domenica 28 febbraio 2021

Il Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino non rinuncia all’Anteprima del Chiaretto, ma la ripensa in una veste del tutta nuova. Considerato il perdurare della pandemia, la dodicesima edizione della manifestazione dedicata al vino rosa del lago di Garda veronese, che con la recente modifica del disciplinare della denominazione ha adottato ufficialmente il nome Chiaretto di Bardolino, si articolerà in due fasi. 

La prima, che prenderà il via ad aprile, coinvolgerà la stampa italiana e internazionale, oltre che i blogger e gli influencer del mondo del vino: verrà infatti inviata loro un’ampia campionatura di Chiaretto di Bardolino della nuova annata (intorno alla cinquantina di etichette), ricondizionata in bottigliette di vetro (preferito ad altre soluzioni) del contenuto di 5 cl, ovvero il quantitativo normalmente servito nelle degustazioni professionali. Dopo due mesi di test, il Consorzio ha scelto le bottiglie di Vignon®, il primo servizio italiano di ricondizionamento di vino e alcolici pensato per supportare tutti gli attori impegnati nella formazione, promozione e vendita nel settore beverage. Le Vignon® sono leggere e resistenti ed evitano gli sprechi perché consentono di fare assaggiare la stessa bottiglia contemporaneamente, in condizioni ottimali, a più persone in luoghi diversi. Tutto il processo di ricondizionamento avviene in ambiente protetto per rispettare il lavoro dei produttori e garantire il mantenimento delle caratteristiche organolettiche del prodotto di origine. Assieme ai campioni di Chiaretto di Bardolino, verranno inviati anche degli assaggi di formaggio Monte Veronese Dop e un minilibro dedicato al Chiaretto. La seconda fase dell’Anteprimadel Chiaretto, invece, coinvolgerà i produttori e i ristoranti della città di Verona nel mese di maggio, quando prenderà il via anche la seconda edizione di 100 Note in Rosa, manifestazione che animerà le serate estive della città scaligera, della provincia e della riviera gardesana con i migliori talenti musicali di Verona.
"Nonostante la pandemia e il conseguente deciso calo di presenze turistiche sul lago di Garda – spiega Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino – le vendite di Chiaretto di Bardolino si sono mantenute costanti sul mercato: un segnale importante, che dimostra ancora una volta come le scelte del Consorzio siano state lungimiranti, confermando la nostra denominazione come leader tra i vini rosa in Italia. Anche per questo motivo abbiamo deciso di non rinunciare all’Anteprima e alla presentazione dell’annata 2020, ma di ripensare la manifestazione in nuove modalità".
"Le condizioni climatiche del 2020 - conclude Andrea Vantini, responsabile dell’area tecnica del Consorzio - hanno consentito un perfetto sviluppo delle componenti aromatiche fruttate delle uve, che si traducono nel Chiaretto di Bardolino nella presenza soprattutto di agrumi e piccoli frutti di bosco. Le caratteristiche del microclima locale, invece, hanno garantito la presenza di quelle componenti di freschezza e di sapidità che sono tipiche del Chiaretto di Bardolino. Come conferma l’assaggio dei vini che stanno uscendo sul mercato, quella del 2020 è stata una buona annata nonostante il periodo di considerevole cambiamento climatico".

sabato 27 febbraio 2021

La colomba al pistacchio che suggella la campagna di crowdfunding “Adotta un pistacchio” è la novità per la Pasqua 2021 della Pasticceria Bonfissuto di Canicattì (27,90 euro) in provincia di Agrigento, che si somma a quella della tradizione, tutta siciliana, con mandorla di Agrigento, canditi di arancia di Sicilia e glassa di zucchero (21,90 euro).
La colomba a lievitazione naturale, con copertura di cioccolato bianco e pistacchi siciliani interi, e un vasetto di crema di pistacchio di Sicilia da spalmare è il frutto della campagna di crowdfunding per finanziare un progetto di un pistacchieto di antichi alberi a Canicattì in provincia di Agrigento. Questa piccola riserva d’oro verde sta prendendo vita grazie al contributo di tanti piccoli sostenitori che hanno scelto di sostenere una specie autoctona di pistacchio fortificando il legame tra la terra e i prodotti dolciari del territorio: dall’appassionato di prodotti siciliani alle PMI fino alla grande multinazionale, la campagna ha saputo coinvolgere target eterogenei fra loro con l’obiettivo di salvaguardare e riscoprire gli antichi sapori del territorio.
Dal prossimo anno ogni contributor potrà vedere i propri pistacchi crescere, a km zero, per un totale di cinque piante acquistate. Al progetto hanno aderito 1.137 sostenitori che hanno contribuito con 64.639 € e nei primi 10 giorni la campagna aveva già raggiunto il budget prefissato di 15.000 € e dopo soli 30 giorni è riuscita a raggiungere l'obiettivo di 64.639 €, con un successo clamoroso. E per continuare a finanziare il progetto per il prossimo anno, si può acquistare la colomba al pistacchio a 27,90 €.
I due giovani fratelli della Pasticceria di Canicattì (Ag), Vincenzo e Giulio Bonfissuto nel laboratorio immerso tra i pistacchieti, per ingredienti a km zero rispetto alla produzione, 800 mq in aperta campagna, immersi tra vigneti e mandorleti, puntano sempre più all'internazionalità.

martedì 23 febbraio 2021

Totalmente prodotto con le varietà tradizionali del Chianti, con forte predominanza di Sangiovese, provenienti dai vigneti montalcinesi della tenuta, cuore del tradizionale territorio del Chianti, si fregia della sottozona Colli Senesi.

