domenica 31 gennaio 2021

Le Cantine Ferrari lanciano una edizione limitata di Ferrari Maximum Blanc de Blancs, in soli 2021 esemplari numerati, per celebrare la partnership con il team Luna Rossa Prada Pirelli nella sfida per la 36esima America’s Cup presented by PRADA.

Due realtà, quella del team Luna Rossa Prada Pirelli e delle Cantine Ferrari, che condividono i valori di eccellenza, innovazione e italianità ben rappresentati da questa speciale edizione disegnata a quattro mani.
Elegante e minimale, la bottiglia, esclusivamente in versione Magnum, presenterà, oltre al logo di Luna Rossa Prada Pirelli, un disegno stilizzato del profilo della barca, in colore rosso, ripreso anche sul cofanetto in legno. Un design accattivante e fortemente iconico, che vuole suggellare questa straordinaria impresa sportiva. Su entrambi, bottiglia e cofanetto, sarà riportato il numero del pezzo, da 1 a 2021, che indica l’anno appena iniziato ricco di sfide per il team.
La scelta di utilizzare il Ferrari Maximum Blanc de Blancs come bollicina ufficiale della collaborazione nasce dallo spirito stesso di questo Trentodoc, riassunto nell’hashtag #ToTheMaximum, che racconta il desiderio di vivere intensamente. In questo caso, massima performance e superamento dei propri limiti sono obiettivi ideali per accompagnare l’avventura del team Luna Rossa Prada Pirelli, che Ferrari ha seguito in tutto il percorso, a partire dal varo del primo AC75, ad ottobre 2019, battezzato da Miuccia Prada proprio con una bottiglia di Ferrari Maximum. L’avventura è ora entrata nel vivo nelle acque di Auckland, dove è in corso la PRADA Cup, che definirà lo sfidante della 36esima America’s Cup presented by PRADA, in programma dal 6 al 15 marzo 2021.
La Limited Edition "Luna Rossa Prada Pirelli", imperdibile per tutti gli appassionati di vela, sarà disponibile a partire da inizio febbraio.

sabato 30 gennaio 2021

Nessuno ti sta dicendo di abbandonare del tutto gli spuntini (sarebbe male), ma il modo in cui lo snack fa la differenza. Gli spuntini intenzionali possono essere molto utili perché ci assicurano di assumere abbastanza nutrienti tra i pasti, il che può impedire di mangiare troppo in seguito. Tuttavia, se mangi qualcosa senza pensare, probabilmente non ti prendi il tempo di assaggiarlo e apprezzarlo, il che significa che sarai meno soddisfatto. Quindi, anche se lo sei fisicamente sazio, la mancanza di soddisfazione significa che avrai maggiori probabilità di cercare più cibo.

Oltre a distruggere il tuo inventario della dispensa e rovinare il tuo budget per gli spuntini, fare spuntini senza pensare ha anche serie implicazioni per la tua salute a lungo termine. Quando fai uno spuntino senza pensarci, le calorie possono aumentare rapidamente - e più calorie in eccesso consumi quotidianamente, più peso puoi guadagnare e più rischi la tua salute.
Tuttavia, è possibile prendere a calci l'abitudine accidentale di annientamento degli spuntini. Questi 10 consigli ti aiuteranno a realizzarlo.

1. Acquista pacchetti monouso
Dal momento che puoi mangiare solo ciò che hai di fronte, è tempo di batterti nel tuo stesso gioco. La prossima volta che fai la spesa, prendi confezioni più piccole e personalizzate dei tuoi snack preferiti.
Pacchetti più piccoli, controllati con le porzioni, ti rendono meno propenso a mangiare quantità infinite in una sola volta.
Certo, potresti ancora guardare un secondo pacco di noccioline dopo averne finito uno, ma "il passo in più di dover aprire un nuovo pacco dà al tuo cervello la possibilità di pensare, 'è davvero quello di cui ho bisogno in questo momento?'"

2. Utilizzare piatti e scodelle più piccoli
Tendiamo a voler mangiare cose con i nostri occhi. Quindi, se riempi una grande ciotola di salatini, probabilmente ti sentirai come se dovessi schiacciarla per sentirti soddisfatto.
Il rovescio della medaglia, se si riempie una ciotola più piccola con i salatini, "invia un segnale al cervello che c’è più cibo".

3. Trova modi più sani per soddisfare le tue voglie
Se ami gli spuntini come le patatine a causa del sale o dello scricchiolio, considera quali opzioni migliori per te potrebbero offrire la stessa esperienza.
Se sai che sei un fan croccante, ad esempio, prova i bastoncini di carote o una manciata di mandorle. In questo modo, almeno stai mangiando cibi nutrienti.

4. Tieni i tuoi cibi preferiti fuori dalla vista
Se fai uno spuntino, fai sempre uno spuntino senza pensarci, rendi più difficile metterti le mani addosso.
Mettilo in un armadio fuori mano in modo che non sia sempre nella tua visuale. Quindi, se lo cerchi, hai il tempo di chiederti, 'Devo davvero fare uno spuntino?’

5. Rendere scomodo lo spuntino non salutare
Non si raccomanda di tenere intenzionalmente determinati alimenti fuori dalla tua casa. Questo li rende solo più speciali e desiderabili.
Come per gli spuntini sani che tendi a esagerare, si consiglia di conservare spuntini meno nutrienti in luoghi difficili da raggiungere (come salire su uno scaffale che richiede una scala a pioli per raggiungere).
La speranza: che quando fai quello spuntino, lo apprezzerai di più e lo assaporerai più consapevolmente.

6. Fai uno spuntino lentamente
L'hai già sentito prima: mangiare più lentamente alla fine ti fa mangiare di meno. Più lentamente mangi, più tempo il tuo stomaco deve notificare al tuo cervello che sei pieno.
Per rallentare la velocità degli spuntini, prova a mangiare con la mano non dominante o mantieni lo spuntino all'estremità del tavolo in modo che afferrare di più richieda uno sforzo extra.

7. Riconsidera cosa acquistare
Avere una gran quantità di cibo a disposizione aumenta le probabilità di farne uno spuntino alla volta.
Se l'acquisto di snack alla rinfusa contribuisce al tuo spuntino senza cervello, considera di ridurre.
Ricorda, fare spuntini su cose in pacchetti più piccoli ti aiuta a fermarti una volta che il contenitore è vuoto.

8. Metti in dubbio se hai ~ veramente ~ fame
Sfortunatamente, molte persone non riconoscono la vera fame. Invece, molte persone fanno uno spuntino - e continuano a fare uno spuntino - quando sono annoiate, ansiose o solo perché è uno spuntino in corso.
Prima di cercare qualcosa, fai una pausa e verifica con te stesso perché sei stuzzicante, in primo luogo. "Controlla la tua fame su una scala, con “uno" sazio (come hai appena mangiato un pasto indulgente) e "10" sono così affamati che pensi di svenire.

9. Non multitasking mentre fai uno spuntino
Quando fai uno spuntino, metti via il tuo telefono / computer / TV / libro e trascorri un po' di tempo solido con il tuo cibo. Concentrati sulla masticazione e sull’ assaggio. Dovrebbe aiutarti a sentirti più soddisfatto e consapevole di quanto stai effettivamente mangiando.

10. Scegli spuntini che richiedono un piccolo sforzo
È piuttosto semplice: gli snack che richiedono un po' di lavoro per mangiare, come pistacchi o ciliegie fresche, ti rallentano. Questo ti consente di essere più consapevole di ciò che stai mangiando.

Cosa cercare in uno spuntino di qualità
Ovviamente, optare per i cibi giusti assicura anche che il tuo corpo si senta veramente nutrito. Gli alimenti ricchi di nutrienti come le noci possono anche essere un'ottima opzione per lo spuntino, purché ti attacchi alle porzioni giuste.
E se sai che vuoi davvero uno spuntino con un po' di “volume”, prova a cercare prodotti come bastoncini di carota, ciliegie o fette di cetriolo, che forniscono molta soddisfazione per poche calorie.

giovedì 28 gennaio 2021

Al.ta Cucina, mediatech company e community del food che porta nel mondo la cucina italiana, presenta i dati dell'indagine "Il 2020 ai fornelli", condotta grazie a un Osservatorio che raggiunge oltre 4 milioni di appassionati di cucina.

L’indagine presenta una fotografia semi-seria del 2020, l’anno che ha radicalmente cambiato le abitudini di vita e di consumo di tutti noi. Come mai prima d’ora le persone sono tornate ad apprezzare la cucina fatta in casa, sia come passatempo creativo, sia come comfort food home made per i momenti difficili.

Se il 2020 fosse un piatto

La prima domanda rivolta alla community è stata: Se il 2020 fosse un piatto, quale sarebbe? La maggioranza ha paragonato questo strano anno a una porzione di penne, rigorosamente lisce e in bianco, quasi a rappresentare la mancanza di colore e la tristezza che richiama il lungo periodo di costrizioni. Ma il 2020 è stato associato anche a ricette più elaborate come la carbonara con la panna o ancora la Pizza Hawaiana, quella con l'ananas, a indicare un immaginario collettivo dove la ricetta tradizionale, quindi la routine quotidiana, viene ufficialmente invasa da ingredienti “poco ortodossi” come succede per questi due piatti che per moltissimi rovinano la resa finale.

