Dan Richer Razza Pizza Artigianale, di Jersey City (New Jersey).
Sebbene le 50 insegne siano distribuite in molti degli stati americani (Hawaii comprese), la maggior parte dei locali è situata lungo le due coste. In particolare, la città più rappresentata è New York, con ben 11 pizzerie presenti nel ranking. La Grande Mela può essere considerata a tutti gli effetti la capitale della pizza made in USA. Segue, a quota 6, Chicago, altro luogo con una lunga tradizione alle spalle. Poi San Francisco, con 5, tra le quali la prima della lista. Staccate, con 2, Los Angeles e Portland.
La classifica è frutto del lungo lavoro degli ispettori di 50 Top Pizza che, per un intero anno, hanno esaminato un enorme numero di pizzerie dislocate in tutto il Paese, rispettando sempre la forma dell’anonimato così come da policy della guida. Sotto la lente di ingrandimento in primis la qualità dell’impasto e degli ingredienti usati come topping, il servizio, le carte dei vini e delle birre e, in generale, l’insieme delle attenzioni nei confronti del cliente. Laddove, per motivi legati all’emergenza sanitaria, non è stato possibile visitare il locale in presenza, è stato preso in esame il delivery, anche in questo caso con la regola dell’anonimato.
"Moltissime le insegne italo-americane" sottolineano Barbara Guerra, Luciano Pignataro e Albert Sapere, i tre curatori del progetto 50 Top "segno evidente di un’immigrazione iniziata più di un secolo fa e tuttora in atto. Un fenomeno che ha reso la pizza un cibo popolare in tutti gli Stati Uniti e che ha contribuito di conseguenza anche al suo successo planetario. Diversi gli stili di pizza presenti, da quello classico napoletano alla New York style, passando per molteplici sfumature. Una tendenza infine che ci piace sottolineare, è quella che unisce la pizza al pane, arte bianca per antonomasia. Molti dei presenti in questo ranking infatti, compresi alcuni dei nomi ai vertici, affiancano sempre più spesso l’attività di panificazione a quella da pizzaioli, proponendo prodotti di egual qualità. Una new wave che sta investendo anche l’Italia e l’Europa".

domenica 27 giugno 2021

Siamo sempre più attenti alla qualità dei prodotti che acquistiamo e degli ingredienti che portiamo sulle nostre tavole. E mai come oggi i prodotti biologici stanno conquistando anche i palati più esigenti.

Ma quali sono i vantaggi di consumare cibi biologici? In primo luogo gli ingredienti sono più controllati e vengono coltivati secondo una filosofia naturale che prevede l’assenza di sostanze pericolose per la salute dell’uomo e dell’ambiente, come fertilizzanti e insetticidi. Inoltre, il cibo biologico sostiene una maggiore biodiversità, grazie a modalità agricole che rispettano la presenza degli animali e i cicli biologici degli ecosistemi naturali. E cosa dire della freschezza e del gusto? In questi prodotti anche il sapore è più intenso e decisamente delizioso.
Pensata appositamente per offrire ai consumatori una linea di prodotti biologici sani e buoni, Bauer ha creato la Gamma dei Dadi Bio Bauer, la linea più completa della sua categoria.
La storica azienda trentina che dal 1929 produce dadi da brodo e insaporitori di grande qualità ha, infatti, dato vita ad una linea ricca di referenze, per soddisfare ogni possibile esigenza.
La gamma di Dadi Biologici Bauer si compone del Dado Vegetale Bio Bauer a cui si aggiungono due varianti esclusive: il Dado Biologico di Pollo e il Dado Biologico di Carne.
Composti solo da ingredienti certificati BIO, con l’aggiunta di oli vegetali bio non idrogenati, arricchiti dal prezioso estratto di lievito 100% biologico, i prodotti della Linea Biologica Bauer hanno ottenuto la certificazione biologica CSQA.
CSQA Certificazioni è associato ad IFOAM, la federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica, sia a livello globale, IFOAM Organics International, che a livello regionale, IFOA EU group e assicura la rintraccibilità delle materie prime e del prodotto finito, garantendone l'eccellenza atutela del consumatore.
Infine, è anche la particolare lavorazione degli ingredienti a fare la differenza. Rispecchiando, infatti, la filosofia della naturalità propria dell’azienda, Bauer adotta processi di lavorazione lenti e delicati, senza l'utilizzo di grassi idrogenati, perdare vita ad un Dado naturalmente saporito come quello fatto in casa.
I prodotti biologici di Bauer sono gluten-free, senza lattosio e senza glutammato monosodico.
Le tre referenze della Linea di Dadi Biologici Bauer sono:

1. Dado Vegetale Bio Bauer
Ideale per la preparazione veloce di un brodo gustoso, ma anche per impreziosire minestre e sughi, zuppe e verdure saltate in padella. È gluten-free, senza lattosio e senza glutammato monosodico. Preparato combinando in modo sapiente le materie prime certificate biologiche, coltivate in assenza di antiparassitari, diserbanti e concimi chimici. Carota, patata, cipolla, sedano, promodoro, porro, aglio e prezzemolo: ecco le verdure scelte accuratamente da Bauer.
Ingredienti: Sale marino, olio vegetale non idrogenato*, verdure disidratate in proporzione variabile (patata*, carota*, sedano*, prezzemolo*, pomodoro*, cipolla*, porro*, aglio*): 15%, estratto di lievito*: 14%.
* Ingrediente 100% da coltivazione biologica.
Formato e prezzo consigliato: astuccio da 60 gr., 6 dadi - 2,33 euro.

2. Dado di Pollo Bio Bauer
Ottimo per dare vita ad un brodo leggero e appetitoso, ma anche per insaporire minestre, ragù, cous cous, sughetti e secondi piatti a base di pollo. Preparato con carne di pollo di prima scelta da allevamento biologico, combinata con verdure certificate bio e coltivate in totale assenza di antiparassitari, diserbanti e concimi chimici, il Dado di Pollo Bio Bauer è gluten free, senza lattosio e senza glutammato monosodico aggiunto.
Ingredienti: Sale marino, olio vegetale non idrogenato*, estratto di lievito*: 14%, verdure disidratate in proporzione variabile (patata*, carota*, sedano*, prezzemolo*, pomodoro*, cipolla*, porro*, aglio*): 12,5%, carne di pollo*: 4%, grasso di pollo*.
* Ingrediente 100% da coltivazione biologica.
Formato e prezzo consigliato: astuccio da 60 gr., 6 dadi - 2,98 euro.

3. Dado di Carne Bio Bauer
Perfetto per preparare velocemente un brodo tradizionale, ma anche il ragù, le polpette, gli spezzatini, gli intingoli, la selvaggina e altri piatti a base di carne. Preparato con carne di manzo di prima qualità da allevamento biologico, combinato con verdure certificate bio e coltivate in totale assenza di antiparassitari, diserbanti e concimi chimici, il Dado di Carne Biologico Bauer è gluten free, senza lattosio e senza glutammato monosodico aggiunto.
Ingredienti: Sale marino, olio vegetale non idrogenato*, estratto di lievito*: 14%, verdure disidratate in proporzione variabile (patata*, carota*, sedano*, prezzemolo*, pomodoro*, cipolla*, porro*, aglio*): 12,5%, carne di manzo*: 3%.
* Ingrediente 100% da coltivazione biologica.
Formato e prezzo consigliato: astuccio da 60 gr., 6 dadi - 2,85 euro.

sabato 26 giugno 2021

San Benedetto inaugura l’estate 2021 con il nuovo Thè al Fico d’India, una creazione dissetante e dal gusto unico nata dall’incontro tra la purezza dell’acqua minerale naturale e la dolcezza del fico d’india: il risultato è un thè dalle piacevoli note fresche, senza conservanti e con solo 24 calorie. L’ideale per sentirsi sempre in vacanza.