Il nome del vino, Traversa dei Monti, ci riconduce immediatamente alla strada che collega Montalcino alla costa maremmana, costeggiando anche i vigneti Banfi.
Anche l’etichetta è evocativa del luogo in cui il vino nasce. La Traversa dei Monti, in lamina oro, attraversa i vigneti che al tatto restituiscono la percezione di terra, esaltando la luminosità e la ricchezza del nostro territorio.
Elegante e deciso, il vino si presenta con un colore rosso malva intenso e profondo. Al naso il profumo è complesso e Intenso, spiccano gli aromi di frutta matura e ciliegia marasca accompagnati da sentori di fiori secchi e note speziate. Avvolgente, morbido e potente, con una notevole struttura, chiude con un finale lungo e persistente.

lunedì 22 febbraio 2021

Napoli e la sua tradizione centenaria nell’arte della pizza, una speciale skill nota in tutto mondo (e soprattutto imitata) che ha fatto di questa speciale alchimia di farina e pomodoro un simbolo della bella Italia e dei suoi prodotti sani e genuini.
A continuare e divulgare questa tradizione centenaria nel suo locale a Brescia è un giovane trentenne campano, si chiama Ciro Di Maio. Nel suo sangue scorre un estro creativo unico per la gastronomia, in particolar modo, per la "sacra" pizza. Ma non parliamo della solita pizza napoletana, la sua è unica nel suo genere, perché come un artista crea le sue opere mai uguali tra di loro, anche Ciro sforna le sue pizze gourmet in un modo particolare e un po’ monello. "Le mie pizze devono essere tutte diverse – spiega Di Maio – perché sono fatte artigianalmente a mano e si deve vedere la firma di chi le fa. A me piace tirare le orecchie alle mie pizze, ognuna ha il suo carattere e devono mostrarlo. E così facendo mostrano pure il mio".

L’indole creativa non è l’unica caratteristica che distingue Ciro, ma anche e soprattutto la sua natura solidale che in questo periodo rallentato dalla pandemia lo ha portato a perfezionare e a concretizzare dei progetti molto importanti che saranno avviati a breve. Uno di questi è in collaborazione col carcere di Brescia: "Farò delle videolezioni ad alcuni detenuti della struttura penitenziaria cittadina per insegnare loro il mestiere di pizzaiolo – racconta Ciro – è un modo per reinserirli nella società attivamente una volta che hanno scontato la loro pena, il lavoro ti salva la vita. A me l’ha salvata".
Ciro ha iniziato a lavorare giovanissimo nel suo paese natio, a Frattamaggiore, in provincia di Napoli, in un quartiere molto povero. Diverse mansioni occasionali, intervallate a qualche anno all’Istituto Alberghiero che dovette abbandonare poi per potersi mantenere. Ma qualcosa gli diceva che la sua strada sarebbe stata un’altra, una passione che cresceva dentro giorno per giorno, il mondo dell’enogastronomia. Ed ecco l’occasione che lo aspettava dietro l’angolo, nel 2015 si trasferisce a Brescia e inizia a lavorare per una nota catena italiana di pizzerie e ristoranti di cucina mediterranea. Sacrificio e impegno sono il suo mantra, purtroppo però non bastano perché l’attività non va come sperato e i soci devono chiudere i battenti. Ciro non si abbatte e con coraggio riesce ad aprire una nuova società, assumendo inoltre tutti i suoi ex colleghi che erano rimasti senza lavoro. Così comincia l’avventura della sua "Pizza Madre".
In breve, le sue pizze speciali dalle orecchie tirate sono le più richieste e a popolare il suo locale arrivano attori e calciatori famosi. "Non ci credevo – racconta Ciro – ho semplicemente realizzato quello che avevo in mente da sempre, l’idea di un’esperienza culinaria genuina e insieme innovativa, un ponte tra passato e contemporaneo con quel fare innocente di un monello".
Olio Dop, Mozzarella di Bufala Campana dop, pomodorino del Piennolo, Ricotta di Bufala omogeneizzata e Porchetta di Ariccia Igp, sono solo alcuni degli ingredienti che personalmente seleziona e utilizza il giovane cuoco. E poi lei, la grande protagonista, la pasta. "Scegliamo ogni giorno il livello esatto di idratazione, in base all’umidità di giornata", spiega. "Ne esce un impasto molto lievitato, morbido, idratato". Una pizza originale da provare? Sicuramente il "battilocchio", la pizza fatta da un impasto fritto nell’olio bollente e subito servito avvolto in carta paglia, una specialità napoletana.

sabato 20 febbraio 2021

Da Dolce è un vino spumante dolce ottenuto da uve 100% malvasia, con processo di vinificazione metodo Charmat. Ha certificazione biologica e vegan.

