domenica 31 maggio 2020

Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago riparte dal proprio territorio per sostenere la riapertura della malghe e tutta la sua filiera produttiva composta da 1400 aziende d’allevamento e oltre 8000 addetti. Per farlo, nel corso del mese di giugno, il Consorzio avvia la nuova campagna di comunicazione a supporto dei consumi con una pianificazione sulle principali emittenti televisive nazionali radio, carta stampata e piattaforme digitali e una programmazione sulle emittenti televisive regionali del Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Trentino Alto-Adige.

In questi mesi l’attività dei soci del Consorzio Tutela Formaggio Asiago non si è mai fermata ed ha garantito, anche nei momenti più difficili, la produzione e l’approvvigionamento dei punti vendita. Ora che si sta uscendo dalla fase di emergenza, il Consorzio Tutela Formaggio Asiago spinge sulla ripresa e celebra la riapertura delle malghe per la stagione dell’alpeggio e il lavoro di tutta la filiera con una campagna di comunicazione incentrata su "Il sapore della nostra anima", lo spot girato sull’Altopiano di Asiago, che racconta la storia millenaria dell’Asiago DOP e del suo territorio, da sempre espressione di valori autentici diventati ancor più importanti nel corso della pandemia. Proprio la naturalità di Asiago DOP chiama il consumatore a farsi protagonista e testimonial di una scelta di qualità, trasmettendo i valori che rendono unica e inimitabile la tipicità, espressione di identità e ideali profondi.
"Ripartiamo simbolicamente dal nostro territorio – afferma Fiorenzo Rigoni, Presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago – per ringraziare la fiducia dei consumatori che, in queste settimane, hanno continuato a sostenerci acquistando il prodotto nei supermercati e online. Sono ancora momenti complicati, ma siamo fiduciosi e, per questo, abbiamo scelto d’investire in comunicazione sostenendo la nostra economia. Da qui la nostra scelta di pianificare, oltre che sulle testate nazionali, sulle principali reti televisive regionali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto-Adige riconoscendo il loro importante lavoro svolto durante il lockdown".
Dal 1 giugno, la campagna TV di Asiago DOP entra nelle case di milioni di consumatori ed appassionati di cucina con una programmazione in tutte le reti Mediaset e sui canali SKY, Gambero Rosso, SKY UNO, Cielo e TV8, nei programmi cult come la nuova edizione di 4 Ristoranti condotta da Alessandro Borghese e Cuochi d’Italia, con i giudici Gennaro Esposito e Cristiano Tomei. L’eccellenza Asiago DOP sarà presente anche nelle maggiori radio nazionali e le più importanti testate food, generaliste, oltre alle piattaforme digital.

sabato 30 maggio 2020

In questi ultimi due mesi in Trentino, come nel resto d'Italia, ristoranti, strutture ricettive e aziende agricole non hanno potuto accogliere ospiti nel rispetto dei regolamenti governativi studiati per fronteggiare l'emergenza Coronavirus, tra difficoltà economiche e incertezze sul futuro.