The San Benedetto al Fico d’India è dedicato a chi ha a cuore il proprio benessere fisico senza rinunciare al gusto e alla naturalità del thè. Tutto il gusto dell’estate in una bevanda perfetta da assaporare in ogni momento della giornata per rendere unici e speciali i momenti di consumo da soli o in compagnia.
La nuova referenza, disponibile nei formati 0,5L on the go e 1,5L per il consumo in famiglia, si aggiunge all’ampia gamma di Thè San Benedetto che comprende il Thè San Benedetto Classico, nei gusti limone e pesca; il Thè Verde, sinonimo di ricercatezza e benessere; il Thè San Benedetto Zero al limone, pesca e verde; il Thè San Benedetto Deteinato, alla pesca e al limone, senza teina e studiato per i più piccoli.

venerdì 25 giugno 2021

Sempre alla ricerca di sapori e accostamenti originali, Barilla dedica un’intera gamma a una specialità del pesto, classico condimento italiano: il Pesto Rustico, con verdura a pezzetti e dal sapore intenso, per perfetti abbinamenti per la pasta, ma non solo. Tutta la selezione di pesti Barilla, infatti, può diventare anche il condimento ideale per ricette originali di secondi piatti, sia di carne che di pesce o, perché no, anche per la pizza o per un aperitivo con bruschette, verdure e formaggi.

La gamma comprende tre referenze uniche:
- Il Pesto Rustico Basilico & Zucchine, realizzato solo con le migliori zucchine, selezionate e grigliate con cura, con passata di pomodoro verde e basilico, è un condimento pronto che è un piacere per gli occhi e per il palato, ideale per portare in tavola tutto il gusto e il piacere delle verdure;
- Il Pesto Rustico Mediterraneo, a base di peperoni rossi e gialli e pomodori, con melanzane e zucchine essiccate, è un condimento rustico ideale per dare un sapore ancora più intenso e gustoso alle ricette;
- Infine, novità esclusiva di quest’anno, il Pesto Rustico Basilico e Olive, che al sapore irrinunciabile del Basilico italiano (21%) associa il gusto unico e tipicamente mediterraneo delle Olive (13%), riconoscibile per le note e gli aromi italiani, il colore verde scuro e la texture rustica, costante distintiva della linea.
L’intera gamma si caratterizza per i sapori avvolgenti e intensi, il ridotto contenuto di sale e i pochi ingredienti selezionati, in particolare le verdure di stagione, mediterranee e dai colori vivaci, pestate grossolanamente per mantenere un sapore intenso ed esaltare ogni piatto.

giovedì 24 giugno 2021

Nell’insalata, nella pasta, nel sushi, alla piastra… il tonno è uno dei pesci preferiti e più versatili presente sulle tavole italiane e del mondo. Un grande consumo che può facilmente tradursi in una pesca incontrollata ed eccessiva che può mettere in pericolo la sopravvivenza di questa fondamentale risorsa.

Per ricordare la necessità di gestione responsabile, coordinata ed efficiente della pesca del tonno, Marine Stewardship Council (MSC) pubblica oggi la versione italiana della "Guida al Tonno sostenibile 2021", che fornisce ai lettori informazioni utili a una migliore comprensione della pesca globale di questo preziosissimo pesce.

1 - Gli Italiani sono dei grandi consumatori di tonno

Con 129.187 tonnellate di tonno importate nel 2018 (8% del totale), l’Italia si piazza al secondo posto dei maggiori importatori al mondo subito dopo gli Stati Uniti. Un italiano consuma in media circa 3kg di tonno all’anno.

2 - Il tonnetto striato è la specie più venduta al mondo, ma gli italiani preferiscono il tonno pinna gialla

Delle cinque principali specie di tonno in commercio, il tonnetto striato è quello più pescato e venduto nel mondo, ed è l’ingrediente più comune del tonno sott’olio in Europa, anche se in Italia si predilige invece il tonno pinna gialla.
Il 50% degli stock di tonnetto striato si trova nell'Oceano Pacifico centro sudoccidentale, dove PNA, attività di pesca di tonnetto striato e tonno pinna gialla, ha introdotto delle misure di limitazione delle catture di tonno, di riduzione delle catture accessorie (incluse specie in via di estinzione, minacciate e protette, ETP) e un sistema di monitoraggio, controllo e sorveglianza completo della sua pesca che le ha permesso di superato la valutazione di conformità allo Standard MSC per la pesca sostenibile.

3 - Un tonno per ogni piatto

Le cinque specie principali di tonno (tonnetto striato, alalunga, rosso, obeso e pinna gialla) hanno qualità diverse che si prestano a usi diversi. Per un filetto è perfetto il gusto delicato del tonno pinna gialla. Per sashimi e sushi l’ideale è la carne cruda e grassa del tonno obeso o rosso. L’alalunga è perfetto per le insalate, mentre le dimensioni ridotte del tonnetto striato lo rendono l’ideale a essere inscatolato.

4 - 5,8 milioni di tonnellate di tonno catturate nel 2019

Le Nazioni Unite stimano che quasi 5,7 milioni di tonnellate di tonno siano state catturate nel 2019. Una quantità notevole, che deve essere pescata in modo sostenibile per mantenere la popolazione di tonno a livelli sani.
La maggior parte delle 23 popolazioni di tonno in tutto il mondo si mantiene a un buon livello di salute. Un rapporto delle Nazioni Unite riporta che in cinque anni il numero delle principali popolazioni di tonno sovrapescate sono scese da tredici a cinque: per ridurre ulteriormente questo numero, è necessaria una gestione attenta e a lungo termine.

5 - Il 50% del tonno pescato è coinvolto nel programma MSC per la pesca sostenibile

Delle 5,7 milioni di tonnellate di tonno pescato, il 28,9% proviene da un’attività di pesca certificata MSC e un quinto (20,4%) è attualmente in fase di valutazione secondo lo Standard MSC. Un altro quinto delle catture globali di tonno proviene da attività di pesca che stanno apportando i miglioramenti necessari per ottenere la certificazione (19,54% in un progetto di miglioramento della pesca).
Per ottenere la certificazione MSC, un’attività di pesca del tonno deve lasciare in mare abbastanza esemplari affinché la popolazione possa riprodursi, deve rispettare l’ecosistema marino ed essere gestita in modo da adattarsi alle mutevoli condizioni ambientali. Il programma di certificazione MSC è basato su evidenze scientifiche ed è riconosciuto dalle Nazioni Unite come "l'unico strumento di misurazione scientifica per la certificazione della pesca e programma di etichettatura che soddisfa i requisiti delle migliori pratiche stabiliti dalla FAO".
Per essere sicuri che il tonno che acquistate sia stato pescato secondo i criteri di sostenibilità di MSC, cercate il marchio blu sulla confezione.

6 - E poi lo sapevi che...?

Il tonnetto striato è la specie di tonno più piccola, che può arrivare a una lunghezza di circa 1 metro, la metà della lunghezza del tonno rosso che invece può raggiungere i due metri.
Predatori in cima alla catena alimentare, i tonni si nutrono di pesci di piccole e medie dimensioni, la cui abbondanza è fondamentale per consentire al tonno di prosperare: un equilibrio delicato che va protetto prendendosi cura dell'intero ecosistema oceanico.
Il tonnetto striato tropicale può riprodursi a partire da circa 2 anni e una femmina adulta può deporre fino a 2 milioni di uova al giorno e in qualsiasi momento dell'anno. Una volta fecondate, le uova si schiudono entro un giorno, galleggiando sulle correnti oceaniche come zooplancton (NOAA). I tonni in acque più fredde hanno un ciclo di vita più lungo; per esempio, i tonni alalunga nell'Oceano Indiano, di solito devono raggiungere i 5-6 anni prima di riprodursi, il che accade ogni 2,2 giorni nel periodo da novembre a gennaio, quando le femmine rilasciano fino a 2,6 milioni di uova. (PlosOne)
Il tonno è un’importante risorsa globale, che rappresenta più dell'8% del commercio mondiale di pesce secondo i dati delle Nazioni Unite). Entro il 2027, il mercato del tonno in scatola potrebbe essere valutato fino a 11,89 miliardi di dollari (Bloomberg News).

mercoledì 23 giugno 2021

Il Consorzio Vino Chianti torna, anche se solo virtualmente, in Russia: sono in programma due seminari istituzionali dedicati alla denominazione in occasione del ‘Simply Italian Great Wines’ Russia Tour 2021. Il Consorzio sarà presente il 28 e il 30 giugno, rispettivamente, a Mosca e a San Pietroburgo con un evento dal titolo ‘La modernità del Sangiovese in sette espressioni di Chianti d.o.c.g.’. Le aziende non potranno essere presenti fisicamente in Russia a causa delle restrizioni per il Covid-19, ma entrambi i seminari prevedono l’intervento in live streaming dall’Italia di Luca Alves che guiderà la degustazione. Durante l'evento, presentato in loco dagli speakers russi di Veronika Denisova e Denis Roudenko, sarà proposta la degustazione di sette vini Chianti d.o.c.g. in rappresentanza delle varie tipologie e delle sottozone della Denominazione: tre Chianti d'annata, un Chianti superiore, e tre Chianti Riserva. I due seminari sono rivolti ai professionisti del settore.