Food non più come convivialità, ma come espressione di creatività e inventiva

Se il cibo non può più essere convivialità a causa delle restrizioni del lockdown, se non è possibile condividere con amici e parenti una cena al ristorante alla scoperta di piatti ed esperienze nuove, ecco che gli italiani si adattano e il food diventa sinonimo della ricerca di nuove ricette, espressione di creatività e inventiva, momento in cui scaricare energie e frustrazioni della chiusura forzata. Secondo l’indagine di Al.ta Cucina, nel 2020 il 53% degli italiani ha scoperto la passione per la cucina. L’aumento del tempo libero ha riportato le persone a far da sé piatti e prodotti che prima venivano acquistati già pronti per un consumo veloce. Sui social hanno spopolato foto di liquori, marmellate, dadi vegetali e tantissimi altri cibi postati con orgoglio sulle bacheche dei fieri neo produttori.
Le persone sono diventate protagoniste delle proprie cucine. Il 14% degli intervistati che non sapeva cucinare affatto prima del 2020 ha iniziato a farlo e si è applicato proprio a causa del lockdown e delle restrizioni; ma anche la maggior parte degli appassionati di food (ben il 77%), chef provetti o cuochi alle prime armi, ha comunque speso un tempo maggiore ai fornelli rispetto agli anni passati.

Italiani popolo di poeti, santi e panificatori

L’indagine di Al.ta Cucina conferma un aspetto ormai noto: nel 2020 gli italiani si sono distinti come un popolo di...panificatori. Come dato significativo emerge infatti che chi si è cimentato per la prima volta ai fornelli nel 2020 ha pensato di iniziare proprio con la preparazione di una pizza, una focaccia o un lievitato. Nel novero dei lievitati rientrano tutti quei piatti, dolci o salati che vanno dai cracker alle brioche e dai ciambelloni ai biscotti e che presentano infinite varietà. Nell’anno del COVID, insomma, le persone hanno riscoperto di avere un forno nelle proprie cucine. Solo il 14% vs 86% degli intervistati non ha mai preparato nessuno di questi prodotti.

Pizza, la vera regina del 2020, seguita da dolci e pasta

Tra i cibi più cucinati, sul podio troviamo la regina della cucina made in Italy, la pizza, che, insieme ai lievitati di ogni tipo, è stata infornata dal 37% degli intervistati e si erge a vero piatto simbolo del 2020. Seguono dolci (32%) e pasta (25%). Fanalino di coda, ma comunque presenti, i piatti light, tra quelli più cucinati dal 6% degli intervistati, probabilmente preparati da coloro, un 31% di virtuosi, che ha risposto di essere riuscito a rispettare un regime dietetico contro il 69% delle persone che ha totalmente abbandonato sul nascere il tentativo.
L’indagine evidenzia anche come molti dei principi legati allo spreco alimentare e alla sostenibilità ambientale abbiano fatto parte delle scelte degli italiani in cucina, anche se il comfort food, con la pizza in testa, seppur con farine integrali, ha dominato rispetto agli healthy food, specialmente durante il primo lockdown.

Ma quante farine esistono?

Proprio le numerose preparazioni di pizze e lievitati hanno fatto sì che gli italiani scoprissero nuovi ingredienti collegati a questo piatto tradizionale. La farina è quindi sia l’ingrediente che non è mai mancato in casa nel 2020, sia la nuova scoperta insieme al lievito madre in base alle risposte ottenute dall’indagine. Moltissimi italiani hanno infatti scoperto che non tutte le farine sono uguali e che ne esiste una con la giusta forza per ogni diversa preparazione.

Tra verità e falsi miti, lievito e penne lisce

Alcune domande dell’indagine si sono focalizzate su argomenti molto discussi. Ne è emersa una netta predilezione per le penne rigate, che hanno vinto su quelle lisce con un ben 90% contro 10% rispetto alle preferenze degli intervistati, a conferma di ciò che si è potuto osservare durante il primo lockdown nei supermercati. Durante la prima fase della pandemia, invece, il 48% degli intervistati ha subito una battuta d’arresto nei propri esperimenti di panificazione, poiché il lievito è scomparso da tutti gli scaffali.

mercoledì 27 gennaio 2021

Pink Gold è un Prosecco Doc Rosé Brut, creato da Bottega per offrire ai consumatori una versione premium del nuovo Prosecco rosato. Si tratta di uno spumante intrigante che incontra pienamente il gusto femminile. Nasce da un blend di uve Glera e Pinot Nero della zona del Prosecco DOC, che vengono coltivate secondo tecniche classiche e tradizionali e che hanno mantenuto inalterate negli anni la loro qualità e la loro tipicità.

Pink Gold Bottega è racchiuso in una bottiglia bassa e larga dalla forma insolita. Il suggestivo packaging è arricchito dall'inconfondibile livrea, realizzata con un esclusivo processo di metallizzazione, grazie al quale il colore rosa diventa parte integrante della superficie esterna del vetro.
Lo spumante, fresco, complesso e fruttato, è impreziosito dall'elegante bottiglia, che ne fa il regalo ideale per celebrare San Valentino.
Pink Gold Prosecco Doc Rosé va servito in calici flute a una temperatura di 5/6° C.
Ottimo come aperitivo, da accompagnare a finger food e a piccole fritture della tradizione italiana, è anche un vino da tutto pasto. Si abbina egregiamente a pesce crudo (tartare e carpaccio), risotti al radicchio e salsiccia, secondi di carne e pesce non troppo elaborati, come filetto di maiale con verdure o scorfano al forno con patate.

Pink Gold Prosecco Doc Rosé

La coltivazione delle uve Glera e Pinot Nero, utilizzate per la produzione di Pink Gold Prosecco Doc Rosé Brut, si estende nella zona del Prosecco DOC. Questo territorio è caratterizzato da un clima mite e da suoli argillosi di origine alluvionale ricchi di minerali, condizioni ideali per esprimere al meglio le proprietà dei vitigni Glera e Pinot Nero.
Le uve vengono raccolte quando le analisi sensoriali effettuate in vigna sugli acini evidenziano una naturale acidità e una buona mineralità (indotta dal terreno). Poiché le due varietà hanno tempi di maturazione differenti, vengono vinificate separatamente.
Le uve Glera, raccolte di massima a metà settembre, vengono diraspate e pressate delicatamente. La prima fermentazione avviene in vasche d'acciaio dopo l'aggiunta di lieviti selezionati. Le uve Pinot Nero, invece, vengono raccolte a fine agosto e quindi diraspate e pressate delicatamente. A contatto con le bucce si attiva la macerazione prefermentativa che si protrae per circa 12-16 ore e che consente di estrarne il colore. Il mosto viene quindi separato dalle bucce e fatto fermentare a temperatura controllata.
I due vini ottenuti, insieme ad una percentuale di mosto di Glera, vengono successivamente assemblati e rifermentati secondo il metodo Martinotti, noto anche come Charmat, a temperatura controllata di 15-16 °C. Il periodo di rifermentazione ha una durata media, che si protrae per oltre 2 mesi.
Il vino è caratterizzato da un colore rosa madreperla brillante e da un perlage fine e persistente. Il bouquet presenta note olfattive complesse con spiccati sentori floreali (gelsomino, fiori di sambuco e bocciolo di rosa) e sentori fruttati di pera e pesca bianca. Si arricchisce di note speziate e di sottobosco nel finale. Fresco e leggermente sapido, riproduce al palato una complessità simile a quella olfattiva.

lunedì 25 gennaio 2021

Due chef toscani nella Nazionale Italiana Cuochi. L’aretina Marialuisa Lovari e il pistoiese Keoma Franceschi sono stati confermati nella squadra azzurra della Federazione Italiana Cuochi che avrà la responsabilità di rappresentare la cucina tricolore nelle più importanti competizioni di livello internazionale in programma fino al 2024.

Questi due professionisti, impegnati rispettivamente come chef e come sous chef nel ristorante Cucina Donnaluisa all’interno del resort "Il Verreno" di Ambra, hanno meritato l’importante incarico in virtù di un appassionato lavoro, di un impegno nella formazione e di una continua ricerca con cui hanno acquisito notorietà nel panorama nazionale. Lovari e Franceschi porranno ora le loro competenze al servizio del general manager della nazionale Gianluca Tomasi (subentrato a Gaetano Ragunì), in una squadra di professionisti di altissimo livello che avrà la responsabilità di confermare l’eccellenza della cucina italiana in svariate occasioni di rappresentanza e competitive. "Per i cuochi - commenta Roberto Lodovichi, presidente dell’Unione Regionale Cuochi Toscani, - è una grande ambizione l’ingresso nella nazionale, ma in pochi raggiungono questo obiettivo a causa delle selezioni molto dure e della necessità di possedere competenze estremamente alte: ci congratuliamo con Lovari e con Franceschi che potranno tenere alto l’orgoglio della cucina toscana nel mondo".
Questa convocazione rappresenta per Lovari l’ennesimo riconoscimento di un percorso professionale ricco di soddisfazioni frutto della sua capacità creativa nel realizzare una cucina di alto livello, selezionando materie prime d’eccellenza del territorio. La talentuosa chef, membro dell’Associazione Cuochi di Arezzo dove ha ricoperto anche il ruolo di vicepresidente, è stata anche team manager dell’Equipe Alta Cucina della Regione Toscana che nel 2017 ha vinto gli Assoluti del Campionato Italiano, vanta partecipazioni a numerosi concorsi di livello internazionale e nel 2020 si è classificata seconda alla selezione italiana per il campionato mondiale di cucina del Bocuse d’Or. Lovari, inoltre, fa parte dei docenti dell’Alta Formazione della Federazione Italiana Cuochi e, in qualità di membro della Nazionale Italiana Cuochi, svolge anche un ruolo di testimonial nel mondo dei prodotti e del gusto tipicamente italiani. Al suo fianco opererà Franceschi che, nonostante la più giovane età, vanta già importanti esperienze professionali e bei risultati in competizioni nazionali ed internazionali di alto livello: membro dell’Associazione Cuochi di Montecatini Terme-Pistoia, questo chef è stato capitano dell’Equipe di Alta Cucina della regione Toscana ed è già stato membro della Nazionale Italiana Cuochi con cui ha ottenuto un oro alle Olimpiadi di Stoccarda del 2020 ed un terzo posto nel ranking mondiale per la cucina calda. "La presenza in nazionale di questi due apprezzati e competenti chef toscani - aggiunge Lodovichi, - conferma come la nostra Unione Regionale sia una fucina di talenti che portano lustro e visibilità alla loro terra d’origine".

domenica 24 gennaio 2021

Annata 2019, sta sulle bucce per 5/6 ore poi l’affinamento sulle fecce nobili per 6 mesi, all’olfatto presenta numerosi frutti rossi, tra cui ribes e lampone, che si manifestano gradualmente seguiti da erbe officinali in un epilogo speziato.

