giovedì 29 ottobre 2020

Il 2020 rimarrà nella storia per molte ragioni, prima fra tutte l’emergenza causata dal Covid-19, che ha messo tutto il mondo in stand-by per diverse settimane. Anche dal punto di vista vitivinicolo però ci sarà molto da ricordare: un anno dinamico, pieno di colpi di scena climatici che hanno mantenuto una suspense incredibile sino agli ultimi giorni di vendemmia. Senza dubbio, tra pochi anni il 2020 verrà ricordato anche per un’altra annata di grandi vini a Bolgheri.
Nelle parole che seguono, il racconto di Axel Heinz, Direttore della tenuta:

All'inizio la quiete, poi la "tempesta" Covid

Nulla durante l’inverno avrebbe fatto presagire un’annata troppo diversa dal solito eccetto il ripetersi di un clima mite e piovoso, con temperature solo di rado vicine a 0°C. Tuttavia, all’inizio di marzo, si è fatto appena in tempo a finire i lavori invernali in vigna e ad imbottigliare Le Volte dell’Ornellaia prima che fosse imposto il lockdown a livello nazionale. Fortunatamente le gemme si sono prese il loro tempo e sono sbocciate nell’ultima settimana del mese, dando così al team di Ornellaia il tempo di prepararsi e organizzarsi per operare in piena sicurezza.

Una primavera magnifica, momento di serenità

In aprile Madre Natura sembra aver voluto compensare le difficoltà del lockdown regalando ai vigneti un clima da manuale fino alla fine di maggio, con giornate calde e prevalentemente asciutte. La crescita delle viti è stata regolare e ha permesso di effettuare la potatura delle chiome senza troppa fretta. Fioritura e allegagione sono avvenute in condizioni ideali durante l’ultima settimana di maggio. Giugno è stato invece piuttosto piovoso, con lo sviluppo delle viti che ha subito un’accelerazione. I grappoli sono cresciuti sensibilmente in questo periodo ed è stato necessario un notevole lavoro in vigna per tenere sotto controllo le chiome.

Luglio e agosto: il mito dell'estate bolgherese è una realtà

Luglio è stato caldo e secco, condizione fondamentale per innescare l’invaiatura che si è sviluppata, puntuale e lenta, verso la fine del mese. In agosto le temperature sono aumentate ulteriormente, per un totale di 47 giorni sopra i 30°C durante tutta la stagione, con picchi frequenti di 36°/37°C che hanno reso questa estate di fatto paragonabile a quella del 2015.
Come ci saremmo potuti aspettare, i primi campioni di Sauvignon Blanc all’inizio di agosto mostravano già un’alta concentrazione di zuccheri che lasciava prevedere una vendemmia anticipata. Fortunatamente le alte temperature diurne di notte scendevano sotto i 20°C, permettendo alle uve di sviluppare il loro potenziale aromatico e mantenere buona acidità.
Intanto, la maturazione dei vitigni a bacca rossa progrediva con calma, creando un interessante potenziale fenolico. Negli ultimi giorni di agosto la pioggia è arrivata in tempo per alleviare lo stress idrico in eccesso e abbassare le temperature. Durante la vendemmia del Merlot le temperature sono scese fino a 14°-15°C di notte, condizione perfetta per raccogliere queste uve nel picco di fragranza e vivacità.

Vendemmia: solo la pioggia può fermarci

I primi grappoli di Sauvignon Blanc sono stati raccolti il 13 agosto, terminando con gli ultimi il 25 del mese. Il Viognier ha visto tempi di raccolta simili, tra il 14 e il 28 del mese, mostrando livelli di zuccheri moderati ed eccellente acidità. Per i rossi si è cominciato il 3 settembre con le viti più giovani di Merlot.
A metà settembre un cambiamento improvviso: un’ondata di calore poco prima che la vendemmia del Merlot e del Vermentino fossero completate. I gradi zuccherini sono saliti e le bacche hanno cominciato a concentrarsi, accelerando la maturazione. In molti vigneti è stato necessario raccogliere in due passaggi, per separare i frutti sani da quelli scottati dal sole. Il Cabernet è stato raccolto subito dopo il Merlot, fatto raro per Ornellaia, così come la raccolta in contemporanea di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot.
Una seconda ondata di piogge, stavolta più lunga, ha permesso un momento di riposo al team in vendemmia, che è poi ripartita negli ultimi giorni del mese terminando piuttosto in anticipo rispetto agli standard il 3 di ottobre. Una settimana più tardi si è svolta la vendemmia tardiva delle uve nobili di Petit Manseng utilizzate per il vino da dessert della tenuta che si è conclusa il 9 ottobre.

Prime impressioni sui vini: tutto è bene ciò che finisce bene

"Posso sicuramente dire che la 2020 sarà un’annata di successo per tutti i vini di Ornellaia", così conclude Axel Heinz il suo racconto della vendemmia.
Vista l’estate particolarmente calda, le uve a bacca bianca sono state raccolte in anticipo per preservarne aromi e freschezza. Il Sauvignon Blanc si è presentato molto equilibrato, con alcool moderato, acidità fresca e succosa e magnifiche espressioni di frutti tropicali maturi. Vermentino e Viognier sono ricchi e floreali e al tempo stesso di buona vivacità, mentre il Petit Manseng ha raggiunto livelli di concentrazione raramente visti prima.
I rossi sono molto promettenti, con uno stile ricco e strutturato. Il Merlot ha una tessitura vellutata e grande intensità di frutta rossa pienamente matura, ma senza alcuna pesantezza. Il Cabernet Sauvignon in alcuni casi è ancora in fermentazione, ma i primi assaggi rivelano vini dal portamento regale, con colori scuri e classiche note di ribes nero e vegetali, strutture tanniche solide e dense.
Non è più un segreto che Bolgheri sia uno dei luoghi migliori per crescere il Cabernet Franc, ma il livello raggiunto con l’annata 2020 non può che impressionare. Ricco, denso e dai tannini raffinati, esplode letteralmente in note di ribes nero, violetta e delicati aromi vegetali.

mercoledì 28 ottobre 2020

Gruppo Eurovo amplia l’universo de le Naturelle con la brand extension le Naturelle Gourmet, una nuova categoria di prodotti dedicata agli appassionati di alta pasticceria che desiderano risultati professionali da veri "pastry chef" nella propria cucina di casa e a tutti i palati più esigenti. L’azienda italiana, leader in Europa nella produzione e distribuzione di uova e ovoprodotti, rafforza il posizionamento del proprio top consumer brand con una gamma di referenze uniche sul mercato, che unisce genuinità e qualità a ricerca e innovazione.

Le Naturelle Gourmet presenta una nuova linea di semilavorati professionali prodotti con uova 100% italiane di categoria A da allevamento a terra, senza conservanti né additivi. Facilissimi da usare e versatili nella preparazione di innumerevoli ricette, sono ideali sia per gli esperti che sanno già dilettarsi in preparazioni gourmet sia per chi ha meno esperienza in cucina ma non per questo vuole rinunciare a ricette ricercate e cucinate a regola d’arte. A fornire spunti e consigli è il packaging, caratterizzato da una proposta di utilizzo sul retro e arricchito da un QR code, da cui è possibile visualizzare sul proprio smartphone ricette tradizionali o dal sapore contemporaneo.
La linea le Naturelle Gourmet è composta da 3 innovativi preparati:
- Preparato per Meringa Macarons le Naturelle Gourmet: composto da albume da uova 100% italiane di categoria A da allevamento a terra e zuccheri, è ideale per la preparazione di meringhe, macarons, torta pavlova e molto altro. Perfette da guarnire con marmellata e ganache.
- Preparato per Torte Soffici Pan di Spagna le Naturelle Gourmet: composto da tuorlo e uova 100% italiane di categoria A da allevamento a terra è la base perfetta per realizzare torte soffici, come la classica torta margherita, ma anche pan di Spagna e arrotolati, ideali da farcire con creme, panna o marmellata.
- Preparato per Mousse, Creme e Tiramisù le Naturelle Gourmet: composto da tuorlo da uova 100% italiane di categoria A da allevamento a terra, rende speciale ogni dolce creazione cremosa come la mousse al cioccolato, la bavarese ai lamponi, il parfait alle mandorle e il tiramisù.
I Preparati le Naturelle Gourmet sono disponibili in banco frigo nelle insegne della GDO a partire dal prossimo autunno-inverno. Contraddistinta da un nuovo ed elegante logo dedicato, la linea sarà ampliata nei prossimi mesi con nuove referenze di prodotto.
"Siamo orgogliosi di arricchire il nostro top consumer brand con la nuova linea le Naturelle Gourmet, una gamma di prodotti destinati a rivoluzionare la pasticceria fatta in casa, avvicinandola sempre di più a quella professionale. Da sempre le Naturelle rappresenta la nostra linea più innovativa, in cui abbiamo sempre unito eccellenza in ricerca e sviluppo alla qualità degli ingredienti. L’innovazione è un valore che caratterizza il nostro lavoro da sempre e che ci spinge ad anticipare le richieste di una clientela sempre più attenta ed esigente. Con le Naturelle Gourmet, l’alta pasticceria arriva finalmente nelle cucine degli italiani" spiega Federico Lionello, Direttore Marketing e Commerciale di Gruppo Eurovo.

martedì 27 ottobre 2020

Perché, se la cena servita ben prima delle 20.30 è una pratica consolidata in moltissime realtà della ristorazione internazionale (Noma, a Copenhagen, apre alle 17.00, stesso orario di Dinner by Heston Blumenthal a Londra; il primo turno di servizio da Alain Ducasse at the Dorchester sempre a Londra e da Rutz a Berlino è alle 18.00; RyuGin a Tokyo e Da Vittorio Shanghai aprono anch’essi alle 18.00), nei Paesi dell’Europa latina orari di prenotazione così anticipati sono ancora molto difficili da trovare, anche per ragioni climatiche.