Per Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti, "la Russia sta diventando un mercato sempre più importante per il vino italiano e per il Chianti in particolare come dimostrano le buone performance registrate nei primi mesi del 2021 in cui il vino italiano ha segnato un +17,3% di export rispetto al 2020. Questo dato pone l'Italia tra i primi Paesi esportatori per il mercato russo e conferma, ancora una volta, la validità della scelta del Consorzio Vino Chianti di fare attività di promozione in questo Paese, che ha grandi potenzialità".
Tra le ultime iniziative del Consorzio i due seminari istituzionali di Mosca e San Pietroburgo, ma anche attività sui social. "Nei prossimi giorni - aggiunge Bani - oltre alla realizzazione di questi due seminari, con un nostro referente in loco, che guiderà la stampa e gli operatori economici, mentre noi saremo collegati in streaming per intervenire e supportare i presenti, proseguirà anche l'attività di comunicazione on line e sui social avviata dall'inizio dell’anno grazie a 10 influencer, per mantenere alta l'attenzione sulla denominazione del Chianti in attesa che si possa tornare nuovamente in presenza. A novembre - conclude il direttore del Consorzio Vino Chianti - il nostro programma Ocm 2020/2021, prevede un evento in presenza in Russia in cui, se l'evoluzione della pandemia lo permetterà, saranno presenti anche aziende associate del Consorzio Vino Chianti. Anche nei prossimi mesi, quindi, terremo alta l'attenzione su questo mercato che costituisce un punto di riferimento importante per il futuro del Consorzio e della Denominazione".

martedì 22 giugno 2021

Il risultato è una bevanda fresca che valorizza il carattere e il perlage di S.Pellegrino grazie a un inedito twist di sapori mediterranei. Due le varianti – al limone o all’arancia rossa con lampone nero – perfette per ogni momento della giornata: ideali per dissetarsi con gusto e leggerezza grazie all’assenza di zuccheri e calorie, sono adatte anche per regalare un tocco originale ai pasti più informali. Come già avviene all’estero (in particolare negli Stati Uniti e in Europa del Nord), sono sempre di più anche in Italia i consumatori che desiderano idratarsi in maniera salutare senza rinunciare al gusto, accompagnando i loro pasti con bevande aromatizzate e funzionali.

S.Pellegrino Essenza Limone, dall’intenso aroma di agrumi, conferisce ancora più carattere al fresco bouquet di S.Pellegrino. Grazie al suo sapore raffinato e alla sua leggerezza, è perfetta per essere abbinata a piatti delicati a base di verdure fresche, crostacei e frutta di stagione.
S.Pellegrino Essenza Arancia Rossa e Lampone nero esprime tutta la delicatezza dei frutti rossi e la piacevole dolcezza dell’agrume giunto a perfetta maturazione, in un ideale equilibrio che si abbina a piatti dai sapori corposi e complessi.
Disponibili nel pratico formato da 500 ml in PET, ideale da avere sempre con sé, S.Pellegrino Essenza Limone e S.Pellegrino Essenza Arancia Rossa e Lampone nero propongono una nuova esperienza di gusto senza zuccheri e senza calorie, aggiungendo alle iconiche bollicine un twist di aromi di agrumi. Disponibile a partire dai mesi estivi, S.Pellegrino Essenza è ideale per ritrovare freschezza, gusto e benessere.

domenica 20 giugno 2021

La voglia degli italiani di ritornare a sedersi nei propri locali preferiti è stata finalmente soddisfatta. Si riapre con la consapevolezza che la campagna vaccinale, le zone bianche e l’estate portino nuova linfa a questo settore così martoriato dall’emergenza Covid-19.

"Dobbiamo essere positivi. Non possiamo pensare a un’Italia priva dei suoi ristoranti, dei suoi bar, delle trattorie, della sua straordinaria offerta culinaria e dalla sua innata vocazione all’accoglienza" racconta Salvatore Viola Ceo di RepUP "Per questo, non abbiamo mai smesso di considerare passeggero tutto quello che stava accadendo. Oggi abbiamo dei dati che ci indicano finalmente un trend positivo. Certo, i numeri di oggi non sono quelli pre-covid. Molti locali che hanno abbassato le serrande durante il lockdown non le hanno, finora, più rialzate (parliamo di circa il 60%) e tanti ancora hanno cambiato gestione. Ma rispetto allo scorso anno ci si presenta uno scenario indubbiamente positivo".
I numeri di cui parla RepUP sono quelli ricavati dalla fusione di informazioni derivanti dalle principali piattaforme di recensioni online. Secondo questi dati, un locale è considerato attivo se ha ricevuto almeno una interazione sulle piattaforme di recensioni dopo il 26 aprile 2021, data della riapertura del servizio al tavolo all'aperto.

L’impennata delle recensioni

Oltre a farci capire se un locale ha ripreso a lavorare, un'altra informazione che arriva da piattaforme come Google e TripAdvisor riguarda il numero dei commenti e in questo caso i dati sono ancora più interessanti.
Ad aprile 2021 le recensioni lasciate dai clienti sono state uguali a quelle di aprile 2020, mentre a maggio 2021 sono più che triplicate (343,19%) rispetto a maggio 2020. I primi dati di giugno 2021 ci dicono che l’aumento è ancora più importante.
È evidente un desiderio fortissimo di condivisione che rende quindi ancora più “social” l’esperienza di un pranzo o di una cena fuoricasa. È anche lampante che l’aumento di recensioni segnali una crescita nell’utilizzo di queste piattaforme.
Probabilmente la "digitalizzazione forzata" maturata durante il lockdown ha spinto a scrivere e leggere recensioni anche persone che prima non lo facevano e questo rende ancora più importante la gestione corretta delle risposte da parte degli esercenti.
"Non si registrava un volume di recensioni come quello di maggio 2021 da ottobre dell'anno scorso, quando i locali erano ancora aperti anche a cena" spiega Andrea Orchesi, Presidente di RepUP "Nella prima settimana di riapertura a giugno, il volume delle recensioni è stato quattro volte quello della settimana di riapertura del 26 aprile con il servizio all'aperto".
"Ci sono più recensioni perché adesso ogni uscita è un evento e in quanto tale le persone hanno voglia di condividerlo. Ma ci sono anche più letture di quelle recensioni perché gli ospiti sono molto più attenti a non sbagliare locale, per questo le risposte ai commenti dei clienti possono portare grandi benefici se gestite bene, ma causare anche importanti danni di immagine se fatte male". racconta Salvatore Viola.