Gli aromi tipici della malvasia si esprimono con dolcezza e morbidezza, e le bollicine sottili e non invadenti lo rendono un perfetto nettare da degustare a fine pasto. In bocca i profumi floreali e di frutta matura sono intensi e persistono grazie ad una gradazione alcolica equilibrata, con una frivolezza gradevole per ogni palato.
Il vino è nato proprio in concomitanza del 50esimo anniversario dell’azienda fondata da Natalino Bartolomei e sua moglie Anna.

venerdì 19 febbraio 2021

I cambiamenti nello stile di vita dei consumatori fanno crescere produzione e risultati dell’azienda di Meduno (PN) specializzata in prodotti di alta qualità destinati al mercato italiano e internazionale, a marchio proprio e per le MDD. "Nel 2021 puntiamo su novità di prodotto e investimenti per la crescita" spiega l’AD Dario Roncadin.

Si è chiuso con il segno più il 2020 di Roncadin, azienda di Meduno (PN) specializzata nella produzione di pizze surgelate per i mercati italiani ed esteri. Il fatturato di Roncadin ha infatti raggiunto quota 140 milioni di euro, +16,6% rispetto al 2019, con circa 100 milioni di pezzi prodotti (18 milioni in più rispetto all’anno precedente).
"Un risultato determinato dal forte aumento dei pasti consumati a casa per via dell’emergenza Covid e del conseguente aumento della spesa alimentare – commenta l’amministratore delegato Dario Roncadin –. Questo vale sia per l’estero sia per l’Italia, dove già da anni il consumo di pizza surgelata viveva un trend positivo. Perciò Roncadin ha sostenuto, e continua a sostenere, ritmi molto elevati per via della grande richiesta di prodotti alimentari nella GDO in tutti i mercati di riferimento. I numeri sono senza dubbio incoraggianti, ma non possiamo abbassare la guardia, perché una volta che la pandemia abbasserà la sua pressione, la Grande Distribuzione competerà nuovamente con la ristorazione e altri canali, quindi è necessario essere pronti con prodotti innovativi".
A Meduno Roncadin produce pizze surgelate realizzate con materie prime di alta qualità, procedimenti produttivi all’avanguardia e centinaia di ricette diverse, per prodotti sia a marchio Roncadin, sia destinati alle marche del distributore in tutto il mondo (la quota export è del 70%). "Con la pandemia abbiamo dovuto fronteggiare un’emergenza sugli ordini, che hanno iniziato ad arrivare con tassi tripli rispetto al previsto – prosegue Dario Roncadin –. Soddisfare in linea con i tempi richiesti le commesse è stata una grandissima sfida, che ha richiesto uno sforzo congiunto fra logistica, pianificazione produttiva e approvvigionamenti delle materie prime, che in alcuni momenti scarseggiavano". Il rispetto delle misure di distanziamento in azienda ha inoltre causato modifiche organizzative che hanno richiesto grande attenzione nella gestione degli oltre 700 dipendenti che, sottolinea Roncadin, "Si sono comportati con grande senso di responsabilità e dedizione. Per questo abbiamo ritenuto opportuno offrire anche degli incentivi economici e vari benefit a chi, soprattutto nei reparti produttivi e in particolare nel periodo del primo lockdown, ha garantito la sua presenza consentendoci di onorare gli ordini".
Nonostante le difficoltà, e con parte dei dipendenti operativi da remoto, Roncadin ha continuato a lavorare sul fronte ricerca e sviluppo, creando nuovi prodotti il cui lancio è previsto per il 2021: in particolare nuovi formati rettangolari e di grandi dimensioni, sempre più richiesti dai consumatori. Inoltre l’azienda proseguenella strada intrapresa dell’efficientamento produttivo dello stabilimento e nello sforzo verso la sostenibilità, "componenti che saranno sempre più strategiche nelle industrie del futuro" sottolinea Dario Roncadin. L’azienda intende identificare e rendicontare in modo sempre più preciso i dati e i consumi, con l’obiettivo di fissare obiettivi di medio e lungo periodo con standard valutabili in tutti gli aspetti produttivi: riduzione dell’uso della plastica di imballaggio, della materie prime, dei consumi energetici.
Proseguono inoltre i progetti legati alla valorizzazione delle eccellenze del territorio di cui Roncadin fa parte. Da una parte ci sono stati ingenti investimenti per migliorare il sistema di approvvigionamento idrico (uno dei punti di forza di Roncadin è l’utilizzo di acqua proveniente dalle sorgenti di montagna circostanti), dall’altra, a marzo 2020, l’azienda ha risposto all'appello della regione Friuli Venezia Giulia per 'salvare' il latte friulano, il cui consumo attraverso il canale Horeca era enormemente calato. "In partnership con l’agenzia di cluster Agrifood Fvg – spiega Dario Roncadin – abbiamo messo a punto un progetto per utilizzare mozzarella prodotta con latte munto in regione per coprire una parte del nostro fabbisogno settimanale".
Nelle ultime settimane l’azienda ha dovuto fare i conti anche con l’avvio della Brexit. "A dicembre l’incertezza causata dalla situazione ci ha causato notevoli ritardi nelle consegne e fra i camion fermi a Dover qualcuno era anche carico delle nostre pizze – racconta Dario Roncadin –. Anche se non sono stati introdotti dazi, sono cresciuti i costi operativi. Ogni anno inviamo 550 camion nel Regno Unito e quella che era considerata una spedizione ordinaria ora comporta molta documentazione e pratiche burocratiche aggiuntive". Le esportazioni in UK valgono circa il 20% del fatturato di Roncadin e l’azienda ha moltiplicato gli sforzi per continuare a servire al meglio questo mercato strategico. "Tuttavia – conclude l’amministratore delegato – l’emergenza dovuta alla novità della Brexit sembra ora essere alle spalle. Le incognite per il futuro sono più legate all’evolversi della pandemia e alle ripercussioni che potrebbe avere sulla GDO nei prossimi mesi".
Per quel che riguarda Roncadin SpA, con sede a Meduno (Pordenone), nasce nel 1992 per la produzione di pizza italiana di qualità per la grande distribuzione nazionale ed internazionale. Oggi in azienda lavorano circa 750 persone, il fatturato 2020 ha raggiunto i 140 milioni di euro e si producono 100 milioni di pezzi all’anno. Pizze e snack sono realizzati con un esclusivo metodo brevettato e con l'impiego del 100% di energia sostenibile certificata.