In bocca si percepiscono la succosità e la fragranza dei frutti rossi che si accompagnano alle sensazioni di freschezza amplificando vitalità e profondità.
Un vino biologico, di certo adatto a un’occasione speciale, e con alle spalle la storia di una realtà molto esclusiva nel cuore della Maremma Toscana, affacciata sull’Argentario, dove questi "artigiani" del vino hanno recuperato, nel 2005, un podere abbandonato da 30 anni trasformandolo in un piccolo gioiello.
Il nome Nebula Rosa si ispira alla Nebulosa di Orione e richiama la tecnica del batonnage che viene applicata sul vino. Il batonnage consiste nel "rimescolare" le fecce fini o nobili alla massa del vino in affinamento, creando appunto una sorta di nebulosa.
Un rosato d’alta quota, fresco ed elegante, prodotto in quantità limitata e con il giusto prezzo, a partire da 16 euro.

sabato 23 gennaio 2021

(Ph: credits altoadige.it)

A stabilirlo, il Decreto n. 17/2020 della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia che ne ha riconosciuto l’unicità del valore storico e culturale "in quanto viva testimonianza della storia dell’enologia […] e della comunicazione di un’impresa a livello nazionale e internazionale, che ha attraversato l’intero Novecento fino ai giorni nostri". Sottoposti alla normativa di tutela prevista dal Codice dei beni culturali e del MiBACT, l’archivio e la biblioteca rappresentano infatti la sedimentazione documentare di oltre un secolo di attività pratica, amministrativa, giuridica e di ricerca di Unione italiana vini, un patrimonio che d’ora in avanti l’associazione dovrà tutelare assicurandone la pubblicità e la fruibilità da parte di tutti gli interessati.

Per il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti: "Questo riconoscimento è un primo traguardo nell’opera di valorizzazione del ruolo che la nostra associazione ha rivestito nel sistema Italia in 125 anni di lavoro, un’operazione strategica che fa da specchio alla nostra attività sociale e politica e un asset economico per tutti i nostri associati. L’archivio e la biblioteca sono e saranno sempre più in grado di garantire una gestione efficiente e risparmiosa della documentazione, ma non solo – ha aggiunto Castelletti –: potranno rappresentare dei “serbatoi” culturali da cui attingere per operazioni di brand heritage, marketing e comunicazione".
Conservato a Milano negli uffici via San Vittore al Teatro, l’archivio consiste in circa 160 metri lineari e vanta un patrimonio documentale che va dal 1895 ai giorni nostri. Tra le carte più antiche, i volumi manoscritti con i verbali del Consiglio e delle Assemblee, le circolari e dei comunicati diffusi tra il 1920 e il 1933, e le schede di adesione all’Unione dal dopoguerra fino ad oggi. Da segnalare anche la documentazione relativa alla serie delle pubblicazioni edite da Uiv, tra cui Il Corriere Vinicolo (dal 1928) e la rivista illustrata Enotria (1922-1999). La biblioteca, attiva già dal 1929, contiene invece diverse migliaia di volumi, anche non reperibili in altre biblioteche del Paese. Tra i più ricercati, la Storia della vite e del vino in Italia di Arturo Marescalchi e Giovanni Dalmasso (1931-1937) e Le uve da tavola di Giovanni Dalmasso (1946), o le riviste come il Giornale Vinicolo italiano di Casale Monferrato (1876-1895), la collezione dal 1946 al 1991 del Bulletin de l'office international du vin / Office international du vin (OIV).
"Il progetto ha come fine ultimo quello di creare il più importante centro nazionale di documentazione del comparto vitivinicolo – ha spiegato l’archivista incaricato Francesco Emanuele Benatti –. Per questo stiamo lavorando per realizzare una sala di conservazione per l’archivio e una per la biblioteca, per aggiornare e rendere accessibili online l’inventario dell’archivio e il catalogo della biblioteca e per garantire il condizionamento dei documenti in faldoni certificati. Infine – ha concluso Benatti –, dopo aver reso disponibile online Il Corriere Vinicolo a partire dal n.1 del 1928, puntiamo a continuare il processo di digitalizzazione".

venerdì 22 gennaio 2021

Due idoli pop a confronto. Lei, simbolo di sensualità e romanticismo. Loro, icone di ironia e originalità. Sono Elodie e I Pinguini Tattici Nucleari i nuovi autori dei cartigli di Baci Perugina 2021. Due personalità forti e completamente differenti che danno vita a messaggi d’amore e dichiarazioni che rivoluzionano il romanticismo classico dei tradizionali cartigli. La sensualità di Elodie si mescola all’ironia dei Pinguini per dar vita ad una dichiarazione d’amore perfetta.

Quest’anno la Limited Edition di Baci Perugina di San Valentino conterrà ben 30 frasi inedite scritte a quattro mani dalla coppia Elodie-Pinguini, alcune colme di ironia e umorismo: "T’ho amata da subito. Tu c’hai messo un po'. Per me è stato un colpo di fulmine, per te un colpo di tuono" Altre più romantiche e sentimentali: "In un mare di strofe sei il mio ritornello". E altre che mixano perfettamente ironia e romanticismo: "Il nostro amore è nato leggendo tra le righe e finirà ridendo tra le rughe".
Baci Perugina, come gli scorsi anni, ha deciso poi di affidare ad una divertente e originale web series il racconto della presentazione dei 30 cartigli. La serie, sviluppata su tre episodi preceduti da un episodio introduttivo, sarà visibile sul canale IGTV di Instagram @baciperugina_it. La serie si apre con Elio che irrompe in un luogo misterioso dove si trovano gli altri membri della band, apparentemente troppo impegnati per ascoltarlo. Quando anche Elio comprende il valore della missione da compiere si mette al lavoro: i Pinguini Tattici Nucleari sono stati chiamati per scrivere i nuovi cartigli di Baci Perugina per il San Valentino. Dopo svariati tentativi di trovare la dichiarazione d’amore perfetta arrivano alla conclusione che c’è bisogno di un pizzico di romanticismo e sensualità che solo una donna come Elodie può dare. Riccardo compone quindi il suo numero per chiederle aiuto nella missione dei cartigli e la cantante accetta la sfida sorridendo.
Novità di quest’anno sarà l’opportunità che avranno gli utenti di diventare essi stessi protagonisti della dichiarazione d’amore perfetta guidati dai loro idoli Elodie e i Pinguini Tattici Nucleari. Infatti, ognuno potrà pubblicare dei contenuti video divertenti, fantasiosi e, ovviamente, romantici, tramite le Instagram Stories taggando il profilo di Baci Perugina. Alcuni di questi video saranno raccolti in un video manifesto che Baci Perugina pubblicherà il giorno di San Valentino.
Questo progetto è stato realizzato da “SBAM Noisy Ideas”, la nuova casa di produzione milanese specializzata in Branded Funded Entertainment, che ha curato sia la produzione video che lo sviluppo creativo.
Baci Perugina ha voluto ancora una volta fare un dono agli italiani attraverso due artisti per permettere a tutti di dichiarare il proprio amore affidando i loro sentimenti alle parole di Elodie e dei Pinguini Tattici Nucleari che, con romanticismo e ironia, hanno scritto dei messaggi inediti come fossero delle perfette dichiarazioni d’amore. La dichiarazione d’amore perfetta, quindi, è un mescolarsi di tanti ingredienti che vanno dalla sensualità all’umorismo, dal cuore al sorriso e, che grazie a Baci Perugina, arriva anche al palato come la più bella e intensa esplosione di tutte le sensazioni.
Le confezioni della Limited Edition con le frasi di Elodie e i Pinguini Tattici Nucleari sono in vendita in diversi formati: la Scatola Cuore ancora più colorata e romantica, da 150g al prezzo consigliato di € 10,99; il Tubo da 125 g al prezzo consigliato di €6,99; e, infine, il Tubino da 37,5 g al prezzo consigliato di €1,99.

giovedì 21 gennaio 2021

Il Consorzio Parmigiano Reggiano lancia Amo ciò che mangio 3.0, il progetto gratuito rivolto a insegnanti, classi e famiglie delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado per costruire esperienze di benessere in classe e in famiglia. Giunto alla sesta edizione, Amo ciò che mangio ha coinvolto oltre 6.000 insegnanti e più di 150.000 studenti a livello nazionale.