I dati sulle riaperture

Ma vediamo cosa ci dicono i dati sulle riaperture. "Siamo partiti dal numero di locali che nel 2019 (prima del Covid) erano attivi sulle piattaforme di recensioni e abbiamo controllato quanti di essi hanno ripreso effettivamente l’attività negli ultimi mesi. Parliamo di un campione di 208mila locali. Il dato lampante è che ad oggi, più della metà non risulta attiva" spiega Orchesi "Abbiamo poi esaminato le differenze fra le varie regioni per capire come il tasso di riapertura sia variato. In generale, se un ristorante ha ricevuto recensioni su TripAdvisor o Google, vuol dire che ha riaperto e che i clienti hanno ripreso a frequentarlo. Si tratta di informazioni importanti perché frutto di dati che RepUP ha rilevato ed elaborato oggettivamente da più fonti. Questi dati ci dicono che in Italia la regione che ha riaperto più locali rispetto al 2019 è stata la Liguria (48%), seguita dall’Umbria (47%) e dalla Toscana (45%). In coda alla lista troviamo Sicilia (30%), Sardegna (30%) e Calabria (27%)".
Rispetto al 2020, il trend è sicuramente positivo, considerando che il servizio al tavolo è ripartito da circa un mese e mezzo. In generale, rispetto al 2020, oltre il 60% dei locali italiani ha riaperto. Ci sono poi regioni come Umbra, Lazio e Liguria nelle quali le percentuali di apertura sono già intorno al 70%. In coda alla lista delle riaperture troviamo Sicilia (47%), Calabria (44%) e Sardegna (41%), regioni che scontano pesantemente gli effetti di un turismo straniero decimato.

sabato 19 giugno 2021

Un focus sulla tutela delle denominazioni DOP e dell’IGP che tutelano i preziosi prodotti modenesi ed in particolare sui rischi e le criticità derivanti dall’iniziativa delle autorità Slovene attualmente al vaglio della Commissione Europea. Questi i principali temi su cui il Consorzio dell’Aceto Balsamico di Modena ed il Consorzio dell'Aceto Balsamico Tradizionale si sono confrontati questo pomeriggio con il Sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Senatore Gian Marco Centinaio e l’Onorevole Benedetta Fiorini, Segretario della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati.

Incontro utile a portare all’attenzione del Governo italiano il valore del comparto – oltre un miliardo di euro - che occupa migliaia di posti di lavoro e che negli ultimi anni è stato oggetto di un attacco commerciale senza precedenti che chiede una risposta strategica, istituzionale e politica urgente e decisa.
"Questi prodotti – ha affermato il Sottosegretario Mipaaf Gian Marco Centinaio – sono preziosi non solo per Modena, ma per l’intero Paese sia dal punto di vista economico che culturale e reputazionale e il Governo è determinato a difenderli contro ogni tipo di attacco: è una nostra priorità. Stiamo seguendo da vicino in particolare la vicenda slovena; come sistema Italia ci siamo già opposti alla proposta pervenuta a Bruxelles e siamo pronti a procedere con un ulteriore atto di opposizione qualora la Commissione dovesse approvare la normativa slovena. Il ruolo dei Consorzi è fondamentale e questo comparto ne è la dimostrazione concreta. Sono certo che lavorando insieme, come abbiamo sempre fatto, otterremo importanti risultati".
All’impegno del Sottosegretario fa eco quello dell’Onorevole Benedetta Fiorini, da sempre vicina al mondo del Balsamico. "Tutelare le nostre eccellenze italiane a marchio DOP e IGP è un impegno che ci ha sempre visto in prima linea. I prodotti che fanno grande il nostro Made in Italy sono un bene che va salvaguardato dagli attacchi della concorrenza sleale e da ogni tipo di contraffazione. Quando i Consorzi di tutela ci hanno chiesto aiuto noi siamo sempre stati al loro fianco, e ci siamo oggi più che mai. Non possono esistere scorciatoie per cercare di emulare prodotti frutto di secoli di tradizione tutta italiana. E se l’Europa ha bisogno di una sveglia per ricordarsi di proteggere la nostra unicità, noi gliela continueremo a suonare. E lo faremo a tutti i livelli perché, garantire la qualità delle nostre eccellenze emiliane, significa proteggere la nostra economia, il lavoro di tanti così come il valore della nostra storia; cioè tutto quello che rende unico il nostro Paese".
Dal confronto del Sottosegretario Gian Marco Centinaio e l’Onorevole Benedetta Fiorini con le presidenze dei due Consorzi emerge una totale sintonia sugli obiettivi e strategie da intraprendere.
"La nostra cultura, storia e tradizione è ineguagliabile – ha spiegato Mariangela Grosoli Presidente del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP – ed è comprensibile che in tutto il mondo cerchino di sottrarcela, rubandoci il valore morale ed economico dei nostri prodotti anche a costo di ingannare il consumatore. La tutela rappresenta quindi la nostra vocazione, fa parte del DNA del Consorzio; da anni siamo attivi in questo senso e oggi sentire il supporto diretto e personale delle Istituzioni e della politica ci dà una grande forza".
"Tutela legale e tutela attraverso azioni di comunicazione e valorizzazione – aggiunge Enrico Corsini Presidente del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP – perché solo sensibilizzando l’utente finale e creando consapevolezza nell’acquisto riusciremo a creare una coscienza indirizzata ai prodotti che garantiscono non solo l’origine e la tracciabilità di tutta la filiera, ma anche la salute essendo prodotti controllati e certificati. Questa sensibilità e attenzione deve partire dall’alto ed è proprio per questa ragione ritengo che l’incontro di oggi segni un passaggio di grande rilevanza".
Il comparto aceti – Gli Aceti Balsamici valgono il 23% dell’export totale dei prodotti a Indicazione Geografica. L’Aceto Balsamico di Modena IGP esporta circa il 92% della produzione totale, per un valore di 1 miliardo di euro. La produzione certificata è di circa 96 milioni di litri. L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP produce 12 mila litri per un fatturato di circa 5 milioni di euro all’anno. L'Aceto Balsamico di Modena è il quinto prodotto per valore ed il primo per l'export con ben il 92% della produzione che raggiunge l'estero.

venerdì 18 giugno 2021

Domenica 20 e lunedì 21 giugno 2021 operatori e appassionati si danno appuntamento nel giardino di Villa Boschi (VR) per la prima edizione di Natural Born Wines, salone dei vignaioli naturali. Un appuntamento imperdibile per chi vuole gustare vini nati in piccole cantine, prodotti da viticoltori che praticano un’agricoltura rispettosa dell’ambiente.

Quest’anno l’estate per gli appassionati del vino fatto secondo natura inizia con una due giorni tutta dedicata a loro. La prima edizione di "Natural Born Wines – fiera dei vignaioli naturali" debutta infatti domenica 20 e lunedì 21 giugno 2021 in versione open-air nel giardino di Villa Boschi a Isola della Scala, la meravigliosa dimora settecentesca che sorge nella campagna veronese, tra risaie, fossati e antiche corti rurali.
L’evento è curato da Sorgentedelvino, lo storico salone emiliano del vino naturale che dal 2009 a oggi ha scandagliato i territori vitivinicoli italiani alla ricerca di veri e propri gioielli enologici, dimostrando una costante attenzione e una particolare acutezza nel riconoscere il talento là dove si trova.
In questi due giorni di festa e di lavoro, operatori e winelovers potranno incontrare 70 vignaioli che hanno scelto il rispetto della natura nel loro lavoro. Tutti i partecipanti aderiscono infatti alla Carta dei Principi che riconosce alcuni valori comuni: l’agricoltura biologica o biodinamica in vigna, la vinificazione con i soli lieviti indigeni presenti sull’uva e l’uso limitato di solfiti.
"In campo vitivinicolo la biodiversità è un grande valore" racconta l’organizzatrice Barbara Pulliero "non solo per la vitalità dell’ambiente in cui i vigneti si trovano, ma anche per l’armonia e la complessità dei vini che nascono dalla raccolta di queste uve". E in questo salone la biodiversità è davvero tanta! I vignaioli portano infatti in degustazione numerosi vini ottenuti da vitigni autoctoni, spesso salvati dall’estinzione grazie alla passione di poche persone che ci hanno creduto, vini da vecchie vigne che conservano una impressionante complessità di biotipi. Ma questi vini portano con sé anche una grande diversità di territori: dai vini nati in montagna a quelli che portano con sé i profumi della macchia mediterranea, vini che conservano l’impronta del terreno su cui sono nati e dell’ambiente in cui le uve sono maturate. Già, perché quando l’obiettivo della vinificazione è l’espressione del territorio e della singolarità dell’annata, occorre solo proteggere ed accompagnare le uve nella propria trasformazione in vino.
Accanto ai vignaioli saranno presenti produttori artigianali di formaggi, conserve e salumi. Grazie alla partecipazione della Fiera del Riso di Isola della Scala, i visitatori potranno inoltre scoprire e gustare l’eccellenza del territorio: il riso Nano Vialone Veronese IGP proposto dal mastro risottaio Luca Brutti secondo le ricette tradizionali.
Due giornate di conoscenza e assaggi per incontrare quei piccoli produttori coraggiosi e appassionati che mettono al centro la biodiversità, limitando trattamenti e pratiche di cantina. Il tutto in un ambiente rilassato, conviviale ed elegante. Ma anche l'occasione per scoprire qualcosa di più sul mondo del vino attraverso incontri con autori ed esperti che potrete scoprire nei prossimi giorni sul sito del salone.
Natural Born Wines è realizzato con il sostegno di Rastal e Nomacorc – Vinvention.