giovedì 18 febbraio 2021

Quanto a Regina Colomba, nel 2016 e nel 2017 hanno avuto luogo due sue edizioni all’interno dell’evento La primavera è dolce, tenutosi a Saint-Vincent (AO), mentre nel 2018 il premio si è svolto durante una serata dedicata a Milano, presso il Teatro Filodrammatici.

La novità è costituita da Regina Pastiera, competizione che per prima, fra gli eventi sotto l’egida di Re Panettone®, celebra un dolce non lievitato. L’organizzatore ha ritenuto possibile e auspicabile l’abbinamento con la colomba, sia per la finezza del dolce campano, nato sì dalla tradizione, ma affinato nella sua forma definitiva dalla nobile cucina di monastero, sia per la sua relativa diffusione anche fuori dalla Campania, il tutto con lo scopo di ampliarne ulteriormente la conoscenza e l’apprezzamento in tutt’Italia. Questo gemellaggio tra la lombarda colomba e la campana pastiera avviene, tra l’altro, in occasione di un importante anniversario per tutti noi italiani: i centosessant’anni dall’Unità del nostro Paese (17 marzo 1861).
Venendo al regolamento, la condizione per partecipare posta dall’organizzatore è che i prodotti vengano realizzati solo con ingredienti naturali e tecniche artigianali e, in particolare la colomba, con vero lievito madre.
Sabato 20 marzo, presso un albergo milanese, si riuniranno a porte chiuse le due giurie:

PASTIERA
- Renato Andreolassi (Teletutto di Brescia)
- Andrea Aprea (Chef Ristorante Vun Hotel Park Hyatt, Milano)
- Daniel Canzian (Chef Ristorante DanielCanzian, Milano)
- Viviana Varese (Chef Ristorante Viva, Milano)
- giurato ancora da confermare

COLOMBA
- Antonio Guida (Chef Ristorante Seta Hotel Mandarin, Milano)
- Roberta Rampini (Il Giorno)
- Claudio Sadler (Chef Ristorante Sadler, Milano)
- Alberto Paolo Schieppati (giornalista e critico gastronomico, già direttore di Artù)
- Achille Zoia (Chef Pasticceria La Boutique del Dolce, Concorezzo, MB e Cologno Monzese, MI)

Al termine delle valutazioni la proclamazione dei vincitori verrà effettuata alle 19.30 della stessa giornata dall’organizzatore, Stanislao Porzio, in diretta Facebook sulla pagina di Re Panettone®.
L’organizzatore, Stanislao Porzio, ringrazia i sostenitori del premio – il Molino Dallagiovanna, sponsor dalla prima ora di Re Panettone®, e la Giuso, che fornirà anche i premi ai vincitori – per aver facilitato anche in questo momento così difficile la realizzazione di quest’attività.