Un early dinner, seppur poco ortodosso, è rappresentato in Italia dalla formula sempre più rinforzata dell’happy hour che, combinando drink e menù a buffet, permette di iniziare a "mangiare" con tempistiche simili a quelle di altri Paesi. Una soluzione che per molti rappresenta anche un risparmio in termini di orario e di spesa ma che, a volte, contrasta con i più elementari principi nutrizionali, anche in termini qualità dell’offerta.
Ci si domanda quindi se l’introduzione di temporanei "coprifuoco" - come avviene ora in diverse regioni italiane - per contrastare la diffusione del coronavirus, possa condurre a un cambio di prospettiva anche nella fruizione dei ristoranti italiani.
A sostenere questa possibile, nuova modalità, l’impiego sempre maggiore dello smart working. Il lavoro da remoto permette a più soggetti di gestire in maniera autonoma tempi e obblighi di lavoro, così da poter anche "anticipare" il momento in cui si spegne il computer: sarà questo un incentivo per uscire e sedersi a tavola anche prima delle 20.00?
Per quanto sia difficile immaginare orari diversi da quelli che solitamente dedichiamo all’alimentazione, alcuni orientamenti in termini di dieta suggerirebbero di cambiare le nostre abitudini riguardo dei tempi della nutrizione, anche in un’ottica di miglioramento del benessere psicofisico generale. La crononutrizione, ad esempio, è un concetto dietetico che mette in relazione i bioritmi con l’assunzione di macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) e micronutrienti (vitamine e minerali): la distribuzione dei pasti nell’arco della giornata influirebbe in maniera positiva sui ritmi circadiani, regolando in maniera corretta l’orologio biologico del nostro corpo e sostenendone i processi metabolici: anticipare l’ora di cena ci aiuterebbe (con le giuste dosi) anche a restare in forma.
Ma i ristoratori sono davvero pronti ad affrontare un inizio anticipato del servizio a cena? E quali potrebbero essere i punti di forza e di debolezza di questo nuovo approccio? Se e come andrebbe modificata l’offerta nel menù? Si può sradicare il concetto di "apericena"?
Ecco la posizione e le riflessioni di alcuni esponenti della ristorazione d’eccellenza, relative al concetto di early dinner:

DA VITTORIO*** (Brusaporto) - Quella dell’early dinner è una formula che i Cerea sperimentano già con il ristorante di Shanghai, freschissimo di seconda stella Michelin. Anticipare gli orari serali a Brusaporto sarebbe possibile? Anche per questioni meramente "logistiche" un’operazione di questo tipo è più difficile da attuare nel tempio del fine dining alle porte di Bergamo. "Da Vittorio è una destinazione, la nostra clientela arriva spesso da fuori città: ciò significa - nel migliore dei casi - considerare almeno 40 minuti di viaggio per chi arriva, ad esempio, da Milano. Comprendiamo bene che, per gli impegni lavorativi, non tutti hanno la possibilità di muoversi (specialmente durante la settimana) già alle 18.00 e il coprifuoco regionale alle 23.00 vuol dire dover ripartire almeno un’ora prima dal ristorante. L’unica opzione è il pernottamento presso la nostra struttura ricettiva, La Dimora, ma non riteniamo che questa possa essere la soluzione definitiva alla questione” dichiarano i Cerea. Al momento, quindi, la percezione della famiglia pluristellata è che il cambiamento sia meno fattibile non tanto a livello di abitudini, quanto di agenda lavorativa della clientela".

TERRA THE MAGIC PLACE** (Sarentino) - La famiglia Schneider - proprietaria del Relais & Chateaux affacciato sulle Dolomiti - ha già avuto modo di riflettere sulla questione, vista anche la tipologia di clientela che frequenta i suoi spazi: "Più di una volta abbiamo pensato di aprire già alle 18.00, visto che tanti dei nostri ospiti arrivano dalla Germania e dalla Scandinavia dove, per consuetudine, si cena molto prima che in Italia". Ma, proprio riguardo alla nostra nazione, proseguono: "Gli italiani per loro natura sanno essere flessibili e hanno una capacità unica di adattarsi alle situazioni. Se si tratta di anticipare un piacere - piuttosto che rinunciarci - allora sono ben disponibili anche a cambiare abitudini". E chiosano: "Siamo sempre aperti a nuove idee e soluzioni, per venire incontro alle esigenze dei clienti: ogni situazione di crisi, per quanto difficile, può anche tramutarsi in un’occasione di crescita e in un’opportunità. Anche superare l’apericena!". Al momento non sono previsti cambi di menù in caso di anticipo dell’orario di apertura e prenotazione dei tavoli.

IL LUNASIA* DELL’HOTEL PLAZA E DE RUSSIE (Viareggio) - per Salvatore Madonna, Amministratore Delegato del Gruppo Soft Living Places, (la compagnia che gestisce due alberghi storici come l’Hotel Byron a Forte dei Marmi e l’Hotel Plaza e de Russie a Viareggio) "L’early dinner potrebbe essere una soluzione momentanea che va incontro ai ristoratori e permette ai cittadini di avere la possibilità di cenare al ristorante anche in questi momenti complicati. Sicuramente il pubblico deve adattarsi a una nuova situazione. Il Lunasia non offrirà nessun menu ad hoc, perché chi cena fuori deve essere soddisfatto sia in termini di possibilità di scelta che di servizio". L’unico problema che intravede è per chi lavora al ristorante perché "gli operatori non avranno uno stacco dal servizio del pranzo, ma dall’altro lato possono rientrare a casa molto prima". Se l’early dinner sradicherà il concetto di apericena? Lo spera vivamente perché crede nel valore sociale di stare seduti intorno a un tavolo per cena.

OSTERIA PERILLÀ* (Rocca d’Orcia) - Secondo lo Chef Marcello Corrado, l’early dinner non è una soluzione che risolve il problema: "L’apertura anticipata potrebbe trovare forme di applicazione in alcune realtà ristorative soprattutto di città, ma sicuramente non è una soluzione adottabile da ogni ristorante indistintamente. Nello specifico non potrebbe essere una soluzione per l’Osteria Perillà, che si trova in un antico borgo toscano". Un’apertura di questo tipo porterebbe sostanzialmente ad avere un unico turno che copre sia il pranzo che la cena: al Perillà, essendo aperti unicamente per il servizio della cena, questo non creerebbe grandi stravolgimenti in termini di organizzazione interna. Infine, per Corrado il pubblico italiano "Non è ancora pronto a stravolgere le proprie abitudini, l’early dinner di stampo nordico contrasta molto con la nostra cultura della tavola e della tradizione".

IL COMANDANTE* DEL ROMEO HOTEL (Napoli) - Si dice scettico sull’adozione dell’early dinner Salvatore Bianco, executive chef del ristorante stellato situato al decimo piano del ROMEO Hotel, con vista sul golfo di Napoli. Prima di tutto per questioni organizzative: "Personalmente non credo alla possibilità di un’apertura così presto: a livello di cucina, per una questione di riorganizzazione dei turni tra pranzo e cena; a livello di clientela, perché gli orari di lavoro attualmente non permettono un’uscita così anticipata". Al massimo, pensa Bianco, sarebbe possibile anticipare alle 19.00 l’inizio del servizio, con una formula che comprenda anche un possibile aperitivo. "Le difficoltà organizzative sarebbe comunque importanti" conclude.

IL CLUB DEL DOGE DEL THE GRITTI PALACE (Venezia) - Vanta una frequentazione molto internazionale il The Gritti Palace, A Luxury Collection Hotel, Venice, lo splendido albergo sul Canal Grande che ospita il ristorante gastronomico Club del Doge, guidato dallo chef Daniele Turco. L’early dinner dovrebbe quindi essere una consuetudine ma, come spiega Paolo Lorenzoni, General Manager della struttura: "In presenza di turisti provenienti da tutto il mondo, il sistema può anche funzionare, ma per i locali credo sia difficile immaginare un anticipo dell’orario di cena". Anche perché, in una città che ha fatto dell’aperitivo con spritz e cicheti uno stile di vita, "questo vorrebbe dire rinunciare a un rito, il che ha anche ricadute economiche importanti. Noi, ad esempio, dovremmo probabilmente sospendere il servizio lunch". Lorenzoni non crede si sia ancora pronti, a livello nazionale, ad adottare orari simili a quelli attivi, ad esempio, in Svezia. L’idea per un eventuale early dinner potrebbe puntare su finger food di qualità, sfiziosità e ottima selezione di wine pairing. Ma è categorico su un aspetto: non esiste apericena, o è l’una o è l’altra cosa.