In risposta a questa situazione, si sono diffusi sia i più noti "dining bond", che gli "holiday bond" o i buoni legati ai servizi, attraverso cui è possibile prenotare e pagare anticipatamente delle attività - dalle cene al ristorante ai pernottamenti in agriturismo fino a, per esempio, le visite in cantina - in attesa di poterle consumare. Una perfetta idea regalo ma anche uno strumento davvero utile, anche in questo momento di prima riapertura, per tutti coloro che per scelta o necessità si troveranno ad attendere ancora un po' prima di concedersi un'uscita ma vogliono assicurare da subito il proprio concreto contributo alla ripartenza.
La Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, associazione che riunisce aziende produttive accomunate dalla volontà di valorizzare il proprio territorio e le sue eccellenze enogastronomiche, ha voluto promuovere questa opportunità verso i propri associati, nella convinzione che possa rappresentare un'interessante occasione per dare ossigeno al settore.
Otto, attualmente, le aziende che hanno raccolto l'invito con iniziative da vivere, nella maggior parte dei casi, fino al 31 dicembre 2021. La Locanda delle Tre Chiavi di Isera, per esempio, propone il buono "SalvaLocanda" valido per 2 persone e del valore di 50 euro. In omaggio, una bottiglia di vino del territorio.
E per chi avesse piacere di fermarsi per una notte nella splendida cittadina della Vallagarina, il B&B Le Tre Chiavi propone anche "VivIsera", soggiorno per due persone con prima colazione inclusa ad un costo totale di 130 euro anziché 170 euro (info@locandadelletrechiavi.it).
Dal canto suo, l'Agriturismo Vallarom di Avio suggerisce il soggiorno presso il proprio maso di tre camere con centro benessere, posizionato tra vigneti biologici, piante da frutto, orto, arnie e bosco in abbinata a delle esperienze studiate su misura per l'ospite, come aperitivi, pranzi e cene, pic nic, grigliate, visite guidate e degustazioni (info@vallarom.com).
OlioCru di Arco punta invece sulla scoperta delle molteplici sfaccettature dell'olio, con visite guidate al costo di 12 euro grazie alle quali si potrà visitare l'azienda e i laboratori di produzione, oltre a partecipare ad una degustazione guidata di oli e prodotti gastronomici del territorio (info@oliocru.it).
Non mancano le Cantine Ferrari di Ravina di Trento, con la possibilità di accedere ad una serie di differenti visite guidate per un periodo di 365 giorni dal momento dell'acquisto: dal Tour to the Maximum al Tour Zero Rosé, dal Tour Black&White alla Trilogia Perlé, fino a Le Grandi Riserve (visit@ferraritrento.it).
Anche Cantina La Vis propone una gustosa visita guidata per due persone ad un costo di 22 euro anziché 28 euro, in cui è compresa la degustazione di una selezione di vini aziendali in abbinata ad un tagliere di prodotti locali (vinoteca@la-vis.com).
E ancora, fino al 31 maggio 2021, Azienda Agricola Maso Grener di Pressano di Lavis offre la possibilità di vivere una panoramica visita guidata per due persone ad un costo di 15 euro anziché 20 euro, comprensiva di degustazione dei vini aziendali abbinati ad un tagliere di salumi e formaggi locali. E per gli ospiti che decidono di fare sosta all'Agriturismo Maso Grener per godere del relax che si respira tra le colline avisiane, la visita può essere abbinata ad un soggiorno in agriturismo per due persone con prima colazione inclusa, al costo di 90 euro anziché 100 euro (info@masogrener.it).

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venerdì 29 maggio 2020

Si tratta di un fermentino a crosta fiorita, realizzato attraverso la fermentazione di anacardi e noci di macadamia, frutto di una equilibrata sintesi tra il gusto delle materie prime e i sapori sprigionati dalla stagionatura. Camelia racchiude in sé la dolcezza e la delicatezza della frutta secca, il tocco fresco e acidulo tipico della fermentazione e gli aromi caratteristici dei prodotti a crosta fiorita. Sono proprio queste le caratteristiche che hanno colpito l’attenzione dello chef, il quale ha voluto inserirlo nelle sue nuove ricette, presentate nei suoi canali social da fine giugno.

Il sapore elegante, delicato, complesso, rende Camelia un ingrediente prezioso e, nelle mani esperte dello chef, diventa il protagonista dei suoi piatti. Realizzato in Italia, biologico e con una lista molto corta di ingredienti, sposa perfettamente i valori della cucina di Simone Salvini, amante della semplicità e della qualità delle materie prime.
Il particolare processo produttivo di Camelia prevede una fase di ammollo della frutta secca con aggiunta di colture batteriche per permettere la prima fermentazione. In seguito, avviene la macinazione e la seconda fase di fermentazione, con la sola aggiunta di acqua, sale e Penicillium Candidum, una muffa da sempre impiegata nella produzione di diversi noti formaggi francesi, fra cui il Camembert e il Brie. Per questo gli aromi e la consistenza di Camelia ricordano quelli dei più noti formaggi a crosta fiorita nonostante si tratti di un alimento 100% vegetale. L’ingrediente segreto, che completa la maturazione, è il tempo. Solo dopo circa dieci giorni e sei diverse fasi a temperature altamente controllate, che permettono la fioritura della soffice crosta edibile, Camelia è pronto per essere gustato dai palati più ricercati. È la splendida chiusura di una cena, accompagnato da composte di frutta, o il protagonista di ricette gourmet, come quelle ideate dallo chef Salvini.
I fermentini nascono dalla fermentazione di frutta secca e semi oleosi, con la sola aggiunta di acqua e sale. L’obiettivo del progetto, iniziato nel 2015, è quello di fornire ai consumatori alimenti vegetali con una lista di ingredienti semplice e un’etichetta chiara, prodotti artigianalmente sfruttando appunto il processo di fermentazione. La fermentazione è uno dei più antichi metodi di conservazione che, oltre a preservare gli alimenti in maniera naturale senza l’aggiunta di conservanti artificiali, migliora le qualità nutrizionali della materia prima, rendendola allo stesso tempo più digeribile. I fermentini sono ideali per chi vuole seguire un regime alimentare plant-based, ma interessanti anche per tutti coloro che vogliono ridurre il consumo di proteine animali nella propria dieta in maniera naturale e gustosa.
Fondata nel 1979, Euro Company produce, seleziona e commercializza frutta secca ed essiccata a Godo di Russi, nel cuore della Romagna. In questi 40 anni la comunità è cresciuta costantemente, fino a contare oggi circa 400 dipendenti, con un’età media inferiore ai 40 anni. Con un fatturato di oltre 110 milioni di euro nel 2019 ha una presenza pressoché totale sul mercato italiano, offrendo alimenti vegetali a base di frutta secca ed essiccata, e riducendo al minimo possibile le lavorazioni della materia prima.
Vision dell’azienda è, infatti, essere un punto di riferimento per l’alimentazione sana e sostenibile, mettendo al centro la salute, il pianeta e il rispetto delle persone, con l’obiettivo ultimo di influenzare l’intera industria alimentare. Diventata Società Benefit nel 2018 e certificata B Corporation nel 2019, Euro Company fa dell’etica il suo punto cardine, anche attraverso i quattro pilastri del concetto di Qualità Etica che abbracciano tutta la filiera: dal rapporto diretto alle partnership di lungo termine con i produttori, dalla remunerazione equa dei coltivatori alla condivisione di attrezzature e know-how, per ottenere materie prime di alta qualità, garanzia del miglior prodotto possibile per il consumatore.