Per informazioni:
- Telefono: 3487186660

giovedì 17 giugno 2021

In questo articolo ti spiegherò come conservare le lenticchie, tranquillo, nulla di particolarmente difficile. Le lenticchie sono un fagiolo è un legume versatile che può essere conservato a tempo indeterminato. Sono stati persino trovati in tombe egizie risalenti a più di 5.000 anni fa. Con il passare del tempo, il sapore di una lenticchia può deteriorarsi lentamente. Quindi, è opportuno consumare questo tipo di legume entro e non oltre un anno.

Come selezionare le lenticchie

Le lenticchie sono disponibili solo essiccate. Quando vengono raccolte, le lenticchie assomigliano ai piselli. Le lenticchie (cosa sono le lenticchie) sono in realtà semi che crescono in due per un baccello e vengono essiccati dopo la raccolta. Non vengono utilizzate fresche. Seleziona lenticchie asciutte, sode, pulite e non sgualcite. Le lenticchie in scatola sono disponibili nei maggiori negozi o supermercati al reparto legumi, e sono altrettanto facili da cucinare. I semi richiedono un tempo di cottura dai 10 ai 40 minuti, a seconda della varietà. Tempi di cottura più brevi sono necessari per le varietà senza la buccia, come la lenticchia rossa.

Tipi di lenticchie

La maggior parte delle varietà di lenticchie hanno un sapore caratteristico e terroso. Le lenticchie sono utilizzate in tutto il mondo per cucinare molti piatti diversi. I piatti a base di lenticchie (in questa pagina ci sono i 10 migliori piatti di lenticchie secondo salepepe.it) sono più diffusi in tutta l’Asia meridionale, nelle regioni del Mediterraneo e nell’Asia occidentale.
Se la tua ricetta richiede una lenticchia che manterrà la sua forma una volta cotta, le comuni lenticchie marroni sono la scelta migliore. Le lenticchie marroni hanno ancora il loro mantello e non sono state divise.
La maggior parte delle lenticchie rosse, gialle e arancioni tendono a disintegrarsi con una lunga cottura, perché gli scafi sono stati rimossi. Dal sapore leggermente dolce, sono meglio riservate a zuppe frullate o addensanti per stufati (qui una ricetta di zuppa di lenticchie).
Altre scelte includono lenticchie francesi che sono verde oliva e color ardesia. Le lenticchie francesi saranno le più sode una volta cotte. Le lenticchie verdi persiane diventeranno marroni durante la cottura e diventeranno teneri pur mantenendo la loro forma. Le lenticchie più saporite (e più costose) sono le lenticchie francesi di Puy, che mantengono anche la loro forma.
Potresti trovare farina di lenticchie in alcuni mercati specializzati. La farina di lenticchie viene utilizzata in India per fare un impasto fermentato per la panificazione.

Come conservare le lenticchie

Ti consigliamo di conservare le lenticchie in una confezione sigillata o in un contenitore ermetico in un luogo fresco, asciutto e buio. Le lenticchie essiccate sono un alimento base in tutto il mondo questo perché hanno una durata di conservazione indefinita, dell’alto valore nutritivo, e perché sono relativamente impermeabili alle condizioni di crescita simili alla siccità. La maggior parte della fornitura mondiale di lenticchie viene raccolta da Canada, India e Australia.
Nel tempo, il colore di questo legume conservato, potrebbe sbiadire un po’, ma il sapore non si deteriorerà in modo evidente. Gli esperti alimentari suggeriscono che per il miglior sapore e valore nutrizionale, è quello di consumarle entro un anno. Scartare le lenticchie che sono esposte all’umidità o all’attività degli insetti.
Proprio come il riso, le lenticchie assorbono acqua e raddoppiano le dimensioni quando sono cotte.
Le lenticchie cotte possono essere conservate in frigorifero fino a una settimana in un contenitore sigillato. Le lenticchie cotte possono anche essere congelate fino a sei mesi.

mercoledì 16 giugno 2021

Valfrutta, marca leader nel mercato delle conserve vegetali e da sempre attenta a soddisfare le richieste del consumatore con prodotti sani, ottenuti con ingredienti naturali e con un’alta componente di servizio, presenta Buonmix l’innovativa linea composta da tre mix a base di mais, verdure e legumi, subito pronti da consumare.

Con Buonmix, Valfrutta coniuga la delicata cottura al vapore delle verdure con la bontà e la praticità di utilizzo, per un mix di verdure pronte, fresche e selezionate, genuine e piene di gusto, perfette per arricchire un’insalata, una pasta fredda o per un tocco di creatività in cucina.
Tre sfiziose ricette ideate da uno Chef in esclusiva per Valfrutta, stuzzicanti e pronte per accompagnare con gusto ogni piatto:
- Buonmix ARANCIO, una ricetta che unisce la dolcezza di mais, carote e piselli, alla croccantezza di ceci e rapa a cubetti con un tocco di curcuma e basilico per un mix fresco e gustoso;
- Buonmix AZZURRO, la corposità delle lenticchie e il sapore pieno dei peperoni si mixano alla dolcezza di mais e piselli. Completano la ricetta le note aromati-he di noce cocco rapè e pepe rosa;
- Buonmix VIOLA, soia e cannellini si uniscono ad una fragrante combinazione di mais, farro e carote, esaltati da una nota di curry e di prezzemolo.

Una cottura sana e leggera

Cuocere al vapore significa cucinare senza grassi aggiunti e preservare tutto il gusto e le proprietà nutritive dei cibi.
La cottura a vapore è l’ideale per tutti i vegetali, perché evitando il contatto con l’acqua le verdure rimangono integre e saporite, morbide e naturalmente ricche di vitamine e sali minerali. Con Buonmix Valfrutta tutte le caratteristiche organolettiche e nutritive delle verdure sono preservate, come in natura.
Buonmix Valfrutta è un’alternativa per tutti coloro che, pur avendo poco tempo da dedicare alla cucina, sono attenti alla salute e desiderano mangiare in modo sano e nutriente senza però rinunciare al gusto ed alla praticità.
Proprio per questo il Buonmix Valfrutta possiede una marcia in più perché in grado di coniugare: naturalità e qualità, grazie alla delicata cottura a vapore che conserva intatto tutto l’apporto nutrizionale e la qualità delle verdure fresche; servizio: Buonmix Valfrutta è proposto in tre ricette esclusive e stuzzicanti, crea-te da uno Chef per esaltare naturalità, genuinità e croccantezza e per preservare vitamine, sali minerali e sapore; facilità di utilizzo, perché subito pronto anche da gustare così com’è.
Pratico, versatile, imbattibile nella qualità, Buonmix Valfrutta è la soluzione ideale per una cucina fresca e salutare, con ingredienti 100% naturali e senza conservanti.
Buonmix Valfrutta è disponibile nei punti vendita della Grande Distribuzione e della Distribuzione Organizzata.

martedì 15 giugno 2021

Lo Chef del rinomato ristorante di Monaco Rampoldi Antonio Salvatore e il Monte Carlo Hospitality Group (MCHG) sono lieti di annunciare l’apertura di Casa Limone, un accogliente ed elegante ristorante italiano fortemente ispirato dai sapori, dalle viste e dai profumi del Mezzogiorno italiano. Situato in zona Midtown a pochi passi dal Rockefeller Center, al 20 East 49th Street, Casa Limone, offre, con 133 coperti, il meglio dell’ospitalità mediterranea per colazione, pranzo e cena, con possibilità di consumazione all’interno e all’esterno.