TERRAZZA GALLIA DELL’EXCELSIOR HOTEL GALLIA (Milano) – Marco Olivieri, General Manager dell’Excelsior Hotel Gallia, a Luxury Colletion Hotel, Milano, afferma: "Abbiamo deciso di aprire Terrazza Gallia dalle 12.30 alle 14.30 e dalle 18.30 alle 22.30, mentre il bar sarà disponibile dalle 11.00 alle 23.00. Siamo molto curiosi di vedere cosa accadrà. Gli ospiti potrebbero non arrivare presto come previsto e se le restrizioni saranno di breve durata, dubito che i clienti cambieranno i propri comportamenti. Non abbiamo previsto nessuna offerta speciale per l’early dinner, ma continueremo a proporre il menu a la carte sia per il ristorante che per il bar. Non credo, infine, che l’abitudine dell’apericena possa essere superata perché ci sarà sempre qualcuno che preferisce una pausa più informale e snella, ma abbiamo gli spazi per entrambe le opzioni" conclude.
"Sono assolutamente favorevole alla proposta di early dinner" afferma fondatore del Gruppo. "Si tratterebbe di aprire la cucina alle 18.30, anziché alle 19.30 e comporterebbe semplicemente una riformulazione dei turni. Potrebbe essere un’occasione per un cambiamento nei costumi e nelle abitudini di consumo, anche se ad esempio il locale di Brera è sempre aperto, questo perché abbiamo sempre creduto di poter offrire al pubblico un luogo che accompagna ogni momento della giornata, dalla prima colazione, al pranzo, all’aperitivo fino alla cena". "Non prevediamo nessun menu ad hoc, perché non c’è motivo, l’offerta resta la stessa e spero vivamente che l’early dinner faccia tramontare l’apericena" conclude.

BIOESSERÌ (Milano) - "Sono assolutamente favorevole alla proposta di early dinner" afferma Vittorio Borgia, fondatore del Gruppo. "Si tratterebbe di aprire la cucina alle 18.30, anziché alle 19.30 e comporterebbe semplicemente una riformulazione dei turni. Potrebbe essere un’occasione per un cambiamento nei costumi e nelle abitudini di consumo, anche se ad esempio il locale di Brera è sempre aperto, questo perché abbiamo sempre creduto di poter offrire al pubblico un luogo che accompagna ogni momento della giornata, dalla prima colazione, al pranzo, all’aperitivo fino alla cena”. “Non prevediamo nessun menu ad hoc, perché non c’è motivo, l’offerta resta la stessa e spero vivamente che l’early dinner faccia tramontare l’apericena" conclude.

LA SCALETTA (Ascoli Piceno) - Anche il mondo della pizza potrebbe adottare la soluzione dell’anticipo di apertura per ovviare al problema del coprifuoco? Per Mirko Petracci, maestro pizzaiolo e patron della pizzeria La Scaletta, non sarebbe un problema di organizzazione: "È solo necessario trovare nuovi equilibri con il personale, ma se si è tutti allineati, è una soluzione realizzabile". Il problema è legato principalmente alle abitudini di consumo e a un fattore "stagionale": "In Italia il periodo di bel tempo dura maggiormente e quando le giornate sono più lunghe, tendenzialmente si esce anche più tardi". Ma se venisse adottato l’early dinner, come si comporterebbe il suo locale? "Non cambierebbe tanto in sé la proposta food, quanto quella più in generale: ci potrebbero essere più sfiziosità iniziali accompagnate da pairing cocktail, che farebbero da apripista per il piatto principale rappresentato dalla pizza".

Il dibattito resta quindi aperto.

lunedì 26 ottobre 2020

Le migliori per dimensione, polpa e gusto. Le Alici del Mar Cantabrico sono le preferite dagli intenditori e hanno conseguito importanti riconoscimenti a livello gastronomico. Rizzoli Emanuelli, la più antica azienda di conserve ittiche italiana, presenta i Filetti di alici del Mar Cantabrico nel vasetto in vetro da 100 grammi.

Un prodotto 100% naturale, certificato MSC (Marine Stewardship Council) che garantisce la sostenibilità della pesca, che Rizzoli effettua esclusivamente al cerchio da stock ittici non sovra sfruttati, e la tracciabilità della filiera fino al prodotto finito.
Il segreto delle Alici Rizzoli? Rizzoli Emanuelli pesca solo la pregiata specie Engraulis Encrasicolus e lo fa solo in primavera quando gli esemplari sono più grandi e saporiti. Le lavora esclusivamente a mano, direttamente sul luogo di pesca in Spagna, per mantenere inalterate tutte le caratteristiche e il gusto delle acciughe appena pescate.
Dalle notevoli proprietà nutrizionali, sono ricche di proteine, vitamine, minerali e grassi insaturi. Estremamente versatili in cucina, i Filetti di alici del Mar Cantabrico Rizzoli sono perfetti da gustare da soli su una fetta di pane o un crostino per apprezzarne il sapore intenso e deciso, oppure come ingrediente per aggiungere originalità e gusto a ogni ricetta, sia per primi che secondi piatti, ma anche per antipasti e stuzzichini.
Infine, in ottica di totale trasparenza verso i consumatori e a conferma del grande impegno Rizzoli Emanuelli per la salvaguardia dell’ecosistema marino, i Filetti del Mar Cantabrico Rizzoli sono valorizzati anche dal marchio Tradizione Consapevole dal 1906. Si tratta di un’attestazione distintiva e unica, basata su un disciplinare rigoroso fondato su tre pilastri: sostenibilità della pesca, tracciabilità di filiera e qualità del prodotto.
Con sede a Parma, Rizzoli Emanuelli è un’azienda storica nel mercato delle conserve ittiche, attiva dal 1906. Elevati standard qualitativi, grande attenzione alla selezione delle materie prime, la scelta di una pesca sostenibile rispettosa dell'ecosistema marino, l’utilizzo di packaging innovativi sono gli asset distintivi di questa società che coniuga nuove tecnologie di produzione con una lavorazione artigianale per mantenere inalterato tutto il gusto fresco di mare e le proprietà nutrizionali dei propri prodotti.
Rizzoli Emanuelli propone un’ampia selezione premium che comprende alici, tonno e sgombro in diverse linee per la famiglia e la ristorazione.

domenica 25 ottobre 2020

Il San Martino Rosso I.G.P. dell'azienda vitivinicola Ciù Ciù nasce da un vecchio vigneto di Sangiovese e Merlot. Le viti producono poca uva, sanissima e di qualità estremamente elevata. Vinificato in acciaio a temperatura controllata, il San Martino garantisce tutta la sua freschezza di vino giovane, con sentori di frutti rossi e fiori di campo.

A fine Ottobre sarà in commercio l'annata 2020 di questo Vino Nuovo Ciù Ciù. Il nome San Martino è stato scelto dai proprietari dell'azienda che, spinti dalla curiosità, i primi giorni di novembre assaggiavano il vino vendemmiato da poco, costatandone le elevate caratteristiche organolettiche e la gradevolezza.

sabato 24 ottobre 2020

Salgono a sette le stelle Michelin che la Famiglia Cerea può vantare nel proprio curriculum: Da Vittorio Shanghaiottiene i due macarons dalla guida asiatica, che si aggiungono ai tre della storica insegna a Brusaporto e ai due conquistati con il ristorante di St. Moritz proprio quest’anno.

Un nuovo, felice traguardo per la squadra guidata, in cucina, da Stefano Bacchelli (toscano classe 1987, il cui gusto ed estetica - maturati durante la formazione nella scuola Da Vittorio - lo portano a diventare prima executive chef del locale in Engadina e poi "direttore d’orchestra" del flagship affacciato sullo skyline del Bund) e, in sala, da Enrico Guarnieri, trentenne bergamasco premiato come Miglior Emergente di Sala nel 2018, quando era Chef de Rang a Brusaporto. Nella brigata, composta da 70 elementi, spiccano anche altri importanti innesti "importati" dal team italiano, come il sous chef Francesco Bonvini, il pastry chef Frederic Jaros e la front office manager Anna Rota. Ma il successo del ristorante di Shanghai non sarebbe stato possibile senza anche il contributo del team locale, composto tra gli altri dal general manager Levi Fu, il sous chef Tom Yuan, il panetterie Tony Tan, il maître Peter Tian, i sommelier Declan Tang ed Emanuele Restelli.
Il risultato arriva in un anno di passione per il mondo della ristorazione globale, che ha dovuto fronteggiare le mille incognite legate alla pandemia da Covid-19. Da Vittorio Shanghai, dopo il momentaneo stop (la chiusura per le festività legate al Capodanno cinese, iniziato il 24 gennaio, è stata prolungata fino al 9 febbraio), ha riaperto i battenti e - complice anche l’assenza di lockdown cittadino - a partire da marzo ha visto risalire il numero di coperti.
Lo staff italiano, tornato in patria e sottoposto a quarantena, è riapprodato in Cina a metà marzo per poi riunirsi a fine mese con il resto del team rimasto operativo.
La voglia di rinascita ha contagiato tutto il personale che, dalla cucina alla sala, si è impegnato ancora di più per interpretare al meglio quel concetto di gastronomia ed accoglienza che sono cifre distintive di tutti i ristoranti gastronomici Da Vittorio: rispetto ed esaltazione totale della migliore materia prima disponibile, tecnica solidissima e perfetta gestione dei ritmi e dei flussi tra cucina e sala.
Elementi che continuano a convincere pubblico e critica, tanto che gli ispettori della Michelin sono stati concordi nell’assegnare la seconda stella al ristorante.
Grande soddisfazione anche da parte della Famiglia Cerea in Italia: "Se l’anno scorso la prima stella, a soli tre mesi dall’apertura, ci aveva felicemente sconvolto, oggi questo secondo riconoscimento ci rende ancora più felici. Soprattutto a margine di un anno così complicato come quello che abbiamo vissuto. Un applauso va a Stefano e a tutti i ragazzi della brigata, perché il loro lavoro nel trasmettere la filosofia di Da Vittorio anche al di fuori dei confini europei è stato eccezionale. L’annuncio è stato emozionante per tutti noi".
Da Vittorio Shanghai arricchisce un sistema che conta, oltre alle insegne di Brusaporto e St. Moritz, anche la Pasticceria Cavour, che tra poco sarà arricchita dall’apertura della Locanda Cavour, nuova struttura ricettiva a Bergamo Alta, il Vicook Bistrò all’interno della Villa Reale di Monza, La Dimora, locanda di charme del circuito Relais&Chateaux, l’esperienza di pop-up restaurant DaV Cantalupa, la consulenza per realtà importanti come la Terrazza Gallia dell’Excelsior Hotel Gallia a Milano e ora Il Carpaccio all’interno de Le Royal Monceau - Raffles a Parigi, la gestione dei servizi di ristorazione dell’Allianz Stadium e la realizzazione di gifts e specialità alimentari che, nelle loro eleganti confezioni, raggiungono ogni parte del mondo.