giovedì 28 maggio 2020

Il prodotto limited edition è nato per veicolare un messaggio di speranza e un auspicio affinché si possa uscire presto dall’emergenza globale che ha pesantemente segnato gli ultimi mesi. La bottiglia, realizzata in soli 500 pezzi, è caratterizzata da una striscia arcobaleno, che reca la scritta "We will flourish again" (Noi rifioriremo). Anche la fascetta, posizionata immediatamente sotto la capsula, è impreziosita dai colori dell’iride, contribuendo in questo modo a evidenziare l’unicità del prodotto.

Bottega Gold si caratterizza per un Prosecco di grande aromaticità e per la bottiglia dall’inconfondibile livrea dorata, realizzata con un esclusivo processo di metallizzazione, grazie al quale il colore oro diventa parte integrante della superficie esterna del vetro. Distintivo e originale, è diventato un’icona del gusto apprezzata nel mondo come espressione del miglior Made in Italy. Diversi tentativi di imitazione hanno ancor più rafforzato il suo successo, contribuendo a diffonderne la notorietà.
Bottega Gold è un Prosecco Doc Brut, ottenuto dalla vinificazione di uve Glera, provenienti da Valdobbiadene. Questa zona è situata in prossimità delle Prealpi venete ed è caratterizzata da un clima perfetto per questa varietà di uve autoctone. I vigneti si trovano in zona collinare, in un territorio di assoluto valore paesaggistico e di grande tradizione vitivinicola. Le uve vengono raccolte a mano e quindi in cantina vengono delicatamente pressate. Il mosto così ottenuto viene mantenuto in contenitori d'acciaio a una bassa temperatura, per conservarne inalterata la freschezza. Segue la fermentazione in autoclave per quasi 40 giorni a una temperatura controllata di 14-15° C con l’aggiunta di lieviti selezionati (metodo Charmat).
Il vino, dal punto di vista organolettico, si caratterizza per gli spiccati profumi fruttati di mela, pera e frutta esotica e per il sapore fresco con retrogusto asciutto e fruttato. Perfetto come aperitivo, si presta egregiamente alla preparazione di gustosi cocktail (Bellini, Rossini). È inoltre uno spumante da tutto pasto: dagli antipasti, ai primi piatti di qualsiasi tipo, ai secondi di pesce.
L’azienda Bottega, guidata da Barbara, Sandro e Stefano Bottega, è al tempo stesso cantina e distilleria. Fondata nel 1977 da Aldo Bottega con la denominazione Distilleria Bottega, l'azienda ha sede a Bibano di Godega (TV), 50 km a nord di Venezia, dove produce grappe, vini e liquori che si rivolgono a un target di livello alto e medio alto.
Tra le grappe, commercializzate con i marchi Alexander e Bottega, si distinguono le pregiate selezioni di monovitigni e i distillati maturati in barrique.
La gamma dei vini Bottega comprende il Prosecco, tra cui il noto Bottega Gold, e altri spumanti di grande personalità. In due cantine a gestione diretta, in Valpolicella e a Montalcino vengono prodotti Amarone, Ripasso, Brunello di Montalcino e altri grandi rossi. Completa l’offerta Bottega la linea Creams & Liquors, che comprende una gamma articolata di liquori alla frutta e alle creme, tra cui Limoncino, Gianduia, Fiordilatte. L’azienda, che nel 2013 si è trasformata in Bottega S.p.A., distribuisce i propri prodotti in 140 paesi nel mondo.