Dal punto di vista organizzativo, il progetto prevede una formazione iniziale per gli insegnanti e la conseguente proposta di un percorso a tappe: quella inziale, Che forma hanno le emozioni? in partenza a gennaio; la seconda, incentrata sul benessere si svolgerà ad aprile; la tappa finale, Una forma speciale: quella di Parmigiano Reggiano si terrà a maggio.
Al termine del percorso, per mantenere il clima di scoperta ed emozione, si prevede lo svolgimento di una gita virtuale in caseificio. Gli studenti e gli insegnanti potranno interagire con il processo che darà vita a una forma di Parmigiano Reggiano.
La ricerca e costruzione del benessere, in tutte le sue forme, è quanto di più attuale e urgente nel contesto in cui stiamo vivendo; la pandemia, il lockdown, le restrizioni che viviamo ogni giorno hanno aumentato e amplificato il livello di ansia e paura percepito da ognuno e hanno reso tutti più fragili e vulnerabili.
Moltissime ricerche svolte in questi ultimi mesi hanno evidenziato un grande aumento di disagio psicologico e relazionale, individuando proprio nei bambini e nei ragazzi coloro che più di altre categorie stanno sentendo le ripercussioni psicologiche ed emotive di questa situazione.
"In questo momento, così precario ed imprevedibile - afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio - il Parmigiano Reggiano diventa promotore ed ambasciatore del benessere non solo dal punto di vista alimentare, sostenendo insegnanti, alunni e famiglie nella costruzione ed esperienza di un benessere quotidiano, da vivere nelle emozioni, nel rapporto con gli altri e la comunità, nella relazione con il territorio e l’ambiente".
Il progetto, realizzato da Creativ, parte dalle precedenti edizioni di Amo ciò che mangio, ne conserva la base e la arricchisce di nuovi contenuti ed attività relativi ai pilastri del Brand Manifesto del Consorzio Parmigiano Reggiano: territorio, ambiente, comunità e benessere. Le caratteristiche del Parmigiano Reggiano della sua filiera di produzione diventano quindi spunti di lavoro e riflessione per stare bene, con sé stessi e con gli altri.
"Il 2021 – spiega Carlo Mangini, direttore marketing, comunicazione e sviluppo commerciale - rappresenterà, per il nostro Consorzio, la pista di decollo di tantissime iniziative che hanno avuto la loro origine nella volontà di stipulare un vero e proprio ‘patto’ con il consumatore, basato sugli impegni del nostro Brand Manifesto. Quello del contributo alla corretta informazione per una sana alimentazione è destinato alla nostra comunità e rappresenta un grande e centrale valore per tutti noi".

lunedì 18 gennaio 2021

In un contesto di generale difficoltà, la DOC delle Venezie non arresta la sua crescita e chiude il 2020 con + 4,7% di imbottigliamenti (1.715.372 hl per un totale di quasi 214 milioni di contrassegni distribuiti da Triveneta) pari a 10,5 milioni di bottiglie in più sull’anno precedente. Dati fortemente attesi che confermano una continua ascesa per il Pinot grigio triveneto – trend più che positivo confermato anche dalle cugine Denominazioni del territorio – se considerato, soprattutto, che la stagione produttiva del Pinot grigio delle Venezie appena chiusa (la quarta per la DOC) arrivava già da un 2019 “da record”, che chiudeva il bilancio con un entusiasmante + 34% sul 2018.

Benché il trend nell’anno solare abbia mostrato un profilo altalenante, in particolare nel primo semestre – complice l’incertezza generale, stato d’animo che ancora aleggia nel comparto – "la nostra DOC, come altre del territorio, non ha mai ceduto a pessimismi e, anzi, ha tenuto duro e continua a farlo dimostrando che il Triveneto è la casa del Pinot grigio" dice il Presidente del Consorzio di Tutela Albino Armani e continua "In un momento congiunturale difficilissimo, soprattutto durante il primo lockdown, abbiamo sempre osservato nel corso dei mesi un andamento in linea o in lieve crescita con le medie stagionali degli ultimi due anni, con un picco massimo nel mese di luglio, il più alto di sempre, con quasi 163.000 hl imbottigliati. Un grande merito va anche al dinamismo dei nostri imbottigliatori, nazionali ed esteri, per aver creduto nella nostra DOC ed aver contribuito in modo significativo alla sua crescita in termini sia di imbottigliato sia di valore. Infine, grazie alle sue caratteristiche di versatilità e semplicità di beva, ma anche grazie ad un consumatore globale in grado di apprezzarlo e alla distribuzione nel canale della GDO internazionale, il Pinot grigio delle Venezie è riuscito a chiudere positivamente anche questo anno a dir poco particolare".
E un grande contributo arriva anche dai partner esteri: assai soddisfacenti le performance dello sfuso destinato a DOC delle Venezie che oltrepassa il confine nazionale, con 192.793 hl – di cui il 12% già dell’annata 2020 – imbottigliati tra Germania (47%), UK (21%), USA (12%), Canada (6%) ed Austria (5,19%), dato significativo specie osservando la media mensile di imbottigliamenti totali di 145.948 hl/mese (+4,7%). "Ricordiamo che gli imbottigliatori esteri che scelgono la Denominazione delle Venezie sono assoggettati al piano delle verifiche e dei controlli specifici per la DO e si impegnano ad operare conformemente alle disposizioni previste dal suo disciplinare di produzione, sempre sotto la supervisione dell’organismo di controllo Triveneta Certificazioni" dichiara Francesco Liantonio, Presidente di Triveneta.
La DOC ha inoltre osservato un buon trend di partenza per quanto riguarda i nuovi imbottigliamenti della vendemmia 2020 iniziati già ad ottobre (in anticipo di un mese rispetto ai due anni precedenti) con un + 67% rispetto all’utilizzo della nuova annata nello stesso periodo del 2019. Ottime notizie anche sul fronte delle giacenze che registrano un notevole calo sul 2019, precisamente una riduzione del 42%, che si traduce in quasi -121.000 hl nei serbatoi delle aziende.
Infine, il Consorzio di Tutela è pronto ad aprire nuovi importanti capitoli a partire dall’attesa presentazione della modifica del Disciplinare di Produzione, possibile solo a seguito del riconoscimento Ministeriale ricevuto nel 2020. Anche in assenza delle principali manifestazioni di settore internazionale come Prowein e Vinitaly, oggi il Consorzio non si arresta e guarda avanti, verso progetti di comunicazione, promozione e informazioni internazionali. I riflettori resteranno certamente puntati sulle piazze già consolidate e trainanti per la DOC come USA e UK, ma la denominazione si prepara a conquistare anche terre vergini per il Pinot grigio Delle Venezie - come Giappone, Russia e Svizzera - e a fare nuovi network con il pubblico specializzato di buyer, stampa e professionisti del settore.

domenica 17 gennaio 2021

24.450 ettari tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, oltre 500 milioni di bottiglie prodotte nel 2020 e un volume d’affari di un paio di miliardi. Questi sono solo alcuni degli straordinari numeri di Prosecco DOC, uno dei vini italiani più famosi e apprezzati a livello mondiale.

A impreziosire ulteriormente la sua storia, il recente lancio ufficiale per il nuovo nato del Consorzio di Tutela del Prosecco DOC, il Prosecco DOC Rosé, che ha dimostrato da subito le sue potenzialità riscontrando grande interesse sia sul mercato nazionale che su quello internazionale, con quasi 17 milioni di bottiglie prodotte.
Il nuovo vino sarà al centro del project work che 24ORE Business School, scuola di alta formazione che offre corsi sulle principali Industry di riferimento, ha sviluppato in collaborazione con Consorzio di Tutela del Prosecco DOC, dal titolo "Osa il rosa: il lancio del Prosecco DOC Rosé".
Il lavoro, coordinato dal docente del Master Food & Wine Management Fabrizio Savigni, vedrà i ragazzi impegnati su tutte le attività inerenti il marketing e la comunicazione del prodotto e sulla realizzazione di nuovi progetti volti alla promozione e alla vendita dell’export del Prosecco DOC Rosé.
Il project work si inserisce all’interno del Master Food & Wine Management, corso full time che si pone come obbiettivi di fornire gli strumenti e le competenze tecniche-manageriali per inserirsi e crescere professionalmente nel mondo del Food & Wine, grazie a focus e approfondimenti sui nuovi trend del settore, stage formativi in PMI e multinazionali agroalimentari e collaborazioni con i più prestigiosi brand del mercato, garantendo in questo modo una specializzazione distintiva in una delle aree di eccellenza del Made in Italy.
L’inizio ufficiale del progetto è stato lunedì 11 gennaio con una giornata di presentazione che ha visto coinvolti Luca Giavi (Direttore Generale Consorzio di Tutela Prosecco DOC), Andrea Battistella (Vice-Direttore ed Enologo Consorzio di Tutela Prosecco DOC) e Tanja Barattin (Responsabile Promozione e Valorizzazione Consorzio di Tutela Prosecco DOC).
"Un project work in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC, un’eccellenza italiana conosciuta ormai in tutto il Mondo. Focus di questo progetto sarà il Prosecco Rosé, variante dell’ormai famosissimo Prosecco Bianco, che il Consorzio sta lanciando proprio in questi giorni. Gli studenti del Master Food and Wine Management della 24ORE Business School, coadiuvati da me e dal Dott. Domenico Gullì, sono chiamati a lavorare ad un progetto strategico per il Consorzio! Dovranno infatti pensare ad un concept creativo e ad una campagna di comunicazione per questo prodotto eccezionale, ambasciatore dello stile italiano all’estero!" afferma Fabrizio Savigni, docente del Master Food & Wine Management "Ma la sfida non finisce qui, infatti, oltre a questo ad ogni gruppo di lavoro verrà assegnato un paese estero, scelto tra UK, USA, Germania, Francia e Canada, in cui comunicare il Prosecco Rosé. Si tratta pertanto di una sfida che rappresenta una grande opportunità dal punto di vista didattico che aiuterà gli studenti ad acquisire importanti skills utili per il loro inserimento nel mondo del lavoro!".
"In un periodo particolarmente complicato, come quello che stiamo vivendo, la nostra denominazione sta dimostrando una vitalità come poche altre, frutto di un lavoro capace di coniugare tradizione e innovazione, in una visione che, partendo dagli elementi distintivi delle nostre produzioni, si sviluppa a partire dalle attese dei consumatori e delle comunità locali" dichiara Luca Giavi, Direttore Generale Consorzio di Tutela Prosecco DOC.

sabato 16 gennaio 2021

Il segreto per cucinare una pasta a regola d’arte risiede nel perfetto tempo di cottura. Per questo Barilla, in collaborazione con Spotify, lancia "Playlist Timer": raccolte musicali la cui durata corrisponde al tempo di cottura dei formati di pasta più amati del brand.