venerdì 23 ottobre 2020

Vivo Generation, la nuova cuvée di Vivo Collection, è uno spumante Extra Dry ottenuto dalla vinificazione in bianco a cui segue la spumantizzazione con metodo Charmat. Eclettico e vivace risulta perfetto per gli aperitivi in compagnia e anche nelle preparazioni di long drinks. Proprio per questo diventerà uno dei nuovi must have dei migliori bar d’Italia.

Creato per raggiungere un pubblico giovane, si ispira allo stile brioso della linea Vivo e porta con sé tutta la personalità delle bollicine della collezione. La bottiglia si fa notare grazie al design up to date: forma snellita e scritta blu cobalto brillante dal forte impatto.
Il bouquet di Vivo Generation ricorda mandorle e pane appena sfornato; tra gli aromi spiccano quelli di mela golden, acacia e miele, combinati a note di pera, albicocca e pesca. Ciò rende questo spumante Extra Dry amabile e quindi apprezzato da ogni palato.
La piacevolezza floreale e fruttata di questa cuvée da degustare nei locali più cool troverà l’abbinamento perfetto in una curata selezione di appetizer come tramezzini, club sandwich e fish burger (molto amati da un pubblico giovane), ma anche a salumi e carni bianche.
In Vivo Collection, la linea di Mionetto che "accoglie" questa novità dedicata esclusivamente al canale Ho.Re.Ca, emerge tutto l’"Italian Lifestyle" fatto di piccoli ma intensi momenti quotidiani di spensieratezza e piacere. Ma non solo. Gli spumanti di questa collezione sono espressione dell'abilità degli enologi della cantina nel realizzare cuvée di grande apprezzamento. Adatti a un bere leggero e conviviale, sono il risultato di più di un secolo di storia e della lunga cultura enologica nell'arte della spumantizzazione che contraddistingue Mionetto.
Le altre referenze di Vivo Collection sono: Vivo Blu, Vivo Rosé, Vivo Dolce, Cuvée Oro, Cuvée Blanc e Cuvée Noir.
Per quel che riguarda Mionetto, nasce nel 1887 dall'amore e dalla passione per la terra e per il lavoro in cantina del mastro vinificatore Francesco Mionetto, capostipite della famiglia. Immersa nelle colline di Valdobbiadene, culla del Prosecco, Mionetto ha saputo inoltre 130 anni di storia farsi interprete del territorio d'origine e divenire una delle aziende produttrici di vini e Prosecco più rappresentative nel panorama internazionale. Dai primi anni della sua fondazione, la Cantina si è caratterizzata sia per l’impronta moderna e innovativa, sia per la capacità di anticipare le tendenze mantenendo lo stretto legame con la cultura del territorio natio, che ancora oggi la contraddistingue nel mondo delle bollicine e ne fa sinonimo di Prosecco. Il lavoro degli enologi in Mionetto non è dedicato solo alla produzione di un vino di qualità elevata, ma anche a mantenere un'efficace collaborazione con i conferitori locali che storicamente forniscono l'uva da intere generazioni. E' in queste storiche relazioni che Mionetto ha saputo garantire un eccellente livello qualitativo delle uve acquistate e dedicate al processo interno di vinificazione. Inoltre, è stata una delle prime cantine della denominazione ad esportare il Prosecco, dalla Germania agli Stati Uniti dove dal 1998 ha sede Mionetto USA Inc. La totale acquisizione della cantina nel 2008 da parte del Gruppo tedesco Henkell& CO. Sektkellerei KG, oggi Henkell-Freixenet, uno dei maggiori produttori europei di bollicine, ha portato grandi opportunità di crescita, sia in termini di mercato, sia da un punto di vista interno, organizzativo e gestionale. Alla guida di MionettoSpA un Management Board composto da Alessio Del Savio (Consigliere Delegato, Direttore Tecnico ed Enologo), Paolo Bogoni (Chief Marketing Officer), Robert Ebner (Chief Sales Officer) e Marco Tomasin (Chief Financial Officer).

giovedì 22 ottobre 2020

É possibile sostituire il pane senza rinunciare al gusto? Sarchio, dal 1982 punto di riferimento di un’alimentazione sana e naturale, presenta tre proposte con tutto il sapore autentico dei migliori cereali bio e senza glutine.

Ricchi di fibre e naturalmente privi di lattosio, i nuovi Crackers, Crackers Integrali e Grissini al sesamo Sarchio sono pensati specificamente per persone intolleranti al glutine, il loro delicato sapore e la friabile leggerezza li rendono perfetti anche come appetitosi spezzafame in ogni momento della giornata.
Da una ricetta semplice a base di farina di riso, farina di ceci e olio di semi di girasole altoleico nascono i Crackers a basso contenuto di zuccheri e ricchi di fibre. Sfiziosi e croccanti, i nuovi crackers Sarchio accompagnano i pasti sostituendo il pane, ma possono anche diventare deliziosi spuntini.
I Crackers integrali racchiudono il gusto autentico di 5 cereali integrali gluten free: riso, teff, miglio bruno, sorgo e grano saraceno. Ricchissimi di fibre (14g/100g), oltre che adatti al consumo giornaliero, possono essere utilizzati come base per creare fantasiosi finger foods.
A completare la nuova linea di prodotti da forno gluten free: i Grissini al sesamo, semplici e versatili, nascono dall’unione di farina di riso, farina di ceci e olio di semi di girasole altoleico. Croccanti e caratterizzati dal piacevole sapore del sesamo, i nuovi grissini sono ottimi anche come base per aperitivi.
La gamma si presenta nella nuova confezione da 180g riciclabile interamente nella carta e contrassegnata dal claim "I Love my Planet" a conferma dell’impegno dell’azienda verso il Pianeta.
Crackers e Grissini al sesamo sono disponibili al prezzo indicativo di 3,16 euro a confezione, mentre i Crackers Integrali a 3,37 euro.
Dal 1982 Sarchio produce e commercializza prodotti biologici, senza glutine e vegani, frutto di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, che non usa sostanze di sintesi. Il forte legame con la terra è richiamato nel nome dell’azienda che rimanda a un attrezzo agricolo della tradizione contadina.
La qualità e la sicurezza delle referenze Sarchio sono garantite da specifiche certificazioni e molteplici analisi. Attualmente l’offerta dell’azienda comprende oltre 160 prodotti biologici all’interno dei quali vi sono anche la gamma senza glutine (circa 90 referenze) e vegan: una linea completa ideale per chiunque voglia fare di un’alimentazione più sana e leggera un vero e proprio stile di vita.

mercoledì 21 ottobre 2020

Parliamo oggi di "Cèrere fattore Siculo". Si tratta di una vasta gamma di prodotti artigianali provenienti dalla Sicilia, che vanno dal salato al dolce, birre artigianali e materie prime. L'azienda, in questi giorni, è sbarcata in Puglia e Basilicata, ma effettua consegne in tutta Italia.

Cerere è la genuinità del prodotto della terra esaltato dalle mani devote del suo "amante". La ricerca del dettaglio e la cura dei particolari rievocano alla memoria i sapori e i profumi di un tempo, arti e mestieri antichi tramandati di padre in figlio fino ai giorni nostri.
Tra le materie prime troviamo il pistacchio, le mandorle e le nocciole. Tra i prodotti tipici troviamo arancini, salumi e formaggi, pesti e creme e pasticceria. Infine, tra le birre artigianali troviamo bianca, ambrata e rossa in stile siciliano.
I prodotti "Cèrere fattore Siculo" possono essere acquistati da attività commerciali quali ristoranti, bar, supermercati e pasticcerie.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.cererefattoresiculo.com. Per le consegne in Puglia e Basilicata si possono contattare i seguenti numeri: Vito (3338710054), Paolo (3735489984) e Maria Lucia (3288647636).

martedì 20 ottobre 2020

Zeni1870, storica casa vinicola di Bardolino, sarà protagonista di WeFood2020, la due giorni in programma sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre, promossa dalla guida Venezie a Tavola e da ItalyPost, in collaborazione con Goodnet Territori in Rete, per raccontare le eccellenze dell’agroalimentare italiano.