I dolci protagonisti

La colomba

Ci sono almeno tre leggende che collocano l’origine del dolce in Lombardia, due collegate rispettivamente alle figure di Alboino e Teodolinda (Alto Medioevo), una al Carroccio e alla battaglia di Legnano (Tardo Medioevo). I trattatisti gastronomici ottocenteschi come il Sorbiatti, il Vialardi e l’Artusi, però, non danno alcuna notizia di un dolce definito colomba.
Secondo la Storia del panettone di Massimo Alberini (1981), invece, il luogo e la data d’origine della colomba sarebbero perfettamente identificabili: l’ufficio marketing della Motta degli anni Trenta del secolo scorso. La sua invenzione si dovrebbe alla genialità del pubblicitario Dino Villani, che anni dopo avrebbe lanciato il concorso di Miss Italia.
Che prima della Motta fosse già oppure no un dolce tradizionale, la colomba lo è diventato, visto che oggi per tutti è il pendant pasquale del panettone. D’altronde anche la ricetta avvalora quest’immagine, perché è praticamente la stessa del dolce natalizio, con il quale condivide quasi tutto, a partire dalla lievitazione naturale. Oltre che per la forma, ne differisce per la copertura con ghiaccia a base di mandorle e granella di zucchero, e per l’assenza di uvetta, sostituita da una quantità più massiccia di scorzette d’arancia candite. In ogni caso, la ricetta base di quello che oggi per legge può chiamarsi “colomba” è regolata dal decreto legislativo del 22 luglio 2005.
Il punto più alto della sua storia la colomba lo sta raggiungendo oggi, grazie al suo rilancio nell’ambito della pasticceria artigianale. Perfetto contraltare pasquale del recente panettone artigianale, non ha mai contenuto tanto burro, tante uova, tante mandorle.

La pastiera

I Cerealia erano antiche feste che i Romani dedicavano in primavera ai frutti della terra che portavano il loro nome. Secondo alcuni la pastiera avrebbe origine come offerta agli dei prodotta per questa circostanza.
Altre fonti attesterebbero, invece, una nascita legata a usanze latine di nozze, che prevedevano il consumo di pani di grano e farro, farciti di ricotta.
Secondo un’altra leggenda, riportata dal libro di Luciano Pignataro, I dolci napoletani, l’offerta sarebbe stata fatta da alcune mogli di pescatori al dio del mare. Avevano portato sulla sua riva ceste con ricotta, frutta candita, grano, uova e fiori d’arancio per far sì che i mariti tornassero sani e salvi dalla pesca. Al mattino, tornate sulla spiaggia per riabbracciare i mariti, scoprirono che le onde avevano lambito le ceste mescolando il loro contenuto. Il dolce pasquale partenopeo sarebbe nato così.
Come che sia, almeno secondo L’Italia dei dolci, Slow Food (2003), la ricetta avrebbe avuto la sua formulazione definitiva tra il XVIII e il XIX secolo presso il monastero di San Gregorio Armeno a Napoli, adiacente alla strada resa celebre dalle botteghe degli artigiani del presepe.
D’altronde i monasteri femminili partenopei sono stati le fucine per la creazione di diversi capisaldi della pasticceria cittadina. I raffioli, le sfogliatelle, gli struffoli, i susamielli si devono alle nobili cure delle monache. Nobili, perché molte di esse venivano dalla migliore aristocrazia delle due Sicilie. Costrette a vivere in un hortus conclusus, amavano trasformarlo per quanto possibile in un luogo di delizie.
La ricetta della pastiera prevede un involucro di pasta frolla in cui si adagia una crema composta di grano, ricotta, agrumi canditi, uova e fior d’arancio, sul quale vengono disposte strisce di pasta a creare losanghe.

domenica 14 febbraio 2021

È chiaro che ogni ricorrenza diventa un’occasione per mettere un po’ di colore sulle tavole di tutte le famiglie, e ancor di più lo è il Carnevale, che è il tripudio di colori per antonomasia. Quali sono i cibi che meglio si prestano a dare varie sfumature alle ricette? Le verdure, ovviamente! Che siano nelle mille gradazioni del verde o in un fiammante rosso o ancora spazino nel raggiungere il giallo più intenso, sono gli elementi che donano allegria ai nostri piatti. Ma non sono solo divertenti, il loro maggior pregio è essere sane e gustose. I prodotti Citres vengono lavorati dal fresco per mantenere tutti i principi nutritivi intatti e per far sì che non perdano la croccantezza dell’"appena raccolto". Il prodotto non viene "stressato" ma invasato in modo molto naturale e semplice. Il calendario delle stagioni è il miglior modo per lavorare le verdure fresche e confezionarle in vaso, seguendo i loro periodi di coltivazione e raccolta.