Un’ennesima conferma del carattere della marca, da sempre vicina ai consumatori grazie a prodotti e proposte innovative in grado di rispondere alle esigenze più moderne.
Playlist Timer vuole essere la colonna sonora ideale nel viaggio attraverso la sinfonia di sapori della cucina e della musica di tutto il mondo. Le 8 playlist, la cui lunghezza va dai 9 agli 11 minuti, sono state create abbinando i 4 generi musicali più ascoltati in Italia (pop, hip hop, indie e grandi classici del passato) ad alcuni tra i formati di pasta più apprezzati dagli italiani (spaghetti, linguine, fusilli e penne rigate).
Le playlist brandizzate sono un omaggio di Barilla pensato per tutti coloro che intendono la cucina come una forma d’arte e di divertimento e che possono così approfittare dei minuti di cottura per ascoltare buona musica, intrattenersi e non doversi preoccupare del tempo di cottura: quando la musica si ferma, la cottura è ultimata e perfettamente al dente.
Con le 8 raccolte di "Playlist Timer" Barilla trasforma quindi Spotify nel più sinfonico dei timer da cucina, una sintesi perfetta e moderna tra utilità e arte: musicale, culinaria e figurativa, grazie anche alle originali copertine delle raccolte, realizzate da artisti italiani di calibro internazionale: Emiliano Ponzi, Van Orton, Alessandro Baronciani, Mauro Gatti, Carol Rollo, Nicola "Nico189" Laurora, Fernando Cobelo e Andrea Mongia.
Curiosi anche i nomi delle playlist che caratterizzano la selezione musicale che le compone: "Mixtape Spaghetti", "Boom Bap Fusilli", "Pleasant Melancholy Penne", "Moody Day Linguine", "Top Hits Spaghetti", "Best Song Penne", "Timeless Emotion Fusilli" e "Simply Classics Linguine".
Al loro interno si possono trovare i pezzi più ascoltati su Spotify per ogni filone, insieme ad alcuni pezzi meno conosciuti, sempre con l’idea di comporre playlist della durata perfetta per ogni formato di pasta. I brani all’interno delle varie playlist verranno aggiornati ciclicamente per includere nuove hit ed offrire così varietà a chi le utilizza.

venerdì 15 gennaio 2021

Come conservare i funghi freschi in casa? Semplice: Metti i funghi interi e non lavati in un sacchetto di carta marrone e piega la parte superiore del sacchetto. Quindi inserisci la borsa nello scomparto principale del frigorifero. Questo funziona perché il sacchetto assorbe l’umidità in eccesso dai funghi in modo che non si inzuppino o ammuffiscano.

Come conservare i funghi in frigorifero

Come conservare i funghi in frigorifero ma attenzione a:
- Non conservare i funghi nel cassetto frutta e verdura: è un ambiente troppo umido.
- Evita di posizionare i funghi vicino a cibi con odori o sapori forti perché li assorbiranno come una spugna.
- Fare attenzione a non impilare altri cibi sopra di essi. I funghi schiacciati e ammaccati non sembrano molto appetitosi e non si conservano a lungo.
- Alcuni funghi resistono meglio in frigorifero di altri. Per evitare sprechi, cerca di acquistare i tuoi funghi vicino a quando prevedi di usarli.
- Se devi conservare i funghi per più di una settimana, valuta la possibilità di congelarli o essiccarli.

Come congelare i funghi

I funghi si congelano bene, ma è meglio metterli nel congelatore il prima possibile. Non aspettare che i tuoi funghi inizino a deteriorarsi in frigorifero prima di decidere di congelarne alcuni. Se hai una grande raccolta di funghi, sii consapevole di metterne da parte alcuni per mangiare subito e altri per mangiare in seguito. Cerca di essere realistico su quanti ne mangerai nella prossima settimana in modo da poter congelare il resto prima che vada a male.
I funghi devono essere cotti prima di essere congelati. Ciò interromperà l’azione degli enzimi, preservando così la loro qualità, quindi è importante non saltare questo passaggio.

Come essiccare i funghi

Come conservare i funghi in maniera da non occupare molto spazio e mantenendoli intatti nel sapore. Se non hai molto spazio congelatore da dedicare ai funghi, asciugarli è un’altra opzione. I funghi secchi possono essere reidratati secondo necessità e nel frattempo occupano pochissimo spazio nella dispensa. Usa un forno a bassa temperatura o un essiccatore per alimenti per asciugare i funghi. Quindi conservali in un contenitore ermetico fino a quando non ne avrai bisogno.
Se non hai mai essiccato i funghi prima, prova un piccolo lotto e vedi cosa ne pensi. Una volta che impari a ricostituirli, potresti scoprire che sono buoni quanto i funghi freschi. Se non altro, è fantastico avere funghi secchi a portata di mano da condire nelle zuppe fatte in casa.

Come cucinare i funghi

Se non sei sicuro di cosa fare con i tuoi funghi prima che vadano a male, ecco alcune idee. Lanciali nella pasta, usali per guarnire una pizza, aggiungili alla zuppa o saltali nel burro e impilali sugli hamburger. I funghi saltati sono anche un contorno gustoso per la bistecca. Basta sfogliare la tua raccolta di ricette e sei sicuro di trovare molte ricette che avrebbero un sapore ancora migliore con una manciata di funghi gettati dentro.

Cos'è il fungo? Informazioni utili

I funghi non contengono clorofilla. Non trasformano la luce solare in energia. Invece, ottengono le sostanze nutritive di cui hanno bisogno dalla materia morta e in decomposizione o dai sistemi di radici delle piante viventi.
Quindi sono classificati come un regno separato della vita chiamato funghi. Altri membri del regno dei funghi includono lieviti e muffe.
I funghi possono essere suddivisi in tre grandi categorie:
- I funghi micorrizici formano una relazione simbiotica con le radici degli alberi ancora vivi. Prendono i nutrienti dall’albero, ma restituiscono e aiutano a creare un apparato radicale più grande e più sano anche per l’albero. I funghi di questa categoria includono tartufi, finferli e funghi porcini.
- I funghi parassiti vivono sugli alberi vivi, ma non restituiscono nulla. Estraggono semplicemente i nutrienti dall’albero fino a quando non muore.
- I funghi saprofiti vivono su materia organica come alberi morti dopo che i funghi parassiti li hanno uccisi, radici delle piante e foglie cadute. Estraggono i minerali, l’anidride carbonica e altri nutrienti dalla materia organica. Alcuni saprofiti comuni includono funghi ostrica, shiitake e funghi bianchi o funghi crimini.
- I funghi che mangiamo sono solo una piccola parte del fungo complessivo. Sottoterra o all’interno di alberi, i funghi iniziano come un apparato radicale bianco e soffice chiamato micelio.
Questo costituisce la maggior parte del fungo e la maggior parte della sua vita viene trascorsa in questa fase. Il micelio può rimanere nascosto per anni fino a quando l’umidità, la temperatura e altri fattori sono appena giusti prima che creino funghi. I funghi sono il frutto del fungo. Crescono e si aprono per rilasciare spore, che sono fondamentalmente come i semi di un fungo. Queste spore cadono o vengono trasportate dal vento e iniziano a far crescere un’altra colonia di micelio da qualche altra parte.

I funghi sono un frutto?

Se i funghi non sono biologicamente un vegetale, è ovvio che non sono nemmeno un frutto, giusto? Sebbene i funghi non siano tecnicamente un frutto, in realtà sono più vicini a un frutto che a un vegetale.
I funghi che conosciamo e amiamo sono in realtà una piccola parte della parte vivente e in crescita molto più grande del fungo chiamato micelio che cresce sotto terra o nei tronchi. I funghi che vedi sono la parte riproduttiva dei funghi. Il loro scopo è quello di coltivare e diffondere i pezzi riproduttivi del fungo. Queste sono chiamate spore, che sono essenzialmente i semi di un fungo. Quindi, in questo modo, i funghi sono un po’ come un frutto. L’unica differenza è che non provengono da piante e non richiedono impollinazione o fiori che di solito sono necessari per produrre frutti nel regno vegetale.

Mangiare funghi fa bene?