mercoledì 27 maggio 2020

Mercoledì 27 maggio dalle 16:00 alle 17:30 i ricercatori e gli imprenditori del settore agroalimentare impegnati nel progetto INNOTIPICO, illustreranno i risultati della ricerca nata per promuovere l’applicazione di strategie biotecnologiche alle eccellenze della cucina regionale: pane, focaccia, burrata, soppressata, orecchiette, ricotta forte.
Per partecipare all'evento è necessario procedere alla registrazione (gratuita), a questo link: https://progettoinnotipico.it/eventi/public/.

Arriva, dunque, a conclusione la ricerca scientifica "Innotipico, innovazione dei prodotti tradizionali della Puglia". I risultati raggiunti con il progetto, cofinanziato dalla Regione e sostenuto anche dalle Università di Bari e di Foggia, e dall’ente di ricerca pubblico ISPA-CNR di Bari, saranno illustrati nel convegno online in programma mercoledì 27 maggio 2020, dalle 16:00 alle 17:30.
L’evento sarà anche l’occasione per riflettere sulle prospettive di promozione e distribuzione commerciale delle tipicità pugliesi.
L’emergenza sanitaria per il Covid19 ha imposto la riprogrammazione dell’evento, inizialmente previsto "in presenza", con la scelta della modalità "da remoto" garantita dalla piattaforma Zoom. In questo modo sarà possibile seguire i lavori anche da parte di operatori del settore di altre regioni italiane che hanno già confermato la propria partecipazione.

IL PROGETTO

Innotipico, nato dall’incontro fra tradizione e innovazione, è stato concepito con l’obiettivo di favorire l’innovazione dei prodotti del settore agroalimentare della tradizione pugliese, i cosiddetti "PAT" attraverso la diffusione dell’applicazione di strategie biotecnologiche.
Tali innovazioni tecnologiche sono in grado di migliorare i prodotti della cucina made in Puglia, apprezzati in tutto il mondo, per renderli ancor più vicini alle esigenze dei consumatori italiani e stranieri, sia sul piano della sicurezza, che su quello relativo alle caratteristiche nutrizionali, salutistiche e organolettiche.
Nei laboratori sono stati isolati numerosi starter microbici, selezionati per poter essere utilizzati in svariati contesti. Ad esempio, consentono di preservare qualità e conservabilità del pane pugliese di semola e della puccia salentina, riducendone il tasso glicemico; utilizzati nella focaccia e nella pasta ne aumentano la digeribilità ed il valore nutrizionale. Starter selezionati per la burrata hanno permesso di ridurre l’apporto di grassi e nella ricotta forte hanno aiutato ad attenuare il caratteristico pungente flavor. Nella soppressa tipica di Martina Franca gli starter hanno consentito la riduzione di nitrati e nitriti. In tutti i casi i selezionati "microrganismi amici" hanno permesso di migliorare i nostri PAT dal punto di vista nutrizionale.