Dopo aver ricevuto la sua prima stella Michelin ad inizio 2021 per La Table d’Antonio Salvatore, il grande salto oltreoceano di Salvatore per aprire il suo primo ristorante a New York conserva un carattere molto personale, dato che Casa Limone restituisce lo spirito dell’infanzia dello chef in Basilicata, così come l’anima delle regioni limitrofe Puglia, Calabria, Campania e Sicilia.
"Sono onorato di aprire un nuovo ristorante negli Stati Uniti in questi tempi e in questa fase di ripartenza davvero senza precedenti" afferma Antonio Salvatore, Chef & Brand Partner di MCHG "Poter proporre rivisitazioni dei piatti e degli ingredienti con cui sono cresciuto, in una metropoli come New York, è un grandissimo riconoscimento. Non vediamo l’ora di accogliere tutti a Casa Limone".
Il CEO di Monte Carlo Hospitality Group Alex Teisanu: "C’è stata a lungo una relazione simbiotica tra Monaco e New York e siamo perciò orgogliosi di portare il calore mediterraneo che regna al Sud Italia e un tocco dell’accoglienza monegasca a New York".
Casa Limone esprime pienamente l’idea de La Dolce Vita e il suo menu può essere goduto in ogni momento della giornata – una leggera colazione all’italiana, un pranzo piacevole, un aperitivo, o una serata con gli amici o i propri cari. Esibendo insieme ingredienti italiani di alta qualità a prodotti regionali e stagionali di New York, i punti salienti del menu includono una selezione di pesce crudo; burrata pugliese, l’indiscusso simbolo del Sud Italia; pasta fatta in casa, abbinata con ricchissime salse; la pizza, caposaldo di Napoli, preparata in forno a legna; abbondanti entrée come il Tortino alla Parmigiana, la Pasta alla Norma, il Polpo alla Luciana, le cozze alla Tarantina, il Timballo di Pasta, e – piatto tipico della Basilicata – l’Agnello alla Lucana. Per infondere in ogni pasto un tocco di dolce, dei cornetti fatti in casa sono sempre disponibili al mattino così come gelato artigianale, cannoli, cassata e tiramisù sono a disposizione degli ospiti mattina, pranzo e sera.
La proposta di bibite include alcuni dei classici cocktail italiani (Negroni, Aperol Spritz) al fianco di nuove iterazioni, ispirate dalla vitalità di New York (Fiore Bianco, Sgroppino al Limone). La carta dei vini pregiati offre un’ampia selezione di etichette del Sud Italia – ma anche norditaliane, francesi, argentine e americane –, in aggiunta ad una scelta di spumanti, disponibili in intere e mezze bottiglie.
Il design e l’arredamento di Casa Limone sono stati pensati per creare uno spazio che fosse complementare al cibo proposto, e che prendesse ispirazione dalle strade e dai paesaggi dei piccoli paesi del Sud Italia. Gli ospiti sono accolti a Casa Limone da una storica e restaurata Vespa color giallo-limone e da pareti piastrellate in pietra lavica. Il locale è distribuito su due piani. Il piano terra esibisce un bar, da 17 posti, in marmo bianco e con sedie in velluto royal blue e alti tavoli, affiancato da una zona pranzo più intima, con sedie in velluto arancione, un divanetto color verde foresta e un reticolo floreale che concede ai commensali una sbirciata nella cucina. Salendo al secondo piano, gli ospiti sono condotti ad un pergolato con viti rampicanti e fiori sospesi, esaltati da una parete in pietra e da persiane che richiamano il passeggiare per le strade italiane. Verso il fondo del piano superiore è possibile osservare un pregevole forno per la pizza ornato di un mosaico dorato, con uno sfondo piastrellato di un blu intenso, ad imitare le profondità del Mar Mediterraneo. Le pareti sono rivestite con espositori che pongono in bella vista variopinte bottiglie di Limoncello e piatti prodotti e dipinti artigianalmente.

domenica 13 giugno 2021

In giro per la Liguria - e, sconfinando, anche nella regione francese della Provenza - può capitare di imbattersi in tipi di pasta chiamati crosetti, curzetti o cruxetti. Nell’estremo Levante ligure, tra Chiavari, Lavagna, Sestri Levante e Varese Ligure, si sente invece più spesso parlare di corzetti oppure, meglio, di croxetti. Ed è proprio il croxetto di Varese Ligure, in provincia di La Spezia, l’ultimo prodotto in ordine di tempo a venire riconosciuto Presidio Slow Food.

Dall’Arca del Gusto a Presidio Slow Food

"Il croxetto viene chiamato in molti modi diversi, ma soltanto quello di Varese Ligure è Presidio, perché è l’unico a essere diventato per davvero un patrimonio del luogo e della comunità che lo abita" spiega Edmondo Colliva, referente Slow Food del Presidio.
Il croxetto, che da tempo fa già parte dell’Arca del Gusto di Slow Food, è un tipo di pasta fresca dalla ricetta molto semplice: farina 0, uova, acqua e un pizzico di sale. La particolarità sta nella forma e nel modo in cui la si ottiene: la pasta viene stesa e ritagliata con appositi stampi cilindrici in legno (chiamati anch’essi croxetti e costruiti a mano dagli artigiani locali) grazie ai quali si ottengono dei “dischetti” che portano impresso il disegno inciso sul legno stesso. Un procedimento che ricorda quello con cui si coniano le monete: proprio questa somiglianza ha fatto sì che questa pasta venga conosciuta anche con il nome di "moneta nel piatto". Normalmente, il disegno sugli stampi riprende semplici forme geometriche. Una tradizione antichissima, che oggi rischia di andare perduta.
Anche se l’origine di questa pasta fresca non è facilmente databile, non ci sono dubbi sul fatto che le prime notizie vadano cercate diversi secoli fa, forse addirittura nel tardo medioevo.
"Il fatto stesso che il nome croxetto mantenga la x - aggiunge Colliva - è una prova di quanto antica sia la tradizione. Questa lettera dell’alfabeto, che nel dialetto ligure viene pronunciata come una g dolce, ai tempi della Serenissima di Genova era infatti molto diffusa". E il nome stesso, prosegue il referente Slow Food, potrebbe derivare da crosetto, il termine con cui si indicavano le monete coniate ai tempi della Repubblica di Genova e sulle quali veniva spesso raffigurata una croce.
Piatto simbolo delle grandi occasioni, il croxetto non rappresenta però soltanto una tradizione culinaria: in queste zone del Levante ligure, infatti, per secoli si è tramandata l’usanza che il padre dello sposo omaggiasse la futura nuora con un vassoio di croxetti corredati dal relativo stampo in legno. I disegni che vi venivano incisi sopra, normalmente, erano forme semplici, geometriche, o tuttalpiù poteva trattarsi di un disegno richiesto dalla famiglia che ne commissionava la realizzazione.
"Ancora oggi, non c’è famiglia di Varese Ligure che non porti in tavola almeno una volta all’anno, per un’occasione importante, questa pasta" racconta Colliva. Eppure il rischio che questa tipicità venga perduta c’è: benché diffusa, l’abitudine a prepare i croxetti rimane infatti perlopiù "famigliare, privata" prosegue il referente Slow Food. Il pericolo, insomma, è che man mano che il tempo passa scompaiano le persone più preparate senza che se ne tramandi l’arte. Non solo: cominciano anche a diffondersi imitazioni che modificano la ricetta, trasformando i croxetti da pasta fresca a secca.
Il Presidio nasce per riscoprire e valorizzare un prodotto antichissimo che, come visto, nelle infinite varianti oggi reperibili in commercio ha perso la propria autenticità. Della comunità del Presidio fanno parte una decina di soggetti, dagli artigiani che intagliano gli stampi a chi coltiva e macina la farina, fino ai locali che preparano i croxetti. Tra questi c’è Marco Marcone, referente dei produttori e cuoco dell’Albergo Ristorante Amici di Varese Ligure.
"Ricordo che negli anni ‘70 e ‘80, forse per il desiderio di modernità e novità a tutti i costi, i croxetti finirono un po’ nel dimenticatoio - racconta Marcone -. Ma dagli anni ‘90 sono tornati prepotentemente di moda: noi cerchiamo di averli in menù ogni giorno, anche se la loro preparazione è lunga e faticosa. Ogni anno, a occhio e croce, ne prepariamo più di 1500 porzioni!".
In tavola, i croxetti possono venire serviti in tre modi diversi: in rosso "au tuccu", conditi cioè con un sugo di carne di manzo; in bianco "in giancu", ovvero con un condimento di maggiorana e pinoli; e infine in verde, al pesto.
La zona di produzione comprende il Levante ligure, in particolare Varese Ligure e i comuni limitrofi. Il Presidio Slow Food dei Croxetti di Varese Ligure è sostenuto da Italnolo Te.Co. Srl.