Ai fini nutrizionali, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti classifica i funghi come verdure. Questo perché contengono molti degli stessi benefici nutrizionali che offrono le verdure. Ma offrono anche molti nutrienti che si trovano meno comunemente nelle verdure.
Ad esempio, i funghi sono anche una buona fonte di vitamina D, vitamine del gruppo B, niacina, selenio, rame e acido pantotenico. Quindi aiutano a colmare il divario tra i nutrienti disponibili nelle piante, nei cereali e nella carne.
Esiste un’ampia varietà di diversi tipi di funghi commestibili. Hanno tutti le loro strutture, forme, sapori e profili nutrizionali unici. I funghi possono anche essere considerati un alimento adattogeno. Ciò significa che aiutano il tuo corpo ad affrontare vari tipi di stress e aiutano a promuovere la normale funzione fisica. Molte specie di funghi come la chaga e la criniera del leone possono essere utilizzate per rafforzare il tuo sistema immunitario.
I funghi sono anche ricchi di antiossidanti e possono anche avere proprietà antietà. I composti contenuti nei funghi sono ottimi per neutralizzare i radicali liberi, che sono molecole che possono devastare il tuo corpo e portare al cancro e ad altre brutte malattie. Anche i cani possono mangiare funghi per una sana alimentazione. Scopri quali funghi sono sicuri da mangiare per i cani .
In effetti, i funghi champignon sono anche migliori di verdure come fagiolini, pomodori, carote e peperoni quando si tratta di contenuto di antiossidanti. La parte migliore è che gli antiossidanti contenuti nei funghi non vengono distrutti o inattivati una volta cotti.

giovedì 14 gennaio 2021

(Ph: news.unioneitaliavini.it)
Pericolo doppio per il vino italiano negli Stati Uniti, in una tensione commerciale avviata sotto l’amministrazione Trump ma che rischia di trovare una linea di continuità anche con il mandato Biden. Sul tavolo del Rappresentante per il Commercio Usa (Ustr), il nuovo carosello di prodotti oggetto di dazi aggiuntivi sulla controversia Airbus – per cui si attende la nuova lista a metà febbraio – e soprattutto il dossier relativo alla tassa sui servizi digitali (Dst), destinata ad avere definitivamente i suoi effetti in Italia a partire dal 16 febbraio. Sul tema è di pochi giorni fa il report Ustr che ritiene discriminatoria l’imposizione italiana nei confronti delle imprese digitali americane che rappresentano i 2/3 delle aziende da tassare. Secondo Unione italiana vini (Uiv), da qui a eventuali azioni ritorsive da parte del Commercio statunitense il passo potrà essere breve e seguire quanto già fatto ai danni della Francia, anch’essa promotrice della stessa imposta. E il vino italiano, che negli Stati Uniti vende circa il 30% del proprio export a valore (oltre 1,7 miliardi di euro), potrebbe essere ancora una volta tra i prodotti a rischio ritorsione.

"Ciò che preoccupa – ha detto il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti – è che se da una parte la vicenda Airbus è tutt’altro che definita per il vino italiano e si dovrà attendere il prossimo carosello di metà febbraio, dall’altra si aggiunge un altro fattore di rischio legato alle imprese digitali statunitensi, forti sostenitrici della nuova amministrazione che si insedierà a breve". Per Castelletti, "Occorre prudenza in questa fase così delicata della politica americana, come l’Italia aveva auspicato prima dell’azione su Boeing da parte della Commissione UE a novembre. Serve ora sospendere temporaneamente gli effetti dell’imposta sui servizi digitali alla luce dei lavori in corso in ambito OCSE, anche cogliendo l’opportunità della presidenza italiana del G20 nel 2021 che potrebbe farsi promotrice di un accordo multilaterale e tendere una mano verso la nuova amministrazione Biden. Una finestra di opportunità, secondo Uiv, potrebbe essere il decreto milleproroghe nell’ambito dell’iter di conversione del decreto-legge in Parlamento".
Secondo quanto indicato dalla Farnesina, seppur in uno scenario incerto, una eventuale decisione sulle misure di ritorsione contro l’Italia sarà lasciata alla prossima amministrazione Usa, che avrà tempo fino alla scadenza dell’indagine fissata nel giugno prossimo per valutare la questione. Con la tassa sui servizi digitali l’Italia prevede di concretizzare un corrispettivo di circa 700 milioni di euro.
"È necessario – ha concluso Castelletti - evitare che il settore vitivinicolo, come altri prodotti simbolo dell’agroalimentare e del made in Italy siano coinvolti, come successo in Francia, in una disputa commerciale che ci vede completamente estranei".

martedì 12 gennaio 2021

Cresce come destinazione di raccolta per il tartufo la regione Molise, configurandosi sempre più la nuova meta dei cavatori e degli appassionati. Una tendenza, ancora non chiaramente emersa, ma che "rischia", nel lungo termine, di fare ombra anche alla più nota e famosa Alba in Piemonte: ad oggi, infatti, il Molise possiede il 40% della raccolta nazionale di tartufo e l’80% della produzione va all’export. Un dato economico poco conosciuto e con un valore molto importante perché può contare su un prodotto molto pregiato che poche altre regioni possono avere: il Molise è infatti lontano da ogni infiltrazione ed inquinamento industriale. È il trend di mercato che registra e comunica "MoliseFood", progetto di promozione di qualità enogastronomica e turistica finalizzato a far conoscere il "Made in Molise", con sviluppo occupazionale nei prossimi mesi: possibilità che potrà dare una boccata d’ossigeno all’economia regionale e nazionale in questo periodo di emergenza sanitaria causata dal Covid-19.

Il progetto imprenditoriale "MoliseFood", nato due anni fa con il coinvolgimento di circa 20 aziende agricole e un paniere di prodotti di eccellenza enogastronomica e identitari della regione, può contare su un attuale piano di sviluppo che vede tre store enogastronomici aperti a Roma e un quarto in dirittura di arrivo nella zona Parioli della Capitale, con l’obiettivo di espandersi in Italia (Milano, Bologna), Europa (già attivo un punto vendita in Spagna, a Siviglia) e negli Stati Uniti, senza dimenticare il mercato cinese, nel rispetto delle norme che regolano l’emergenza sanitaria.
Dal report di "MoliseFood" emerge che nel territorio molisano la produzione di tartufo è di 50 quintali tra bianchetto e altri, mentre è tra i 30 e 70 quintali quella di bianco. Quella di tartufo nero estivo è di 300 quintali all’anno. Dal punto di vista territoriale, il tartufo bianco è molto frequente nelle vallate umide situate nelle zone più interne di Isernia e Campobasso. In particolare, le zone più note per la presenza di tartufo bianco sono Carovilli, S. Pietro Avellana e Capracotta, nella provincia di Isernia, e Bojano nella provincia di Campobasso.
Nelle zone più asciutte del Molise si raccoglie invece lo Scorzone, tartufo con forma globosa, con l’esterno detto scorza nera con verruche a forma di piramidi rigate in maniera trasversale. La polpa varia dal colore nocciola chiaro al bruno ed è attraversata da numerose venature bianche. Nella stessa zona di trova anche l’Uncinato, tartufo di colore nero con verruche a forma di piramide, la polpa è inizialmente biancastra poi diventa di colore nocciola e infine brunastra.
Un trend in continua crescita e "buona parte degli 87 ristoratori di origine molisana che operano a Roma – riferisce Francesco Caterina, direttore generale di MoliseFood – ha scelto i nostri negozi per acquistare il tartufo".

domenica 10 gennaio 2021

Il Dry January nasce in Gran Bretagna quasi 10 anni fa e prevede di dedicarsi 30 giorni di detox dalle bevande alcoliche. Lyre’s, brand leader nei distillati analcolici, propone un mese senza alcool ma senza rinunciare a occasioni di socialità, seppur ristrette o virtuali, e al gusto dei vostri drink preferiti. Una sfida per ripensare al proprio rapporto con l’alcool e un’occasione per depurare corpo e mente.

Che sia per esigenze nutrizionali, per via di un particolare regime alimentare o per puntare a una rapida remise en forme, sono sempre di più i consumatori che scelgono un'alternativa responsabile all'alcool, specie dopo le festività natalizie e i relativi stravizi ed eccessi calorici. I dati a riguardo sono impietosi: si stima che dal 24 dicembre al 6 gennaio si possa aumentare di oltre 2 kg ingerendo fino a 20.000 kcal tra cenoni, pranzi, festeggiamenti. Un ruolo importante lo giocano i drink alcolici, specialmente in un anno come quello che è stato il 2020.
Quella di ridurre il livello dell’alcool consumato è dunque diventata, da alcuni anni, una vera e propria tendenza che trova in gennaio il suo mese di riferimento. Si tratta del Dry January, letteralmente "gennaio a secco", che arriva dai paesi anglosassoni e prevede per estimatori, fruitori e appassionati di bevande alcoliche, una volontaria rinuncia a consumarle.
Nell’anno appena trascorso, sono state oltre 4 milioni le adesioni al Dry January e più di 8,6 milioni i consumatori che, a partire da lì, stanno attivamente moderando la loro attitudine al bere alcool. Non solo, secondo gli attivisti di Alcohol Change Uk per i partecipanti al Dry January i vantaggi sono molti: il 70% di chi ha aderito ha migliorato la qualità del sonno, il 66% si è sentito più energico e l’86% ha risparmiato denaro.
Su questa scia sono moltissimi gli imprenditori che scelgono la strada dei "drink low alcool" o "no alcool", fra l'altro incentivati dalla difficile fase Coronavirus: è stata proprio l'OMS a segnalare che anche l’abuso di alcool può danneggiare il sistema immunitario e favorire l’infezione da Sars - CoV – 2.
Se, dunque, il tema del bere responsabile si diffonde ogni giorno di più in tutto il mondo, sempre di più saranno anche le persone alla ricerca di alternative sofisticate all’alcool. Lyre’s, azienda australiana leader nei distillati analcolici, nasce proprio con questa mission: creare nuove, libere e gratificanti possibilità di consumare i propri drink preferiti.
Dry London Spirit (gin), Italian Orange (bitter), Aperitif Rosso (vermouth), Amaretto, Spiced Cane Spirit (rum speziato) sono fra le proposte che il brand Lyre's ha appena lanciato sul mercato italiano. Si tratta di un brand in decisa crescita, presente stabilmente in più di 30 Paesi tra i quali Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Regno Unito, Hong Kong, Singapore e Cina e Paesi Bassi. Recentemente, grazie ad un finanziamento da 10 milioni di euro ricevuto per continuare a crescere, è arrivato a guidare lo sviluppo globale nella categoria dei drink low alcool. Il brand Lyre’s è pronto a contribuire a far crescere la tendenza no alcool nel nostro Paese, ancor più in questo gennaio così particolare.
"Ci aspettiamo una grande adesione al Dry January 2021" spiega infatti Mark Livings, CEO di Lyre's "Complice anche il lockdown e la diffusa condizione di stress, la voglia di stringersi in famiglia e di non privarsi delle poche evasioni possibili, saranno molti i consumatori che sceglieranno di vivere le proprie passioni, ma bevendo responsabilmente, in questo gennaio. I nostri distillati analcolici riescono a sostituire il gusto dei liquori e distillati originali più amati"
Una selezione di set accuratamente assemblati per realizzare cocktail analcolici perfetti può essere acquistata online su www.lyres.eu/. Fra le proposte: l’Espresso Martini, l’Americano, il Martini Dry, lo Spritz e molto ancora. L'ambizione di Lyre’s non è quella di creare sapori nuovi, ma di avvicinarsi il più possibile a quelli originali dei liquori iconici, collaudati e universalmente amati, e rendere loro omaggio. La gamma Lyre’s ha inoltre un basso contenuto calorico, è priva di glutine e latticini ed è adatta anche ai vegani e vegetariani.
"É importante adottare un regime alimentare equilibrato, senza però rinunciare al gusto e al carattere di un buon drink", dichiara Lorenzo Traversetti, biologo nutrizionista, "e un modo per riuscirci è ricorrere a dei cocktail particolari, delle bevande che grazie all'utilizzo di prodotti analcolici e alla riduzione degli zuccheri aggiunti ci consentiranno un’innocente evasione che non andrà ad alterare la nostra linea nutrizionale. Una dieta bilanciata è fondamentale, specie dopo giorni e giorni di eccessi, e queste scelte, perché no, potrebbero essere anche mantenersi oltre il mese così da garantirci quell'avventura, utile dal punto di vista emotivo e psicologico, ma non deleteria per la nostra salute".