Sarà un week end a "porte aperte", dedicato all’accoglienza e all’enoturismo evoluto, nel pieno rispetto delle norme per il distanziamento sociale previste per il contenimento Covid.
Tre le opzioni che i visitatori potranno prenotare: la visita del Museo del Vino e dell’enoteca; la visita della bottaia, con le degustazioni sensoriali; l’esperienza della Galleria Olfattiva, per degustare il vino a partire dai suoi profumi.

Museo del Vino & Enoteca

Il Museo del vino di Zeni1870 è stato tra i primi ad essere inaugurato in Italia, grazie all’intuito e alla lungimiranza di Nino Zeni, padre d Fausto, Elena e Federica, quinta generazione alla guida dell’azienda. Al suo interno si trova una preziosa collezione di antichi strumenti dedicati alla raccolta e alla lavorazione delle uve e viene offerta la possibilità di fare approfondimenti sull’azienda ma anche sulla città di Bardolino grazie a percorsi digitali che accompagnano il visitatore nel tempo e nello spazio. Nella adiacente enoteca sarà poi possibile degustare le numerose referenze di Zeni1870 utilizzando gli innovativi dispenser, in grado di assicurare vini a temperatura costante, perfettamente conservati in assenza di ossigeno, e in totale sicurezza.

La Bottaia

Oltre al Museo del Vino i turisti potranno visitare la Bottaia interrata, 1400 metri quadrati dove trovano spazio barriques, tonneau e botti di rovere per l’affinamento dei grandi vini rossi veronesi, a cominciare dall’Amarone. Qui, in un’area sotterranea, appositamente creata per mantenere la temperatura e l’umidità costanti tutto l’anno, i visitatori potranno muoversi in un suggestivo silenzio, ascoltando il lento maturare del vino e ammirando il prezioso soffitto, affrescato con scene mitologiche ispirate alla figura di Bacco, ed impreziosito con decorazioni, stucchi e foglie d’oro. All’interno di questo "tempio del vino", dopo aver visto e compreso il processo di invecchiamento dei rossi importanti, sarà possibile degustare le pregiate selezioni dei vini Zeni1870, in abbinamento ad assaggi gourmet.

Galleria Olfattiva

Per chi invece sceglierà la suggestione Zeni1870 propone l’esperienza della Galleria Olfattiva GO, unica in Italia ad essere dedicata esclusivamente al vino. All’interno della galleria, in una atmosfera quasi rarefatta e resa ancora più suggestiva dalla penombra, dal gioco di luci e dalla musica che riprende il ritmo cardiaco, sarà infatti possibile scoprire "a ritroso" due tra le preziose referenze che Zeni1870 sceglierà di mettere in degustazione. Saranno 14 i cofanetti con all’interno gli aromi e i sentori codificati e decostruiti dalla "naso" Paola Bottai, e ogni visitatore, munito di copri dita per garantire la massima igiene, potrà spostarsi di cofanetto in cofanetto ed esercitare la propria memoria olfattiva alla scoperta di profumi e di reminiscenze. Alla fine del "viaggio sensoriale" dopo aver olfattivamente degustato i vini, sarà prevista una vera degustazione in abbinamento ad una pregiata selezione di formaggi.

lunedì 19 ottobre 2020

Pochissimi e semplici ingredienti certificati chiaramente indicati sulla confezione, senza l’aggiunta di zuccheri, coloranti, conservanti e additivi: questo è il segreto di Pan Piuma, da sempre attento a proporre un prodotto sano e genuino.

Pan Piuma è il pane industriale con meno ingredienti in commercio: solo 6 nella versione grano tenero! Farina, olio extra vergine di oliva, lievito naturale e sale marino di origine biologica vengono lavorati con grande attenzione per dar vita a questo buonissimo pane, mentre la lenta lievitazione garantisce un prodotto naturalmente morbido.
Nascono così le grandi e morbide fette di Pan Piuma che, in tutte le sue varianti, sono senza crosta e presentano il vero sapore di pane.
Pan Piuma in versione biologica è disponibile in quattro referenze da 400 grammi. Grano tenero nella classica ricetta alla farina di grano tenero, Grano duro realizzato con semola di grano duro che conferisce un gusto intenso e una morbidezza senza limiti; Integrale con tutte le proprietà’ delle fibre naturali senza rinunciare al sapore e Fiocchi di cereali realizzato con fiocchi di avena, farro, orzo, segale e semi di girasole.
Pan Piuma biologico è inoltre senza lattosio e privo di zuccheri, coloranti, conservanti e additivi, ideale anche per un’alimentazione vegana e per chi soffre di intolleranza al lattosio.
Da un semplice toast o tramezzino a ricette più elaborate come cannelloni o tempura, Pan Piuma è sempre pronto ad accompagnare ogni momento della giornata. Nel sito www.panpiuma.it è disponibile una vasta scelta di ricette per tutte le occasioni.

domenica 18 ottobre 2020

Ovviamente nessuno può intervenire in maniera diretta sulle strategie delle aziende, tuttavia la corsa al ribasso del prezzo è una guerra a perdere, che sul medio periodo penalizza tutta la filiera del Prosecco. Infatti per conseguire guadagni immediati, dati da grandi volumi e piccoli margini, si disprezza il lavoro dei nostri nonni e dei nostri padri, che hanno creato il fenomeno Prosecco, e si mette a rischio il futuro delle prossime generazioni e il loro radicamento nel territorio. Il fenomeno Prosecco potrà anche avere lunga vita, e ci auguriamo tutti che sia così, ma difficilmente potrà godere di un’elevata immagine se non si interverrà con rigore contro pratiche di prezzo irragionevoli che indeboliscono tutto il sistema. In questo modo si buttano alle ortiche gli sforzi fatti per ottenere il riconoscimento Unesco e per promuovere un territorio e un vino che tutto il mondo ci invidia.

Il paradosso di questa strategia di prezzo sta nel fatto che il Prosecco Superiore Docg, e in misura minore anche il Prosecco Doc, ha un costo di coltivazione e quindi di produzione ben più elevato dello Champagne. Le pendenze dei vigneti dell’area del Prosecco Superiore Docg (specie le rive), richiedono infatti per la coltivazione manuale di un ettaro circa 500 ore di lavoro l’anno, contro poco più della metà dei colleghi francesi, che possono anche utilizzare apposite macchine agricole. Riguardo alla produzione il Prosecco Superiore Docg è gravato dagli elevati costi degli impianti di spumantizzazione, mentre per lo Champagne l’imbottigliamento direttamente in bottiglia permette di operare facilmente senza grandi investimenti in mezzi di produzione. Ma non è solo una questione di costi, ma anche di rischi: un produttore di Prosecco, nel caso di un’annata mediocre, non può fare nulla. Invece il produttore di Champagne, grazie all’escamotage del “liqueur d’expedition”, può correggere la qualità a suo piacimento.
A questo proposito Sandro Bottega aggiunge: "Non bisogna avere fretta e puntare alle vendite di domani o di dopodomani, ma ragionare sul medio-lungo periodo per costruire mattone dopo mattone un’immagine duratura nel tempo. Invito i ristoranti e i bar che promuovono la qualità a prendere le distanze da chi cerca la scorciatoia del prezzo basso e della qualità approssimativa. Il nuovo Prosecco Rosé ritengo possa rappresentare nel prossimo futuro una pietra miliare per invertire la tendenza. Noi remuneriamo adeguatamente tutta la nostra filiera e il nostro Prosecco viene venduto allo stesso prezzo di alcuni Champagne. Nel mercato Duty Free e Travel Retail da tre anni è il secondo spumante più venduto al mondo dopo un nota maison francese. Questo dimostra che la qualità paga. Un Prosecco che si vende bene traina anche quello di altre cantine, un Prosecco che viene svenduto svilisce tutta la denominazione. Negli ultimi anni abbiamo coinvolto centinaia di giornalisti internazionali in tasting comparati dei nostri prodotti che sono stati sempre apprezzati, anche nel confronto Prosecco vs. Champagne. Abbiamo inoltre il piacere di constatare che la qualità paga e i grandi premi internazionali, tra cui Decanter, la premiano sempre, come testimoniano le medaglie assegnate il mese scorso a 4 nostri vini".

sabato 17 ottobre 2020

I laboratori di Pistì presentano il loro fiore all’occhiello: la Crema di Pistacchio dal profumo avvolgente e dal sapore unico e inconfondibile, pronta per essere spalmata o assaporata direttamente al cucchiaio. È con questa prelibatezza che Pistì, figlia del territorio siciliano, si conferma ancora una volta come eccellenza nella produzione di prodotti caratterizzati dall’uso esclusivo di ingredienti di prima qualità.