I Carciofi, le Cipolle Perlina, le Cipolle Medie, le Cipolle Borettane, la Giardiniera, le Carotine, i Peperoni, lo Scalogno ed il Tuttofresco sono i nostri migliori rappresentanti. Grazie ai loro valori nutrizionali, i sali minerali, le vitamine e la possibilità di declinarli in tantissimi modi, si prestano molto a questo coloratissimo periodo dell’anno, dove le stelle filanti ed i coriandoli fanno da padroni.
Ma non finisce qui, l’Antipastissimo, la Crema al Radicchio, la Giardiniera, le Olive Verdi, i Mini Peperoncini, i Pomodorini Ciliegino. Potete percorrere tutti i colori delle maschere tradizionali in un viaggio culinario salutare e gustoso made in Citres.

sabato 13 febbraio 2021

(Ph credits: Aromi Group)

Dall’incontro tra Bonverre e Igles Corelli - grande maestro della cucina e insegnante di intere generazioni di giovani cuochi - nasce il Ragù di Selvaggina, ricetta della memoria, amata dallo chef nella versione di sua nonna e oggi reinterpretata grazie alla cultura della materie prime, alla tecnica e alla capacità di 40 anni di carriera e ben cinque stelle Michelin. Perché Corelli lascia perdere la tradizione, rifiuta il km zero e crede in una cucina garibaldina e circolare, che mira a migliorare i piatti del passato per portarli nel futuro.

Un ragù di cinghiale, cervo, anatra e fegatini di pollo, da utilizzare per condire pasta secca o fresca, polenta fumante o come usa fare lo chef, per un risotto dal sapore ricco e avvolgente. Si preserva a lungo nel barattolo di vetro Bonverre, senza alcun additivo o conservante, ed è pronto da gustare e condividere. Il Ragù di Selvaggina è acquistabile sul sito di Bonverre nelle esclusive Box Regalo.

venerdì 12 febbraio 2021

Taleggio è sempre una buona idea. Il formaggio DOP italiano dal sapore dolce e leggermente aromatico è super versatile e si sposa perfettamente con il salato e con il dolce, con la carne e con il pesce.

Per assaporare anche a casa la bontà di una ricetta stellata a base di Taleggio ci si può ispirare ai capolavori culinari creati dai "Romeo e Giulietta" della cucina italiana.
Gli chef stellati Antonella Ricci e Vinod Sookar hanno firmato ricette speciali a base di Taleggio DOP che omaggiano le correnti artistiche più famose di tutti i tempi: dall’Impressionismo al Cubismo, dalla Pop Art all’Action Painting. Con le ricette del progetto "A Regola d’Arte" finger food, antipasti, primi, secondi e dolci si trasformano in quadri da gustare.

IL MENU’

Sogno di primavera – gocce di Taleggio e ricotta su crema di avocado e zucchine
Dripping di Taleggio – finger food di mare e Taleggio
Impression Di Taleggio – zuppa di mare
Agnello alla Vincent – secondo di carne
Tortino al Bacio di Taleggio – dessert

IL TALEGGIO DOP

Ogni forma di Taleggio DOP è un parallelepipedo quadrangolare, con crosta sottile, morbida e di un rosato naturale. La pasta del Taleggio DOP è uniforme e compatta, di colore chiaro che varia dal bianco al paglierino. Il sapore è dolce, leggermente aromatico. Il Taleggio DOP ha una buona digeribilità ed è un alimento naturale perché non è ammesso alcun trattamento della crosta. Il Taleggio D.O.P. è un formaggio energetico, ricco di proteine, sali minerali e vitamine A e B2. Ha un rapporto calcio/fosforo ideale per l’assorbimento del calcio a livello intestinale e per la fissazione dei sali nelle ossa.

giovedì 11 febbraio 2021

Il Chiaretto di Bardolino sarà anche quest’anno il #VinoRosadellAmore, il vino ufficiale di Lago di Garda in Love e di Amore. Aspettando Verona in Love, le due iniziative dedicate agli innamorati sul lago di Garda e nella città di Verona nel giorno di San Valentino. In tempi di pandemia i due eventi si svolgeranno in forma virtuale, sui social e in televisione, anziché coi consueti appuntamenti rivieraschi e cittadini. La bottiglia di Chiaretto di Bardolino special edition, creata per l’occasione dal Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino, sarà comunque protagonista nella giornata più romantica dell’anno, a disposizione degli ospiti delle dirette social e tv.