sabato 9 gennaio 2021

Dal Caesus Veneti 2020 al Superior Taste Award, per il formaggio Piave DOP il 2020 è stato un anno ricco di soddisfazione e premi, riconoscimenti che si aggiungono ad un palmares già gremito di medaglie, a testimonianza dell’eccellenza di questo speciale prodotto figlio delle Dolomiti, tanto apprezzato in Italia e oltre-confine.

Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo questi due prestigiosi riconoscimenti che hanno spinto ancora una volta il formaggio Piave DOP nell’olimpo dei formaggi più amati da esperti e consumatori di tutti i giorni.
Superior Taste Award: "Gusto Eccezionale", a questo corrispondono le tre stelle conquistate dal Piave DOP Vecchio Selezione Oro nell’edizione 2020 del Superior Taste Award, il premio assegnato a Bruxelles ogni anno dall’International Taste Institute grazie al finissimo lavoro di una giuria formata da oltre 200 esperti.
Il formaggio Piave ha conquistato così per la quinta volta consecutiva il riconoscimento più alto, un posizionamento che gli ha consentito ancora una volta di essere apprezzato e riconosciuto a livello internazionale come un formaggio capace di colpire i palati più raffinati del mondo.
Ma come vengono valutati i prodotti? Uno dei giudici del premio, Stijn Roelandt, – sous-chef di Hof van Cleve, 3 stelle Michelin racconta che “è un processo rigoroso. I prodotti sono gustati alla cieca: non vediamo la confezione e non conosciamo né il marchio né il nome del produttore, non sappiamo nemmeno da quale paese provenga. Questo ci obbliga ad essere completamente obiettivi mentre facciamo l’analisi sensoriale. Solo i prodotti veramente buoni sono certificati“.
Caesus Veneti 2020: l’apprezzatissimo concorso regionale che premia i migliori formaggi del Veneto ha visto ancora una volta protagonista il Formaggio Piave DOP, che, tra oltre 400 eccellenze casearie, ha saputo conquistare il parere delle due giurie coordinate da Maestri Assaggiatori Onaf: quella Aurea costituita da giornalisti, chef, enogastronomi e blogger e la quella Popolare composta da consumatori e visitatori.
In quest’edizione al formaggio Piave DOP sono stati assegnati ben tre premi: sia la giuria Aurea che da quella Popolare lo hanno nominato "Miglior formaggio stagionato DOP". Inoltre gli è stato conferito il riconoscimento di "Miglior formaggio realizzato in montagna" con il maggior punteggio assoluto da parte della commissione tecnica coordinata da Veneto Agricoltura.
"È stato un anno difficile, ma ricco di soddisfazioni" commenta Chiara Brandalise, Direttrice del Consorzio di Tutela "abbiamo ottenuto prestigiosi risultati che premiano le materie prime utilizzate per la produzione di questa eccellenza e il territorio da cui queste provengono. Il formaggio Piave mette tutti d’accordo e continua a riscuotere successo sia a livello nazionale che internazionale".

giovedì 7 gennaio 2021

Ha alzato il sipario il nuovo locale dello chef Davide Cianetti: Numa al Circo. Il nome di questo nuovo ristorante è un omaggio alla storia di Roma, chiaro il riferimento al secondo Re di Roma e al Circo Massimo, il maestoso complesso architettonico situato vicino al ristorante. Lo storico luogo all'aperto destinato alle corse dei carri e ad altri spettacoli popolari, è stato fonte d’ispirazione per il pay off ‘Giostra Gastronomica’ che sottolinea anche la vivacità della proposta food&beverage di Davide Cianetti. È proprio intorno al mondo del circo che Repubblica Gastronomica, società di brand identity specializzata in ambito food&beverage, ha ideato e sviluppato tutta la visual identity.

Dal cilindro l’Executive Chef ha tirato fuori un format che pone al centro dello spettacolo la clientela che potrà vivere il locale durante tutta la giornata, non appena sarà possibile, secondo una visione internazionale. Solo qualche mese fa lo chef Cianetti era pronto ad intraprendere una nuova avventura a Miami ma, a causa della pandemia, è dovuto rientrare a Roma e con il supporto di Michael Longo, ha deciso di concretizzare il suo sogno d’oltreoceano nella Capitale. L’ubicazione del ristorante si sposa benissimo con l’idea del format: il Circo Massimo e l’Aventino sono dei punti di riferimento per i romani e i turisti, senza contare poi la presenza della FAO.

La location: spazi interni ed esterni eco-friendly

Numa al Circo è stata realizzata da RPM Proget in un’ottica eco- friendly: sono stati impiegati legno, vetro e materiali di recupero come le cementine riprese in una villa antica e tagliate a forma di rombo per ricreare il pavimento del circo. Tutto è stato studiato per impattare nel minor modo possibile sull’ambiente, limitando l’uso della plastica e promuovendo l’utilizzo di materiali riciclabili anche nel servizio.
Duecento i metri quadri per 100 posti a sedere (50 secondo la normativa Covid) che vanno dal dehors caratterizzato da un giardino verticale, alla parte interna. Entrando nel locale l’attenzione è catturata dal grande banco che dal Cocktail bar prosegue nella Salumeria, per arrivare poi alla Pizzeria e alla Dispensa dei dolci con tante torte a vista. La sala è spaziosa, accogliente e confortevole, un luogo ideale da vivere e gustare in ogni momento della giornata.

Dall'idea al piatto: cosa si mangerà da Numa

Sono tanti gli ‘spettacoli gastronomici’ a cui prendere parte da Numa al Circo: dalla pizzeria al cocktail bar, dalla salumeria alla cucina. Tutte le proposte sono realizzate sotto l’occhio attento dell’executive chef Davide Cianetti: "Il servizio sarà informale e di qualità, il cliente da noi non si dovrà sentire in soggezione e potrà mangiare quello che vuole quando vuole. Nel post covid la socialità sarà importantissima e per questo voglio che durante un pranzo di lavoro, un brindisi di piacere o un brunch domenicale con la famiglia le persone si sentano sempre le benvenute da Numa al Circo".
L’offerta del nuovo ristorante, autentica e priva di orpelli, è una grande manifesto delle eccellenze italiane, soprattutto di quelle laziali. Nel corso degli anni lo chef ha selezionato i fornitori e i produttori di qualità che lo hanno accompagnato nelle sue esperienze professionali. Tra questi Hqf che fornirà il marango allevato nel Lazio; non mancherà il pecorino romano, il prosciutto di Bassiano e una selezione dei prodotti Agnoni. Un’attenzione particolare sarà data alle referenze agricole di aziende laziali che hanno subito delle catastrofi naturali e che hanno ripreso l’attività, come quella produttrice delle patate di Leonessa fortemente colpita dal terremoto del 2016.
Dalla Salumeria si potranno assaggiare Prosciutti e insaccati accompagnati da gnocco fritto come il Prosciutto di Bassiano, la Porchetta dei Castelli Romani e la Carne secca di Manzo Kosher, un tipico affettato della cucina ebraico-romanesca. Non mancherà una Selezione dei formaggi del territorio con miele e mostarde.
Le specialità romane trionferanno nelle paste fresche fatte in casa: Tonnarelli Cacio e Pepe, Strozzapreti all’Amatriciana, Mezzemaniche alla Carbonara e Fettuccine alla Gricia con i carciofi. Nei secondi di carne primeggerà un must dello chef: il Maialino di latte in porchetta con senape di pomodoro verde e patate al pecorino ma non sarà da meno la Costata di Marango alla griglia con patate arrosto e le Costine di Vitello alla cacciatora con broccoletti. Dalla vigna arriveranno sulla tavola i contorni tipici della campagna laziale: Puntarelle alla romana con salsa di alici e aglio, Carciofo alla romana, Cicoria ripassata o all’agro e Patate di Leonessa arrosto. Ogni occasione sarà buona per concedersi un assaggio della Crostata di ricotte e visciole, della Sacher classica e della Torta di mele e cannella: alcune delle tante torte a vista disponibili nella Dispensa dei dolci.
Riflettori puntati anche sulla Pizzeria realizzata in collaborazione con il maestro Fabio Caravella. L’impasto della pizza di Numa al Circo sarà preparato con una miscela di farine naturali e steso a mano per dare vita a una pizza romana che accoglie topping e ingredienti di qualità. Suddivise tra Rosse e Bianche, le pizze andranno dalle più classiche come la Regina Margherita con filetti di pomodoro e mozzarella fiordilatte sfilacciate a mano alla Roma con carciofi alla brace, pomodori semisecchi e scaglie di pecorino, fino ad arrivare alla Pizza Fritta con broccoletti e salsiccia di Monte San Biagio. Dalla cucina alla pizzeria, in tutti i piatti di Davide Cianetti protagonisti saranno gli ingredienti che verranno esaltati dallo chef per creare delle emozioni al palato attraverso una diversificazione delle consistenze e un sapiente gioco di texture.
Vino e cocktail saranno parte integrante del menù di Numa al Circo, come testimonia la grande vineria a vista. La carta dei vini toccherà tutta l’Italia con qualche incursione nelle bollicine francesi, grandi e piccole maison da degustare anche alla mescita. La drink list sarà composta dai cocktail intramontabili, più bevuti al mondo come l’Old Fashioned, il Margarita, il Dry Martini e Signature “circensi” tra queste il Giocoliere con Rum speziato, sciroppo alla curcuma, miele, lime, zenzero, ginger ale e il Clown con Vodka, polpa di fragole, tonica royal bliss allo yuzu, caramelle gommose. Disponibili anche distillati, spritz, birre alla spina e in bottiglia.