La crema di pistacchio, contenuta in un vasetto dal look elegante e moderno, si presenta come un must che vuole essere protagonista dei momenti più dolci e golosi della giornata. Un vasetto dallo stile pulito ed elegante che mette in risalto l’inconfondibile colore verde smeraldo della crema; 200g di puro oro verde che racchiude tutta la tradizione di Bronte e la storia di un territorio che vanta la produzione di un pistacchio unico al mondo.
Per la crema viene utilizzato il 45% del miglior pistacchio. Un frutto che ha lontane origini persiane e che ora nasce a Bronte, alle pendici del maestoso Etna, affondando le proprie radici nella lava. Unico e dall’aroma inconfondibile, il pistacchio viene coltivato e lavorato nella meravigliosa e fertile terra siciliana, all’interno di quello che è il più grande laboratorio artigianale scavato nella lava.
Ancora una volta Pistì e Bronte si confermano come un connubio imprescindibile. Lo stretto legame con il proprio territorio fa di Pistì un brand che dedica costante attenzione all’uso di materie prime di pregio e alla loro lavorazione, e che mette al primo posto il rispetto per l’ambiente prediligendo l’artigianalità, una ricerca costante e tanta creatività.
Per quel che riguarda Pistì, nasce a Bronte, ai piedi dell’Etna, una quindicina di anni fa. Nino Marino era un manager creativo proveniente dal settore alimentare, Vincenzo Longhitano invece era un abile dirigente cresciuto in una storica famiglia di produttori di Pistacchio. Nel 2000 i due giovani uniscono le loro forze per dare vita a una piccola produzione di alta pasticceria. Nello stesso anno, subito dopo il debutto al "Cibus" di Parma, le numerose richieste da parte della grande distribuzione rendono necessario l’acquisto di un’intera pasticceria nel centro di Bronte. Oggi Pistì è un punto di riferimento per il territorio di Bronte e, proprio grazie alla scelta di privilegiare uno standard qualitativo eccellente, impiega stabilmente 120 dipendenti fissi, che diventano 180 nei periodi di alta stagione.

venerdì 16 ottobre 2020

Bilancio positivo per la stagione d’alpeggio 2020 dei soci del Consorzio Tutela Formaggio Asiago che conferma l’impegno di malghe e caseifici di montagna a garantire una produzione sempre più naturale e sostenibile segnando un aumento delle forme di Asiago DOP Prodotto della Montagna del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Malghe e caseifici di montagna sono stati, quest’estate, i testimoni del valore della produzione rispettosa dell’ambiente e della biodiversità, realizzata con pratiche tradizionali che, il nuovo disciplinare del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, entrato recentemente in vigore, valorizza e promuove con scelte produttive che rafforzano il legame col territorio d’origine. Grazie al lavoro di malghesi e casari, che hanno anche messo in campo un grande sforzo organizzativo per garantire le misure di prevenzione e, allo stesso tempo, offrire ai tanti turisti giunti in montagna, un’accoglienza in totale sicurezza, le forme di Asiago DOP Prodotto della Montagna sono aumentate dalle 46.874 della stagione d’alpeggio 2019 alle 52.536 del 2020, con un incremento produttivo del 12%.
L’Asiago DOP Prodotto della Montagna, specialità prodotta sopra i 600 metri, dal 2006 riconosciuta e protetta dall’Unione Europea, si conferma essere, grazie al piano di comunicazione del Consorzio di Tutela Formaggio Asiago, un’occasione unica di promozione e valorizzazione dell’intero comprensorio, capace di attrarre turisti interessati a conoscere il formaggio d’alpeggio ed appassionati cheeselover. Lo dimostra il successo ottenuto dagli show cooking realizzati in diretta social dai principali ristoranti dell’Altopiano di Asiago, gli incontri in alpeggio con blogger ed influencer, le presenze nelle principali trasmissioni tv e radio nazionali, fino alla pubblicazione de "Il Ricettario della Malga", la raccolta di ritratti inediti di malghesi che testimonia come il formaggio Asiago DOP sia l’espressione di valori autentici e genuini.
La ricchezza dell’ambiente naturale unita alle antiche tecniche di produzione rendono l’Asiago DOP un prodotto dalla caratteristiche organolettiche distintive, con stagionature e sfumature di gusto e sapori unici, come per l’Asiago DOP Stravecchio stagionato almeno 18 mesi, prodotto con latte estivo di vacche al pascolo, riconosciuto Presidio Slow Food e prezioso alleato per la salute. Studi dell’Università di Padova hanno infatti dimostrato come l’Asiago DOP Prodotto della Montagna possieda diverse proprietà nutraceutiche importanti tra le quali significative piccole quantità di CLA, i coniugati dell’acido linoleico, in grado di ridurre i tessuti adiposi di riserva in soggetti sani in moderato sovrappeso.
"Asiago DOP è un formaggio unico - afferma Fiorenzo Rigoni, Presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago - perché esprime la forza e l’identità del suo territorio. Proprio la produzione di Asiago DOP è oggi l’ambasciatrice di questi luoghi in tutto il mondo e la testimonianza tangibile di come sia possibile puntare ad uno sviluppo sostenibile dove paesaggio, natura, uomini e animali possano vivere ed operare in equilibrio".

giovedì 15 ottobre 2020

Frutto tipico dell’autunno è sicuramente la pera che si può gustare da metà settembre, per tutto il periodo invernale fino alla tarda primavera. La Pera dell’Emilia Romagna detiene il marchio IGP dal 1998 e le varietà riconosciute nel disciplinare sono otto: William, Max Red Barlett, Decana del Comizio, Kaiser, Conference e Abate Fetel, Carmen e Santa Maria.

La Pera dell’Emilia Romagna IGP gode di tutte le specificità di un prodotto di qualità ed è un frutto ricco di proprietà nutrizionali, preziose soprattutto per affrontare il cambio di stagione. Infatti, un suo consumo ottimale quotidiano, è consigliabile per l’apporto di fibre, vitamine e sali minerali. Una pera da sola costituisce circa il 16% del fabbisogno giornaliero di questi elementi.
Qualche consiglio per mangiarle al meglio? La pera è un frutto dall’epidermide estremamente delicata. E’ sufficiente una pressione troppo forte o una manipolazione non troppo accurata per segnare pesantemente il frutto. È per questo che viene spesso commercializzata in una fase di maturazione non troppo avanzata. Per riconoscere una pera matura basta esercitare una leggera pressione alla base del picciolo, se la polpa risulta cedevole significa che il frutto ha raggiunto la piena maturazione.
Se si acquistano pere dell’Emilia Romagna IGP non ancora pronte al consumo, è bene riporle in un sacchetto di carta a temperatura ambiente per 2-3 giorni. Dopo questo tempo otterrete pere a perfetta maturazione. Per conservare le pere per qualche giorno in più (anche 7-8 giorni) riporle nella parte bassa del frigorifero (5°-7° C) sempre dentro un sacchetto di carta.
La pera è un frutto di grande versatilità in cucina. E’ ottima consumata fresca ma anche cotta o in abbinamento con altri ingredienti. È ideale per insaporire piatti salati come i risotti, ma anche per accompagnare i formaggi e, naturalmente, per preparare macedonie e dessert. Qui di seguito una fantastica e dolcissima ricetta per far colazione con la Pera dell’Emilia Romagna IGP.

MUFFIN CON PERE DELL’EMILIA ROMAGNA E CIOCCOLATO

Ingredienti per quattro persone
- 1 Pera dell’Emilia Romagna IGP
- 60g Cioccolato
- 350g Farina
- 30g Cacao amaro
- mezza Bustina di lievito per dolci
- 2c Latte
- 2 Uova
- 1c Zucchero
- 1 vasetto Yogurt

Procedimento
Per preparare i muffin pere e cioccolato, prendere una ciotola e sbattere le uova con lo zucchero per qualche minuto. Aggiungere lo yogurt, la farina, il cacao amaro, il latte e il lievito, quindi mescolare il tutto con una frusta elettrica.
Lavare e sbucciare la pera, quindi tagliarla a dadini. Quando il composto sarà compatto e ben soffice, unite la pera e il cioccolato a tocchetti. Preparare gli stampini per i muffin inumidendoli con la mano bagnata, quindi riempirli con l’impasto per 2/3 della loro capienza. Cuocere in forno preriscaldato a 170°C per circa 25 minuti. Verificare la rottura dei muffin con uno stuzzicadenti. Servire decorando con zucchero a velo.

mercoledì 14 ottobre 2020

In Val Venosta c’è chi rimane saldamente legato alle tradizioni familiari, soprattutto se si tratta di coltivare mele buone e naturali. Così Biography di Val Venosta ha dato voce a tantissimi produttori che ogni giorno lavorano con passione tra i meleti.

Come nel caso di Florian, che si dedica alla coltivazione di mele biologiche e ritiene il bio "una via da percorrere al 100%". Per la famiglia di Florian, come per tutte le altre, la cosa più importante è affrontare il lavoro con gioia.
La stessa emozione che toccherà il palato di chi assaggerà le mele Val Venosta.

martedì 13 ottobre 2020

Il marchio tradizionale Schabser-Sciaves e quello di Qualità Alto Adige garantiscono l’utilizzo della pura panna centrifugata prodotta con latte 100% altoatesino proveniente dai masi ubicati in alta montagna, naturalmente privo di OGM.