venerdì 11 giugno 2021

Il Salone dei vini e degli oli del Sud Italia, uno tra i primi eventi in presenza del mondo del vino aperto al pubblico, si svolgerà martedì 15 giugno 2021 dalle 15 alle 21 al Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari. La giornata, evento conclusivo della XVI edizione della manifestazione Radici del Sud (10-15 giugno), sarà l’occasione in cui il pubblico potrà degustare le eccellenze di circa cento aziende del Sud Italia. Per la prima volta saranno presenti anche produttori provenienti da Sardegna, Abruzzo e Molise, assieme a quelli di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia.

Si tratta di un appuntamento imperdibile per gli appassionati di questi territori e dei loro prodotti, che potranno scoprire in un unico luogo le storie degli artigiani che ci lavorano e i sapori dei loro frutti. Per quanto riguarda la sicurezza, il Castello è dotato di spazi molto ampi ed è particolarmente adatto al rispetto delle regole sanitarie anti Covid-19 e al mantenimento delle distanze sociali. Lo stesso giorno, alle ore 11, avrà luogo anche la proclamazione dei vincitori del Concorso dei migliori vini nella corte del Castello, alla presenza dei Presidenti di Giuria e di tutti gli ospiti nazionali e internazionali. Per partecipare all’evento sarà necessario registrarsi sul sito della manifestazione, oppure si potrà seguire la diretta sui canali YouTube e Facebook di Radici del Sud.
La rassegna è patrocinata e promossa dal Consiglio Regionale, dal Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia e dal Comune di Sannicandro di Bari. Gli ingressi saranno a numero limitato e contingentati in tre fasce orarie: dalle 15 alle 17, dalle 17 alle 19 e dalle 19 alle 21. Per accreditarsi o accedere è necessario effettuare la registrazione o acquistare il biglietto sul sito della manifestazione www.radicidelsud.it o contattare la segreteria al 3385938322 o radicidelsud@gmail.com.
Si ringraziano per il contributo organizzativo: Assoenologi PCB, Slow WINE, Vinarius, AEPI, Ais Puglia, Vinodabere, LucianoPignatarowineblog, Intravino.

RADICI DEL SUD 2021 - Salone dei vini e degli oli del Sud
Dove: Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari
Apertura al pubblico: 15 giugno 2021
Orario: dalle 15 alle 21 (a numero limitato e contingentati)
Ingresso: kit di degustazione €15 (comprensivo di bicchiere, sacca portabicchiere e quaderno di degustazione)
Parcheggio: disponibile
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.

martedì 8 giugno 2021

Quando si piantano i carciofi è una domanda che ogni anno gli amanti del fai da te si pongono. In questo articolo cercheremo di aiutarti per un abbondante raccolto. Con foglie lunghe e argentee e fiori sorprendentemente attraenti, il carciofo è un’aggiunta unica al tuo orto. Coltivare i carciofi non è difficile e con la corretta semina, irrigazione e potatura, puoi goderti un raccolto abbondante. Il carciofo è una pianta perenne della famiglia del cardo che produce lunghe foglie lobate di colore verde argento che fanno sembrare il carciofo una felce gigante.

VALORI NUTRIZIONALI DEL CARCIOFO 100 GR

22 kcal
Proteine 2,7 g
Grassi 0,2 g
Carboidrati 2,5 g
Zuccheri semplici 1,9 g
Fibre 5,5 g

DESCRIZIONE ATTIVITÀ DI COLTIVAZIONE DEI CARCIOFI

Vangare il terreno e arricchire con compost organico
Crea dei canali dove verranno posizionate le piantine o i semi
Dimora in pieno sole
Distanziare le piante: 80 centimetri sulla fila e 90 tra una fila e l’altra

NOTE FINALI

Terreno dal pH tra 6 e 6,5, sciolto e ben drenato
Concimazione per arricchire il terreno
Il carciofo teme le gelate
Attenzione ai ristagni idrici
Come piantare i carciofi e come coltivarli

I membri della famiglia dei cardi sono noti per la loro capacità di crescere in quasi tutti i luoghi. Poiché i carciofi richiedono molto spazio e una lunga stagione di crescita, quando si piantano i carciofi e come si coltivano per ottenere grandi raccolti, è una preoccupazione primaria per molti coltivatori fai da te.

Scegliere la posizione giusta per coltivare il carciofo

La cura delle piante di carciofo inizia con un ottimo drenaggio e molta luce solare. Spesso, i coltivatori fai da te, credono che le loro piante di carciofo non siano tornate in primavera a causa di un inverno freddo. Ma in realtà, la colpa è solitamente del terreno inzuppato. Restare costantemente bagnati danneggerà la corona e l’apparato radicale del carciofo, che adora assorbire tutto l’azoto del terreno. Se stai piantando carciofi nel tuo orto, le buone piante da compagnia del carciofo includono piselli, cavoli, girasoli e dragoncello. Queste piante non competeranno per i nutrienti.

Preparazione del terreno per la coltivazione del carciofo

I carciofi crescono nella maggior parte dei terreni, ma un terreno ricco di sostanze nutritive e lavorato a fondo, pieno di materia organica, aumenterà il raccolto dei carciofi. Per controllare la consistenza del terreno, afferrane una manciata, strizzalo e poi apri la mano. Il terreno adeguatamente miscelato non si accumulerà, ma non si sfalderà. Dovrebbe sbriciolarsi delicatamente sul palmo della mano. Per preparare il tuo letto di carciofi, scavare la fila di almeno 20 cm di profondità e lavorare con del compost. Per un grande orto di carciofi, mescola 50 kg di letame per ogni 30 metri quadrati di orto.

Come piantare i carciofi

Piantare carciofi dai semi può essere un po’ un azzardo: non sempre rimangono fedeli alle etichette dei pacchetti di semi. Coltivare carciofi dal seme non è impossibile, ma sappi che ci vuole un po’ di tempo. Le piantine di carciofo di solito devono avere circa 60 giorni prima di essere trasferite nell’orto. Le divisioni delle radici sono un’opzione più semplice e sono ampiamente disponibili presso vivai e centri di giardinaggio sia locali che online. Le piante di carciofo richiedono pieno sole, quindi se le pianti troppo vicine tra loro, le piante grandi possono ombreggiare quelle più piccole. Pianta i tuoi trapianti di carciofi di fila a un intervallo di un metro e mezzo. Posizionare file da 2 metri l’una dall’altra consentirà spazio per annaffiare, concimare e raccogliere facilmente i carciofi.