mercoledì 6 gennaio 2021

Sono tre i criteri con cui vengono valutati i ristoranti: la qualità del cibo, la qualità del servizio e l’ambiente; quest’anno è stato aggiunta la possibilità di mangiare all’aperto. Lo Straw Hat ha soddisfatto tutti questi requisiti: si trova all’interno del Frangipani Beach Resort e si affaccia sulla Meads Bay.

Aperto nel 1996, offre un menu che adatto a tutti i gusti, l’ambiente è informale e rilassato e ci si sente a casa. Dalla colazione alla cena lo Straw Hat è un posto dove trascorrere momenti piacevoli sulla spiaggia davanti all’oceano.
Conosciuto sull’isola e non solo, ha un patio esterno coperto, fronte mare; è adatto per una cena romantica come per un evento speciale, un matrimonio o una festa di compleanno. Il personale è a disposizione dei clienti per la pianificazione di ogni dettaglio degli eventi.
Nonostante le difficoltà dell’anno passato, i ristoranti sono rimasti un luogo di socialità importante e continuano a svolgere un ruolo fondamentale soprattutto quando si viaggia perché provare del cibo locale vuol dire entrare in contatto con la cultura del posto. Gustare la cucina dello Straw Hat è il primo passo per conoscere l’isola di Anguilla.

lunedì 4 gennaio 2021

(Ansa)
Dai cibi naturali, a quelli senza lattosio o a base di curcuma; dal whipped coffee, al beyond burger; alle specialità giapponesi, cinesi, o anche americane. E' ciò che mangeremo nel 2021. Una ricerca condotta da Deliveroo, realizzata su un campione di mille italiani, ci racconta le tendenze alimentari per il prossimo anno, focalizzando l'attenzione sulle modalità di consumo e di scelta, sulle specialità di maggiore tendenza e le cucine straniere protagoniste.

Ad ispirare i desideri a tavola, internet e social media hanno ormai superato la tv e raggiunto il passaparola familiare. Dalla ricerca emerge infatti che il passaparola familiare - valido nel 31,5% delle risposte - è stato ormai raggiunto dai principali social network - Facebook per il 36% e Instagram per il 28% - che, a loro volta, hanno superato anche la TV (28.5%). Buona la performance di siti di ricette e libri di cucina online che, con il 39.9%, si confermano tra i mezzi più capaci di indirizzare le scelte in cucina.
Ma la cucina del 2021 sarà soprattutto sostenibile, stagionale e attenta agli sprechi. L'attenzione alla stagionalità è espressa nel 42% delle risposte, seguita dalla necessità di ridurre gli sprechi (37,8%), dall'attenzione al cibo locale (30,74%) e al veganesimo (22%). I cibi a base di ingredienti naturali saranno protagonisti delle abitudini a tavola nel 2021. Circa il 63% degli italiani coinvolti dal sondaggio ha infatti indicato questa tipologia di cibo tra quelle che, dopo aver caratterizzato il 2020, segneranno anche il prossimo anno.
Le novità più curiose arrivano, anche in questo, caso dai social: la ricerca di Deliveroo individua infatti tra le abitudini emergenti dell'anno che sta per concludersi il whipped coffee. Questa speciale crema di caffè - la cui ricetta spopola tra i video di Tik Tok soprattutto tra i giovani - nel 2020 è stata "sperimentata" dal 25% degli italiani. E il 53% si dice intenzionato a non privarsene anche nel 2021. Allo stesso modo, il consumo di surrogati della carne, come i beyond burger, ha incontrato quest'anno il gusto del 22,5% degli intervistati. E rimarrà tra le tendenze del 2021 per il 45%.
Altra abitudine di consumo che nel 2020 ha stuzzicato la curiosità degli italiani sono i drink analcolici. Il 31% degli intervistati ha infatti dichiarato di averli apprezzati nel 2020 e per il 57% rimarrà un'abitudine anche nel 2021. Stesso discorso per gli alimenti senza lattosio (43%) e per i cibi a base di curcuma (36%).

domenica 3 gennaio 2021

In Val Venosta, un territorio incontaminato protetto dalle Alpi Venostane e dell’Ortles, l’esperienza e l’amore dei contadini si uniscono alla tutela della natura e dell’ambiente. Da anni, infatti, più di 250 contadini hanno abbracciato la coltivazione biologica, rendendo la Val Venosta il più grande produttore di mele biologiche d’Europa.

Caratterizzati da un microclima unico, i meleti venostani producono frutti profumati e sostenibili soprattutto dal punto di vista idrico, come la Golden Delicious Bio Val Venosta.Cosa rende speciale la Golden Delicious Bio? Seconda varietà di mela più coltivata nella produzione biologica della Valle, dopo la Gala, la Golden Delicious Bio Val Venosta presenta un colore distintivo che oscilla tra il giallo-verde e il giallo oro.
Compatta e con una polpa decisamente morbida e succosa, è grazie all’escursione termica tra il freddo della notte e il clima mite del giorno che la Golden Delicious Bio è caratterizza da numerosi pigmenti rossi che formano le sue seducenti guance rubiconde.
Ma vi è un altro elemento che rende uniche le Golden Delicious Bio della Valle. La sostenibilità idrica. Non è un caso, infatti, che proprio nella zona meno piovosa delle Alpi crescano mele di qualità eccellente e ottimo gusto. È la natura che dona ai contadini venostani i suoi frutti migliori.
Nel corso degli anni i melicoltori altoatesini hanno saputo sviluppare un sofisticato sistema di irrigazione che permette di dare ai meleti la giusta quantità di acqua. In questo modo, le Golden Delicious Bio Val Venosta hanno sempre a disposizione tutta l’acqua di cui necessitano.
Aromatiche e croccanti, queste mele dal sapore dolce, finemente acidulo, sono perfette da mangiare tutto l’anno, sia crude che trasformate in gustose torte, strudel e composte, sono una vera delicious.

sabato 2 gennaio 2021

Giannitessari rinnova il naming della sua produzione di Lessini Durello Metodo Classico. Lessini Durello Brut, Lessini Durello Riserva Extra Brut, Lessini Durello Riserva Dosaggio Zero sostituiscono le tre etichette 36 Mesi, 60 Mesi e 120 Mesi. La linea di Metodo Classico da uva durella in purezza dei Monti Lessini, finora contraddistinta dal tempo di affinamento sui lieviti, ora riporta l’attenzione sulla denominazione, il dosaggio zuccherino e l’annata.

"Dal 2013 il Lessini Durello è una delle colonne portanti della nostra produzione - spiega Gianni Tessari, titolare dell’azienda di Roncà (Verona) – In questa fase iniziale, tra i primi della denominazione, abbiamo utilizzato i numeri in etichetta con riferimento ai mesi di affinamento sui lieviti, scegliendo di comunicare le straordinarie potenzialità del Durello Metodo Classico attraverso la sua capacità di sfidare il tempo, che permette ad aromi e sapori di perfezionare il proprio delicato equilibrio. Spesso per il consumatore questa caratteristica non era scontata, anzi a volte era sconosciuta. Abbiamo lavorato quindi per consolidare l’importanza del tempo nell’evoluzione. Oggi, raggiunto l’obiettivo, sentiamo la necessità di fare un passo avanti: i nostri Lessini Durello continuano, e lo faranno sempre, a riposare sui lieviti per almeno tre anni, ma troviamo vincolante imbrigliare l’evoluzione del vino a un periodo di affinamento stabilito a priori. Vogliamo avere la libertà di farlo uscire quando lo riteniamo opportuno, ossia una volta che – a nostro avviso – ha raggiunto la sua migliore espressione, evitando inoltre al consumatore di dover utilizzare la calcolatrice durante la degustazione per verificare l’informazione in etichetta".
Cambia anche la grafica dell’etichetta, che riporta non solo il nome dell’azienda ma l’intero logo, compresa l’immagine della chiesa di Brognoligo di Monteforte d'Alpone, paese natale di Gianni Tessari. Al centro sono posti la denominazione, il nome del vino e l’annata per le riserve, mentre fa da cornice l’indicazione del metodo di spumantizzazione.
Lessini Durello Brut, Lessini Durello Riserva Extra Brut e Lessini Durello Riserva Dosaggio Zero sono rispettivamente prodotti in un numero di 45000, 4000 e 1500 bottiglie e venduti al prezzo in enoteca di circa 18, 28 e 40 euro.

Ricette - 4you Gratis

Archivio CN

I più letti