La lavorazione della panna cruda permette al burro Sciaves di Brimi di mantenere intatte le preziose qualità della materia prima utilizzata, per un burro dal sapore unico e delizioso, da gustare al naturale sul pane o come ingrediente per creare sfiziose ricette dolci e salate.
Nata nel 1969 grazie alla fusione della piccola Latteria Sociale di Sciaves con la Centrale del latte di Bressanone, Brimi-Centro Latte Bressanone rappresenta oggi una delle principali realtà nazionali, e non solo, nella produzione lattiero-casearia attestandosi quale unica azienda in Alto Adige specializzata nella produzione di mozzarella. La qualità e l’eccellenza sono per Brimi uno standard irrinunciabile che inizia sin dalle primissime fasi della filiera, controllata interamente dall’azienda. Dall’allevamento del bestiame, dal foraggio utilizzato, fino alla lavorazione del latte, Brimi garantisce nei suoi prodotti la qualità del latte di montagna 100% Alto Adige, rigorosamente No OGM, che ogni giorno viene raccolto da 1.100 soci-contadini. Brimi vanta le certificazioni ISO 9001, ISO 14001, ISO 18001, BIO, BRC, IFS, No OGM, Kosher, Halal; le sue tecnologie sono tra le più all’avanguardia nel settore e utilizzano energie certificate e rinnovabili.

lunedì 12 ottobre 2020

Novità a Roma: è stata inaugurata la nuova sede del ristorante Matermatuta. Il locale è famoso per essere uno dei posti in cui si mangia il miglior pesce in Italia. I suoi menu degustazione, di livello gourmet ma accessibili a chiunque, sono celebri presso tutti gli appassionati.

Mercoledì 7 ottobre si è tenuto un brindisi all’autunno nell’impagabile atmosfera sulla terrazza, allietato da una violinista rock e limitato a 80 partecipanti nel rigoroso rispetto delle norme anti Covid. Menu ovviamente di pesce ma non solo, con gustosissimo finger food a cura dell’abile chef Valentina Antonini.
Dichiara il proprietario Stefano Podera: "La nostra parola d’ordine è ricominciare. Dopo un’estate ottima nella vecchia sede, ora ci impegniamo in questo salto di qualità formale, approdando in una delle location più belle di Roma. Un punto d’arrivo sicuramente ma soprattutto uno sprone a dare sempre il massimo e guardare all’avvenire con la giusta progettualità".

domenica 11 ottobre 2020

Bozza, ciabatta e baguette rustica: referenze italiane frutto di una filiera sostenibile che pone al centro qualità, attenzione per l’ambiente e tutela degli agricoltori.

Tre nuove referenze arrivano in casa Origrani, il progetto di filiera corta, italiana certificata e controllata, realizzato da Vandemoortele, realtà leader del settore frozen bakery, attraverso il proprio brand Agritech. Dopo il lancio, la scorsa primavera, del pane romagnolo 220 g e del bocconcino romagnolo 60 g, esordiscono la bozza 410 g, la ciabatta 280g ,la baguette rustica 280g: tre nuove proposte che ampliano l’offerta e consentono di abbracciare tutti i momenti di consumo.
Frutto di una sinergia vincente, il progetto Origrani nasce per garantire al consumatore una Italianità a piena tracciabilità con la certezza della qualità delle materie prime: le farine sono realizzate con grano rebelde e metropolis ad elevato tenore proteico, ideale per i pani rustici, coltivato da Terremerse, cooperativa multifiliera dell’agroalimentare di Bagnacavallo (provincia di Ravenna) e lavorato da Molino Naldoni, storica realtà romagnola di Faenza (Ra). Da queste farine Agritech sviluppa la linea di Origrani, creando pani che offrono al consumatore un’ottima esperienza di gusto grazie alla crosta croccante e alla mollica soffice e areata.
Italiane, controllate, tracciabili e soprattutto sostenibili: le referenze Origrani sono realizzate nell’ambito del progetto "Agricoltori Felici". 
"Con questa iniziativa -spiega l’azienda- aiutiamo gli agricoltori a ridurre il rischio di impresa e permettiamo loro una maggiore serenità e concretezza nelle attività quotidiane. Remuneriamo i produttori tutelando il loro costo di produzione che in Italia è spesso superiore a quanto viene pagato dal mercato. A fine raccolto viene restituito il 50% dei costi fissi che hanno dovuto sostenere per la stagione agricola, garantendo così una tutela in caso di annate non buone e di guadagni inferiori rispetto alle previsioni".

sabato 10 ottobre 2020

Le spremute di Leni sono ideali per preparare dissetanti long drink e irresistibili cocktail. Il nuovo contest ha proprio come indiscusse protagoniste le Spremute Leni’s. Entro l'8 novembre 2020 si può preparare una ricetta originale e condividerla per entrare nella Leni’s wall of fame.

Il concorso #Lenischallenge è pensato appositamente per chi vuole gustare e condividere la bontà di spremute a base di mela, sane e naturali dalla qualità superiore. Partecipare è semplicissimo. Dal 14 settembre 2020 all’8 novembre 2020 sarà possibile creare il proprio drink e caricarlo sul sito lenischallenge.it, da mobile o desktop, nell’area dedicata al concorso e sui tuoi canali social: su Facebook, taggando @Lenismele e utilizzando #Lenischallange, e su Instagram taggando @Lenis_mele e utilizzando #Lenischallange.
Ogni partecipante ha la possibilità di proporre più ricette originali caricando, di conseguenza, diverse foto. Tutte le referenze Leni’s possono essere utilizzate per realizzare i propri cocktail e long drink: la Spremuta di Mela Leni’s, la Spremuta di Mela con Bergamotto Leni’s, la Spremuta di Mela con Sambuco Leni’s, la Spremuta di Mela con Zenzero Leni’s e, infine, la Spremuta di Mela Biologica Leni’s.
Entro il 30 novembre, tra tutti i partecipanti, verranno estratti casualmente i 6 fortunati vincitori che riceveranno le deliziose Spremute Leni’s. Inoltre, tutte le ricette caricate verranno condivise nelle Leni’s Stories e le migliori entreranno nell’esclusiva raccolta delle wall of fame.
Tutte le informazioni, le modalità di partecipazione e il dettaglio dei premi sono disponibili su lenismele.it/lenischallenge.

venerdì 9 ottobre 2020

"Un eventuale provvedimento di chiusura anticipata di ristoranti e altri esercizi della ristorazione, che al momento sembra scongiurato, sarebbe inopportuno, perché è vero che c’è un innalzamento dei contagi ma non credo assolutamente che lo si possa far risalire ai ristoranti o ai bar e non credo che una chiusura anticipata dei locali possa migliorare le cose. La ristorazione si trova già in un momento di difficoltà e non dobbiamo aggiungerne altre a quelle che già ci sono. I provvedimenti più calzanti sarebbero invece quelli atti a limitare gli assembramenti, che sono sicuramente le situazioni più pericolose". Lo ha dichiarato Cesare Baldrighi (Presidente di Origin, l’Associazione che raggruppa tutti i consorzi DOP e IGP italiani), che continua rivolto al Governo: "A prescindere da tutto, le misure che prenderà il Governo a tutela della salute devono essere prioritarie rispetto ai molti appelli che sento fare da più parti di salvaguardia dell’economia perché il criterio che ritengo vada usato è che se la cittadinanza non ha timori per la propria salute, un po’ alla volta l’economia riparte, ma se la cittadinanza teme o è messa in difficoltà per la propria salute, come è successo a marzo, anche l’economia tracolla. Quindi prima di tutto la salute, per una mera questione di meccanismi: se una persona sta bene lavora, se sta male non lavora; quindi è inutile prediligere l’economia. Tant’è che nei Paesi in cui si sono limitati i provvedimenti per contenere il Covid – USA in testa – per non penalizzare l’economia, si registrano dati economici peggiori di chi, come l’Italia, ha prediletto provvedimenti a tutela della salute".

Baldrighi propone anche un piano di aiuti per migliorare la ricettività e l’accoglienza nelle zone di produzione del nostro patrimonio alimentare: "In virtù degli stanziamenti che arrivano dall’Europa e dallo Stato, suggeriamo inoltre al Governo di comprendere un programma che aiuti lo sviluppo dei nostri prodotti Made in Italy e delle Indicazioni Geografiche e, in questo ambito, il rapporto con i produttori, i ristoratori e gli agriturismi è estremamente importante: per questo stiamo sollecitando delle misure che facilitino l’accesso dei turisti, dove possibile, alla visita degli stabilimenti in cui si produce, dai caseifici alle stagionature di prosciutti, ai frantoi, alle zone dei prodotti ortofrutticoli più famose, come le arance di Sicilia, il pomodoro di Pachino, le mele dell’Alto Adige e tanti altri; quindi una serie di percorsi e di aperture che consentano ai turisti e ai cittadini di raggiungere tutte queste località, agriturismi compresi. Sarebbe un ulteriore elemento per lo sviluppo di questo tipo di ristorazione e di accoglienza" conclude Cesare Baldrighi, Presidente di Origin, l’Associazione che raggruppa tutti i consorzi DOP e IGP italiani.

giovedì 8 ottobre 2020

TORINO. Apre anche a Torino Spritzerò, il primo Spritz Bar dedicato all’aperitivo ed agli Spritz, nel centro di San Salvario, tra le principali vie della by-night torinese (Via Giuseppe Baretti, 8eE). Il nuovo spazio, verrà inaugurato venerdi 9 ottobre alle 19, avrà il compito di rafforzare la community di clienti fedeli a Spritzerò e incarnerà a pieno la filosofia aziendale volta a "contribuire al miglioramento della società attraverso lo sviluppo della socialità e la condivisione di momenti di spensieratezza condita da Spritz di qualità".