Lago di Garda in Love è in programma domenica 14 febbraio dalle ore 15.00 alle ore 18.30: sarà un evento on line e in tv, che coinvolgerà otto comuni del lago di Garda (Malcesine, Brenzone sul Garda, Torri del Benaco, Bardolino, Lazise, Castelnuovo del Garda, Valeggio sul Mincio e Toscolano Maderno), uno dell’entroterra gardesano (Bussolengo), la città umbra di Terni, che ospita le spoglie di San Valentino nella Basilica a lui dedicata, e la città austriaca di Innsbruck, porta d’ingresso per i turisti nordeuropei che visitano l’area gardesana. Tutte le località saranno al centro della maratona televisiva in onda nel pomeriggio su TeleArena e in diretta streaming sul sito del quotidiano L’Arena, oltre che sui profili Facebook e YouTube di Lago di Garda in Love e sarà il vino rosa del Garda Veronese a fare da trait d’union tra le diverse tappe.
Nella città dell’amore per eccellenza, in sostituzione della tradizionale presenza a Verona in Love, il Festival dell’Amore che negli anni scorsi ha richiamato turisti e visitatori da tutto il mondo, quest’anno il Chiaretto affiancherà lo show televisivo Amore. Aspettando Verona in Love, presentato dalla conduttrice Francesca Cheyenne. In particolare, durante lo spettacolo il Chiaretto di Bardolino, che la scorsa estate ha riportato la musica nei locali di Verona con la lunga e fortunata rassegna 100 Note in Rosa, accompagna il Premio Arte d’Amore, dedicato alla musica e al cantautorato. Il vincitore verrà premiato nella diretta che si svolgerà domenica 14 febbraio dalle 21.30 sulle emittenti TeleArena e TeleMantova e online sulle pagine Facebook di Verona in Love, Studioventisette, Doc Servizi Verona, Freecom Hub, Show Time Verona, Show Time Studios e Acque Veronesi. L'artista vincitore del Premio Arte d'Amore si aggiudicherà la produzione del brano presso il prestigioso studio di registrazione Sotto il Mare e la realizzazione del videoclip. Inoltre, la sua canzone aprirà, in maggio, la seconda edizione di 100 Note in Rosa e verrà proposta sul palco della Giornata nazionale del Vino Rosa #OggiRosa, in calendario a Bardolino il 21 giugno.

domenica 7 febbraio 2021

Festeggiare San Valentino con una cena casalinga sarà l’ipotesi più probabile per quest’anno: ma come organizzare, senza stress, una serata perfetta e romantica con un menù speciale?

Il California Prune Board ha elaborato con la food blogger Teresa Balzano un menù di San Valentino “easy chic”, dall’antipasto al dolce, con Prugne della California per una cena indimenticabile in tre step:

1. SCEGLIERE GLI INGREDIENTI PERFETTI

Quali ingredienti scegliere per un menù dedicato alla festa degli innamorati? Afrodisiaci naturali come il cioccolato o alimenti ricchi di istamina che facilitano il buon umore: agrumi, formaggi erborinati, pesce fresco e molluschi. Senza dimenticare l’ingrediente più classico per la passione: il peperoncino!

2. CUCINARE INSIEME

Preparare una cena casalinga potrebbe non essere una prospettiva piacevole per chi non ama stare ai fornelli, perché non cogliere l’occasione per provare a cucinare con la dolce metà? L’intesa e il divertimento raddoppieranno, specialmente se accompagnati da un cocktail home made o un ottimo calice di vino.

3. UN TOCCO ROMANTICO INDOOR

Un’idea alternativa per una serata speciale e facile da realizzare anche a casa? Un picnic romantico nella stanza con i ricordi più belli, creando l’atmosfera perfetta con cuscini colorati, candele profumate, foto e fiori.
Non resta che cominciare a pianificare e organizzare una serata speciale in occasione della festa degli innamorati, sperimentando le ricette del menù "easy chic" con Prugne della California. Un ingrediente di grande versatilità sia per preparazioni salate che dolci, perfette in abbinamento alla carne o al pesce, ma anche nei dessert – grazie alle naturali note zuccherine, ma con basso indice glicemico. A seguire quattro ispirazioni di ricette, dall’antipasto al dessert, per un San Valentino casalingo, ma indimenticabile:
- Antipasto: Insalata di polpo, sedano e Prugne della California
- Primo: Risotto al limone e Prugne della California
- Secondo: Gamberoni glassati al miele e zenzero con patate al limone e Prugne della California
- Dessert: Tortino al cioccolato con cuore morbido di Prugne della California

sabato 6 febbraio 2021

Risale infatti al 2016 l’acquisizione di circa 10 ettari di terreno sulle meravigliose colline moreniche di Castelnuovo del Garda, nel corso di un’operazione di ampliamento dei vigneti, in un’area notoriamente vocata alla produzione di Bardolino. La proprietà includeva ben 3.000 ulivi, con un’età media di circa quarant’anni, delle principali cultivar ammesse dal disciplinare della DOP Garda. Ci troviamo nell’area di produzione orientale della Denominazione, quella "veronese": un territorio-gioiello incastonato tra le montagne a nord e il Lago di Garda a sud e caratterizzato da un clima submediterraneo, tanto mite e peculiare che si può parlare di un vero e proprio clima benacense. Un fattore essenziale, quest’ultimo, che concorre a rendere la produzione olearia di questa regione unica nel suo genere per eleganza e delicatezza.