IL PROGRAMMA

I saluti istituzionali sono affidati al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
A seguire è prevista la relazione tecnica di Andrea Minisci, tecnologo alimentare e direttore del reparto R&S Valle Fiorita, sui risultati conclusivi del progetto e la proiezione video Innotipico.
Poi il programma prevede gli interventi di:
- Andrea Giomo, consulente della società Agriplan, esperto senior in analisi sensoriale e chemiometria, sul tema "La percezione dell’innovazione dei prodotti tradizionali emersa dal consumer test";
- Maria De Angelis, docente di Microbiologia agraria presso l’Università degli studi di Bari, coordinatrice dell’Eit Food per l’Italia, sul tema “Alimentazione funzionale e salute umana, il ruolo delle biotecnologie degli alimenti;
- Gaetano Grasso, project manager InnovaPuglia sul tema "Politiche regionali per lo sviluppo industriale del settore agroalimentare e ricerca".
A seguire, interviste ai rappresentanti delle sei imprese componenti il cluster e produttrici dei prodotti tipici oggetto delle innovazioni bio-tecnologiche: puccia, focaccia, ricotta forte, capocollo, burrata, pasta e pane. La scaletta prevede poi l’intervento di:
- Antonio Capurso, professore ordinario di Geriatria e Gerontologia dell’Università degli studi di Bari e responsabile scientifico della Fondazione Dieta Mediterranea sul tema "Dieta mediterranea, prodotti tipici e innovazione"; e di Moreno Bellinzona, direttore vendite del gruppo Megamark, supermercati Dok, Famila, IperFamila, sul tema "Tipicità, innovazione e mercati: il ruolo della distribuzione organizzata".
Il pubblico partecipante alla piattaforma Zoom potrà intervenire a conclusione del convegno, con domande rivolte ai protagonisti.
Conclude Antonio Logrieco, direttore dell’Ispa-Cnr, responsabile scientifico del progetto Innotipico.
Modera il giornalista e divulgatore scientifico Mario Maffei che avrà il compito di far rispettare i tempi degli interventi in modo che l’evento possa durare un’ora e mezza.

QUI DUE VIDEO CHE ILLUSTRANO L’ATTIVITA’ SVOLTA:

INNOTIPICO: un progetto di innovazione tecnologica dei prodotti agroalimentari pugliesi - https://www.youtube.com/watch?v=Eh_ZJmdochU&t=16s
INNOTIPICO: innovazione biotecnologica dei prodotti tradizionali agroalimentari pugliesi - https://www.youtube.com/watch?v=WfLeorPmrD4&t=58s

I PARTNER DEL PROGETTO

Il progetto Innotipico ha ottenuto il cofinanziamento dalla Regione Puglia, attraverso i fondi Por Puglia FESR-FSE 2014-2020 - Asse prioritario 1 - Ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione - Azione 1.6 "Interventi per il rafforzamento del sistema innovativo regionale e nazionale e incremento della collaborazione tra imprese e strutture di ricerca e il loro potenziamento" messi a bando con Innonetwork, Aiuti a sostegno alle Attività di R&S".
Innotipico è frutto di un raggruppamento composto dalle aziende espressione dell’agroalimentare pugliese:
- Valle Fiorita (Ostuni - BR), in qualità di azienda capofila,
- Europan Sud (Taranto),
- Pastificio Ligori - Al Mattarello (San Vito dei Normanni - BR),
- Ignalat (Noci - BA),
- Casearia del Levante – Gallone (Ceglie Messapica - BR),
- Salumi Martina Franca (Martina Franca- TA),
Partner tecnico scientifici sono: l’azienda Agriplan Srl e tre enti pubblici: l’Università degli Studi di Bari (Dipartimento Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti – DISSPA), l’Università di Foggia (Dipartimento SAFE), il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari - CNR-ISPA.

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martedì 26 maggio 2020

Il Latte Fieno è un particolare tipo di latte riconosciuto dal marchio europeo STG (Specialità Tradizionale Garantita), proveniente da bovine foraggiate senza mangimi insilati (fermentati) e senza OGM, seguendo quindi i ritmi della natura. Durante l’estate le mucche pascolano sui verdi alpeggi nutrendosi di erbe e fiori di campo, mentre in inverno il foraggio è a base di fieno, cereali e legumi ricchi di minerali.

Questa alimentazione tradizionale e diversificata aumenta la qualità, il gusto e l’aroma di questo prezioso latte, ricco di acidi Omega 3 e acidi linoleici, alleati preziosi per il nostro organismo.
La produzione di Latte Fieno è altamente regolamentata e controllata, e avviene in modo sostenibile, nel rispetto dell’ambiente alpestre e della biodiversità dei prati e dei pascoli.
Gli Alpen Yogurt di Latteria Vipiteno - storica cooperativa altoatesina specializzata nella produzione di yogurt di alta qualità – sono una delizia da gustare cucchiaino dopo cucchiaino. Contraddistinti dal sigillo “Da latte fieno” sono vellutati, cremosi, ricchi di fermenti lattici vivi e racchiudono tutto il genuino sapore del Latte Fieno di montagna.
Disponibile nel vasetto di vetro da 150 g con tappo richiudibile, che permette di gustarlo in diversi momenti della giornata senza alterarne la qualità, gli Alpen Yogurt sono presenti sul mercato in varie referenze: Caffè, Fragola, Frutti di bosco, Limone, Miele-Melissa, Bianco intero e Bianco magro.