Dal punto di vista progettuale, il nuovo store si ispira alla cultura milanese, con linee pulite e minimaliste, e ingloba nelle scelte stilistiche il mood dell’aperitivo, come la semplicità, la convivialità e l’informalità.
Il noto format è basato su 10 tipologie di Spritz, serviti in 3 differenti taglie di bicchieri, per andare incontro sia alle possibilità di spesa del cliente che alla reale quantità di bevuta. Quindi tre formati (S – M – PERFECT SERVE) per tre differenti prezzi (2,50€ – 5€ – 7€) con gli immancabili arachidi in guscio serviti gratis, realizzati in un packaging tutto nuovo e customizzato Spritzerò.
"Per lo Spritz Bar di Torino abbiamo pensato di omaggiare la città con due spritz special dedicati ai simboli cittadini, il Toro e la Mole, rispettivamente di colore granata e lilla, entrambi a base di vodka al passion fruit, per meglio identificare la passione dei torinesi" racconta Davide Schiano, fondatore di Spritzerò, che spiega la sua volontà di "andare oltre", porsi continuamente nuove sfide, superare le difficoltà, strabiliare le aspettative, non arrendersi e perseguire sempre con tenacia i propri obiettivi.
"I nostri Spritz Bar sono oramai realtà solide in tutta la Campania e Roma e siamo entusiasti di arrivare a Torino. Con questo nuovo importante store, implementeremo il format con una proposta qualitativa ancora maggiore, infatti utilizzeremo anche un vero e proprio calice. Siamo orgogliosi di aprire il primo store del nord Italia nella città di Torino in questo momento storico così complesso. Vogliamo inviare un messaggio di ottimismo e resilienza perché crediamo fermamente che, a dispetto delle difficoltà di questo periodo, il mondo dell’aperitivo e in generale del food & beverage continuerà ad essere uno dei principali motori dell’economia nazionale".
Mai come in questo periodo di crisi globale, post Coronavirus, l’apertura del primo monomarca nel nord Italia rispecchia in pieno il payoff del brand Spritzerò: "Aperitivo Italiano".
"La presenza di un servizio di sicurezza privato e una chiara segnaletica assicurerà il distanziamento sociale e il rispetto delle misure Covid-19" continua ancora Davide Schiano.
"Siamo consapevoli che i nostri locali nascono per l’aggregazione sociale e faremo ogni cosa affinché non si snaturi mai il concept della condivisione. Non è il primo evento di inaugurazione dopo il lockdown, quindi siamo preparati e assolutamente responsabili e professionali per garantire la salute di tutti. Per presenziare all’evento sarà necessario mettere il like alla pagina ufficiale Spritzerò Torino e cliccare su Parteciperò all’evento di inaugurazione pubblicato su Facebook. Questo ci aiuterà a comprendere anche il numero ipotetico di persone che ci saranno venerdì 9 ottobre".
"Dopo Torino, tra poche settimane apriremo il nostro primo store in Puglia, esattamente nella bellissima Trani. La diffusione del nostro format è in crescita esponenziale e puntiamo ad avere uno store Spritzerò in tutte le regioni italiane più grandi già per la fine del 2021" conclude Davide Schiano.

mercoledì 7 ottobre 2020

"La scelta da parte del ministero degli Affari Esteri di procedere alla ricostituzione di un tavolo di lavoro tecnico dedicato al vino assieme ai rappresentanti del Mipaaf e di Ice nell’ambito delle azioni previste dal Patto per l’Export va nella direzione da noi auspicata e sostenuta. Per questo apprezziamo quanto annunciato oggi dal sottosegretario al Maeci, Manlio Di Stefano e dalla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, in merito all’avvio di un tavolo strategico per l’internazionalizzazione, che vedrà Unione italiana vini tra gli attori protagonisti". Lo ha detto, oggi nel corso della conferenza di apertura della Milano wine week, il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Ernesto Abbona.

"Il tavolo del vino all’interno del patto per l’export - ha detto il sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano – può essere un esperimento di successo e segue l’esempio, già adottato, di consultazione permanente tra settori che ora vogliamo applicare anche al vino".
Soddisfazione espressa anche dalla ministra alle Politiche agricole, Teresa Bellanova: "Lo specifico tavolo sul sostegno all’internazionalizzazione sarà convocato quanto prima - come da me richiesto - e avrà una natura estremamente operativa. Perché non mi stancherò mai di dire che è dalle imprese che devono arrivare le indicazioni per ottimizzare le strategie e le politiche mirate al settore”. In merito alla strategia di rilancio e in particolare all’aumento, richiesto da Uiv, da 100 a 150 milioni di euro relativo alla misura di Ocm promozione, Bellanova ha assicurato “il massimo impegno anche per predisporre risorse aggiuntive su progetti nazionali. Su questo – ha concluso – ci stiamo lavorando e ribadiamo piena disponibilità al confronto con le Regioni e in condivisione di tutte le parti".
Secondo l’associazione di riferimento per il vino italiano, che interverrà in rappresentanza delle imprese, sarà fondamentale portare al tavolo azioni concrete di rilancio di un export che per la prima volta nel corso degli ultimi 2 decenni sta subendo una flessione a causa dell’emergenza sanitaria. Tra queste, l’implementazione urgente di un piano di comunicazione istituzionale concentrato sui mercati prioritari (es. Usa, Canada, Cina), pianificato e condiviso anche in ottica di rilancio enoturistico. Una regia di sistema, che punti a convogliare le risorse in macroazioni evitando la dispersione in iniziative minori sia nell’impatto che nella portata. Per Uiv, occorrerà predisporre piani integrati in ottica di mercato ma anche di brand awareness in favore del prodotto enologico made in Italy presso mercati strategici ancora culturalmente lontani.

martedì 6 ottobre 2020

La frutta nella sua naturale essenzialità, senza zuccheri aggiunti e in nuovi gusti mixati con una lista corta e semplice di ingredienti. È questo il trend che esprime il consumatore moderno e da Valfrutta arriva una grande risposta di alta qualità, 100% Frullato Valfrutta nel brik da litro. Una nuova linea di prodotti che si affianca ai nettari classici, garantendo la presenza di sola frutta 100% senza zuccheri aggiunti, senza coloranti e conservanti, Vegan OK, con pochi, chiari e semplici ingredienti.

100% Frullato Valfrutta è proposto in tre ricette speciali che combinano frutta dal ricco sapore e da gustare sorso dopo sorso:
- 100% Frullato Pera-Uva-Banana,
- 100% Frullato Fragola-Mela-Ribes-Mirtillo,
- 100% Frullato Pesca-Uva-Banana.
Tre gustosi consigli ad alto valore nutrizionale, tre succhi calibrati con cura per trasformare una sana abitudine in un piacere da assaporare, con tutto il saper fare di Valfrutta che trasforma orgogliosamente frutta e verdura di qualità in Italia.
100% Frullato Valfrutta in brik da litro è perfetto per la famiglia che già consuma i nettari di frutta e per chi cerca comunque un nutrimento sano e genuino di sempre maggior qualità.
Grazie al formato maxi da litro 100% Frullato Valfrutta è una preziosa riserva di sola frutta che diviene un piacere rigenerante, ma anche uno spezza fame da consumare in ogni momento:
- sia a colazione per iniziare la giornata con tutti i benefici unici della buona frutta da bere al naturale
- sia nei break quotidiani per una ricarica nutriente e molto gustosa.
Il prezzo di vendita consigliato è di 1,96 euro per ogni referenza. La linea 100% Frullato Valfrutta è disponibile nei punti vendita della Grande distribuzione e della Distribuzione organizzata.

lunedì 5 ottobre 2020

(Foto di Jacopo Salvi)
Nella storica location di Via Sant’Eufemia n° 16, lo Chef Eugenio Roncoroni inaugura Al Mercato Steaks & Burgers, evoluzione dell’iconica insegna milanese che rende protagonista la carne ispirandosi alla "vecchia scuola" delle steakhouse americane.

Giunto a una fase più matura della sua carriera, lo Chef si mette in gioco con un nuovo progetto che gli permette di esprimere all’ennesima potenza la sua personalità anticonformista e le sue origini italo-americane, portando in Italia il concetto classico della steakhouse, ma rivisitato e nobilitato.
Il concept di "Al Mercato Steaks & Burgers" si caratterizza per la contaminazione franco-americana che interessa sia la cucina che gli interni del ristorante. Le due anime che prima componevano "Al Mercato", ristorante e burger bar, convergono in una nuova proposta che fa della qualità nella semplicità il suo valore fondamentale. Il servizio di sala si ispira all’eleganza francese, mentre la proposta gastronomica si declina in una serie di piatti iconici.
La carne diventa protagonista del menù, declinata in due versioni: "Steaks", di Black Angus e di Wagyu Australiano, e "Burgers", disponibili in diverse varianti e personalizzabili con ingredienti extra.
La vera sorpresa della carta sono però le verdure, che lo Chef ama e propone sia in qualità di accompagnamento ("Sides"), che come vera e propria alternativa alla carne ("Vegetables").
Grande attenzione è dedicata anche ai lievitati: dal pane in cassetta aromatizzato al tartufo ai "Dessert", che rievocano i sapori del passato con un twist contemporaneo.
Varcando la soglia del ristorante la sensazione è quella di viaggiare oltreoceano per immergersi nel fascino tipico della New York dei primi anni del ‘900. Il progetto di interior design, infatti, armonizza l’esperienza sensoriale della cucina con quella architettonica. Ne deriva uno spazio dalla forte connotazione internazionale in linea con le origini e il temperamento dello Chef.
"Dopo 10 anni di Al Mercato - afferma Eugenio Roncoroni - sentivo il bisogno di un cambiamento, di un nuovo inizio. Ho mantenuto intatta l’anima del progetto, presentando una versione di me più adulta e consapevole".

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