Oltre alle più note cultivar autoctone, tra i filari dell’oliveto di Castelnuovo del Garda si trovano altre varietà indigene minori, che saranno presto oggetto di uno studio volto alla loro caratterizzazione qualitativa: un approccio non nuovo in casa Armani, che dagli anni ’90 conduce ricerche sui vitigni locali e antichi della Valdadige, ai tempi in via d’estinzione, come il Foja Tonda (oggi inserito nella DOC Terradeiforti).
"Siamo molto soddisfatti del risultato, abbiamo la grande fortuna di produrre olio in una delle zone più belle e più vocate della nostra Penisola" dice Egle Capilupi, moglie di Albino Armani, Responsabile Marketing e Comunicazione, e continua "ho accettato con gioia di occuparmi personalmente di questo progetto, cui mi sento profondamente legata, grazie anche alle mie origini calabresi, terra che notoriamente vanta un patrimonio olivicolo tra i più ricchi d’Italia. Abbiamo iniziato a produrre olio a Castelnuovo del Garda circa tre anni fa, ma solo quest’anno siamo riusciti a fregiarci della Denominazione d’Origine Protetta Garda e a portare in bottiglia un prodotto dal profilo organolettico estremamente piacevole, con un bouquet delicatamente fruttato ed erbaceo, gusto armonico e raffinato e con un gradevole tocco finale di piccantezza".

Raccolta e lavorazione

La raccolta delle olive è manuale, nel pieno rispetto della pianta e dell’integrità del frutto. Nel 2020 è avvenuta i primi di ottobre, in anticipo rispetto ai tempi canonici, nel momento del viraggio del colore dal verde al rubino, stadio di maturazione che consente di trasferire all’olio la massima espressività. Una volta defogliate, le olive vengono immediatamente frante con lavorazione a freddo per mantenere inalterate le naturali proprietà del prodotto.

venerdì 5 febbraio 2021

Ci sono mille motivi per i quali i nutrizionisti consigliano di consumare il Parmigiano Reggiano. E ora ce n’è uno in più. Nell’ambito di una convenzione di ricerca stipulata tra il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II e il Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano dal titolo: "Valorizzazione del formaggio Parmigiano Reggiano in chiave salutistica", è stato dimostrato che le lunghe stagionature del prodotto (a partire dai 40 mesi) rendono il Parmigiano Reggiano fonte di selenio. La Prof.ssa Maria Daglia, responsabile scientifico dello studio e professore ordinario di Chimica degli Alimenti, ci spiega di più: "Nella ricerca sono stati analizzati campioni di Parmigiano Reggiano di diverse stagionature e stagionalità di produzione. I risultati dello studio ci permettono di dire che una porzione da 30 g di Parmigiano Reggiano stagionato 40 mesi apporta una quantità significativa di selenio pari in media al 19,5% del valore nutritivo di riferimento del selenio (assunzioni di riferimento per un adulto 8400kJ / 2000kcal). Il selenio è un micronutriente che contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario, alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo, alla normale funzione tiroidea e al mantenimento di unghie e capelli normali, indicazioni salutistiche consentite ai sensi del Reg. UE n. 432/2012".

Non c’è solo il selenio!

Quest’ultima ricerca aggiunge un altro importante elemento alla conoscenza delle caratteristiche nutrizionali del Parmigiano Reggiano, un alimento naturalmente ricco in sostanze nutritive, del tutto privo di conservanti, e rappresenta il perfetto connubio fra una antica tradizione radicata sul territorio e moderne tecniche di produzione che garantiscono qualità e sicurezza del prodotto. Ha un elevato contenuto proteico con oltre 30 g di proteine ad alto valore biologico per 100 g di prodotto. Contiene vitamine e sali minerali ed è ricco di calcio e fosforo, elementi preziosi per il mantenimento di ossa e denti normali. Inoltre, ha il grande vantaggio di essere pressoché privo di zuccheri: in particolare è naturalmente privo di lattosio, può quindi essere consumato da persone intolleranti a questo zucchero del latte. Anche l’apporto lipidico del Parmigiano Reggiano, per quanto non trascurabile dal punto di vista quantitativo, ha però molti vantaggi dal punto di vista nutrizionale. Il Parmigiano Reggiano contiene infatti acidi grassi saturi a corta e media catena, molto digeribili, e fosfolipidi a cui la letteratura scientifica attribuisce effetti benefici.

Il Parmigiano Reggiano in una dieta bilanciata

Le sostanze nutritive, le proteine, la naturale assenza di lattosio, rendono il Parmigiano Reggiano un prezioso alleato per una dieta sana e naturale. Detto ciò, come tutti i formaggi, va mangiato evitando eccessi. Le caratteristiche nutrizionali del Parmigiano Reggiano lo rendono ottimo come antipasto o fine pasto, come spuntino post esercizio fisico (recovery meal), come condimento o addirittura come secondo piatto. Come condimento nella misura di circa 10 g di grattugiato può tranquillamente essere mangiato anche tutti i giorni. Come antipasto o fine pasto, o come spuntino post esercizio negli sportivi, nella misura di 20-30 g unito a circa 40 gr di pane o simili, può essere consumato due volte la settimana. In alternativa se ne possono consumare come secondo piatto una volta la settimana circa 50 g. Questa razione equivale a circa 100 g di carne sul piano dell’apporto proteico ma con un minor apporto di colesterolo. Nel complesso un consumo di 100-150 g la settimana è consigliato per una dieta bilanciata.

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