Annaffiare i carciofi regolarmente

I carciofi amano l’acqua. Ne hanno bisogno per produrre boccioli teneri. Come un cardo, il potere perenne di una pianta di carciofo risiede nelle sue radici profonde. Le estati estremamente calde possono far sì che i boccioli di carciofo si aprano rapidamente in fiori. Per evitare che ciò accada, l’irrigazione dall’alto può mantenere basse le temperature in modo che i boccioli non si aprano. La pacciamatura intorno a ciascuna pianta può anche aiutare a ridurre la temperatura del suolo e l’evaporazione dell’acqua.

Quando pianti e coltivi i carciofi, utilizza un fertilizzante

Prendersi il tempo per fertilizzare correttamente il letto di carciofi, fornisce alle piante i nutrienti essenziali per un inizio ben consolidato. Applicare un fertilizzante vegetale equilibrato ogni due settimane durante la stagione di crescita per piante sane e rese elevate.

Raccolto

Il bocciolo di carciofo centrale matura il più velocemente e cresce il più grande. Quando raccogli i carciofi, tutto ciò di cui hai bisogno è un taglierino per tagliare il gambo a circa 1-3 pollici dalla base del bocciolo. Il gambo diventa un utile manico quando si taglia il carciofo. Dopo aver raccolto la gemma centrale, la pianta di carciofo produrrà germogli laterali con piccoli germogli di diametro compreso tra 8 e 10 cm. Questi germogli laterali sono estremamente teneri e saporiti.

Potatura del carciofo

Una volta che la pianta smette di produrre gemme in autunno, la potatura dei carciofi aiuta a prepararsi per lo svernamento. Basta tagliare il gambo del carciofo a pochi centimetri dal suolo. Applicare uno spesso strato di foglie o paglia sul letto di carciofi per proteggere le piante dagli inverni freddi. Se il clima invernale scende sotto i 15 gradi, alcune piante potrebbero essere danneggiate. Rimuovi il pacciame in primavera dopo l’ultima data di gelata per la tua zona di coltivazione.

Come tagliare i carciofi

La potatura di un carciofo non è difficile una volta compreso il procedimento. I carciofi richiedono solo un po ‘di lavoro dopo la raccolta per diventare commestibili.
Usa un coltello seghettato per tagliare il terzo superiore del bocciolo di carciofo.
Rimuovere i 2 strati esterni di foglie attorno allo stelo.
Usa le cesoie da cucina per tagliare le punte affilate di ogni foglia esterna rimanente.
Se vuoi che il carciofo rimanga piatto, taglia il gambo. Altrimenti, sbuccialo semplicemente con un coltello da cucina.
Mettere il carciofo tagliato in una ciotola di acqua e limone per mantenerlo fresco fino al momento di cuocerlo a vapore.
Bene, la nostra guida inerente alla domanda quando si piantano i carciofi è giunta al termine, facci sapere nei commenti se i nostri spunti ti abbiano aiutato a coltivare un orto abbondante di carciofi.

domenica 6 giugno 2021

Il miele millefiori di VIS, prodotto esclusivamente da apicolture della Valtellina, è il migliore della sua categoria secondo il test condotto da Altroconsumo su 22 referenze presenti in GDO. Nato nel cuore della Valtellina, considerata la nuova Food Valley Italiana, unisce l’eccellenza della lavorazione ai concetti di benessere e alta qualità.

Etichetta, autenticità, freschezza e la presenza di impurità sono solo alcuni dei criteri applicati e utilizzati da Altroconsumo per effettuare la prova prodotto. Oltre alla valutazione oggettiva di questi parametri è stata coinvolta una giuria di esperti per un'approfondita analisi sensoriale e gustativa. Il miele Millefiori di VIS, storica azienda valtellinese famosa per le sue confetture, ha superato tutti i test di qualità sorpassando la concorrenza.
Dal gusto avvolgente, noto per le sue sfumature di sapore che variano di anno in anno, in base alla stagione di raccolta, alla zona e, soprattutto, ai fiori presenti vicino all’alveare, il millefiori è da sempre la tipologia di miele più consumata in Italia e nel mondo e VIS ha scelto di aggiungere al suo prodotto, oltre alla cura con cui realizza le sue confetture, anche un valore aggiunto certificato e affidabile: la Valtellina.
Oltre al millefiori, VIS produce anche il miele d’Acacia che viene prodotto dai migliori apicoltori della Lombardia, quello di Castagno, dal sapore pungente, che rende questo miele unico nel suo genere, e infine quello di Tiglio, noto per il suo retrogusto fresco, quasi a ricordare la menta.

mercoledì 2 giugno 2021

La pizza napoletana non è mai stata così healthy. Nella centralissima via Della Moscova ha aperto il secondo indirizzo di Vurria Milano, insegna milanese fondata da Fabrizio Margarita che rivoluziona l’esperienza della pizza partenopea con un’attenzione particolare all’alimentazione sana e leggera. L’impasto delle sue pizze contiene infatti un ingrediente dalle molteplici proprietà benefiche, l’aloe vera, che, unita alle farine di tipo 1 e alla lievitazione di almeno 30 ore, gli conferisce particolare leggerezza e digeribilità, senza alterare il gusto inconfondibile del piatto-simbolo di Napoli.

La nuova location di via Della Moscova consolida la presenza di Vurria sulla piazza milanese dopo il successo del primo ristorante inaugurato alla fine del 2019 in via Borsieri, in zona Isola. Ottanta in totale i coperti, di cui 30 nel dehors affacciato sulla prestigiosa via e 50 nella sala interna, in uno spazio moderno, dall’atmosfera intima e informale, progettato dallo studio di architettura Di Domenico & Partners di Napoli.
"L’idea di utilizzare l’aloe nasce dall’incontro con il maestro pizzaiolo Vincenzo Lettieri, l’inventore di questo tipo di impasto" racconta il fondatore di Vurria Fabrizio Margarita. Originario di Aversa (CE), l’imprenditore vanta un’esperienza ventennale nella ristorazione a Londra, dove è titolare di Bianco43 e Osteria al Mercato. Il progetto di Vurria nasce dalla volontà di scommettere sull’Italia, cui è ancora fortemente legato. "Il nostro è il Paese più bello del mondo, ma dal punto di vista della ristorazione ci sono moltissimi margini di crescita: per questo sono convinto che investire in questa nuova ed emozionante avventura a Milano sia stata la scelta giusta, soprattutto in questo momento di ripartenza e rinascita".
Protagonista della carta è la pizza, ma non solo: in menù, oltre alle "rosse" e alle "bianche", ci sono i calzoni, fritti e al forno, e gli irresistibili "panuozzi", realizzati con l'impasto della pizza e ripieni di gustosissime farciture. Il pizzaiolo Vincenzo Lettieri propone come fuori menù "La pizza del mese", ideata insieme alla biologa e nutrizionista Giorgia Arosio, con ingredienti di stagione studiati per garantire un'alimentazione sana e bilanciata. La proposta di giugno è la "Fragolosa": impasto all’aloe condito con fiordilatte, vellutata di asparagi, in uscita mousse di ricotta e fragole, cialda al parmigiano, semi di sesamo neri, olio evo e basilico fresco.
Chi vuole "spizzicare" in attesa del piatto forte ha a disposizione un’ampia scelta di antipasti e "sfizi": dalle imperdibili frittatine alle polpette di manzo con sugo di pomodoro e grana, dalla classica scarola alla napoletana ai deliziosi fritti - zeppole di alici e crocchè di patate -, fino alla selezione di insalate con ingredienti freschi e stagionali. Dulcis in fundo, l’iconica "Polacca" di Mungiguerra, tipico dolce di Aversa farcito con crema pasticcera e amarene.
Accurata anche la selezione di bevande: in carta vini rossi, bianchi e bollicine; birre rigorosamente artigianali di Birrificio Milano e KBirr – Cuoredinapoli; alcuni cocktail classici; i digestivi Nastro D’Oro della Penisola Sorrentina e una selezione di rinfrescanti infusi di tè biologici e matè, red e green.
Il concept di Vurria è semplice, ma accattivante, ideale a pranzo e a cena: materie prime d’eccellenza, di rigorosa provenienza partenopea, piatti golosi e un twist healthy, per vivere l’autentica esperienza della pizza di Napoli senza rinunciare alla leggerezza.

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