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lunedì 25 maggio 2020

500 persone collegate via Zoom per l’inaugurazione virtuale di domenica 7 giugno alle ore 19:30, un format decisamente insolito ed originale per dare il via a questa nuova avventura di 3 giovani ed intraprendenti ragazzi.

Saranno proprio loro a consegnare ad ogni partecipante (nella cerchia di Milano, nei giorni antecedenti all’appuntamento) una birra Pils brandizzata "Carne", realizzata in collaborazione con il birrificio artigianale Canediguerra.
A presentare e dirigere l’appuntamento lo speaker radiofonico Gilberto Penza, in arte "Gibba", di Radio 105 che sarà all’interno del locale insieme ai tre fondatori Andrea, Denise e Domenico per raccontare il progetto e brindare all’apertura, la serata si concluderà con il dj set virtuale di Pietro Civera e Dj Mayo.
Per partecipare all’appuntamento sarà sufficiente iscriversi su www.carne.love entro il 28 Maggio, essere tra i primi 500 e seguire poi le indicazioni che arriveranno via mail.

Ma che cos’è CARNE diversamente macellai?

Un’atmosfera industriale, dal sapore molto street, in continua evoluzione, Carne è il primo "One Thing Restaurant" milanese dove vi è un unico piatto protagonista, un solo taglio di carne bovina piemontese, il Lombatello, preparato in modo speciale. Il progetto è ideato da un team giovane e preparato: i cuneesi Andrea Pirotti ("nipote d’arte" e già ideatore del format Bove’s) e Denise Di Meola (giovane esperta contabile), ed il barmanager barese Domenico Cannillo. Tre ragazzi con differenti formazioni professionali, uniti dall’amicizia e dalla passione verso il cibo che hanno unito le loro competenze con l’obiettivo di offrire ai milanesi un nuovo, privilegiato e curioso punto di vista all’interno dell’universo della carne, portando ognuno la propria particolare esperienza da diversi mondi quali la ristorazione, l’amministrazione ed i locali.
Carne è un ristorante dove ogni cliente ha l’opportunità di consumare in modo informale uno dei migliori prodotti italiani ad un costo accessibile. La scelta va nella direzione di esaltare la massima qualità e le peculiarità di un taglio di carne fino ad oggi poco utilizzato nella ristorazione, abbinando nella stessa ricetta tecniche di cottura differenti. Grande attenzione alla selezione di ingredienti e filiere sono alla base di questa nuova realtà che apre in viale Bligny 18, esattamente a metà tra Darsena e Porta Romana, alle spalle dell’Università Bocconi.
Aperto dalle dodici a mezzanotte con cucina sempre aperta, Carne ha come protagonista un taglio povero, antico, pregiato per tradizione ma ora da rinobilitare, interpretato in modo contemporaneo e preparato con una tecnica di "alta" cucina, grazie anche ad una ricetta segreta che i ragazzi custodiscono gelosamente. Infatti, ne svelano solamente uno degli ingredienti, il fieno dei pascoli di montagna utilizzato nel processo di marinatura. Questo amore e questa ricerca per esaltare al massimo sapidità e caratteristiche organolettiche ha fatto sì che il piatto sia stato battezzato come "Love Loin".
Un paio di "Specials" giornalieri fuori menù lo affiancheranno, sempre a base di tagli di carne, come maiale o agnello, accomunati dal grande gusto e dall’essere sempre poco utilizzati abitualmente nelle cucine dei ristoranti. Come contorno, patate cotte nel grasso del bovino e verdure in base alla stagionalità.
L’apertura di CARNE riporta sotto i riflettori un taglio povero come il lombatello, ma solo quello di origine assolutamente controllata che ne certifica la provenienza: ossia il circuito piemontese creato dal consorzio La Granda che si occupa di trasformare un prodotto che è molto più di una carne d’eccellenza. La Granda, opera in modo da ridurre al minimo scarti e sprechi. Gli allevatori che ne fanno parte seguono un attento disciplinare nato dall’esigenza di rispettare l’equilibrio tra benessere ambientale, animale e sociale. Il benessere dell’animale è infatti garantito perché basato sugli allevamenti vacca-vitello, in cui i vitelli vengono allattati dalla madre per circa 4-6 mesi dopo la nascita, rispettando così i ritmi della natura.
La Granda non poteva non essere coinvolto in un progetto sostenibile e circolare come quello pensato dai ragazzi di CARNE. Anche per quanto riguarda l’offerta beverage vi è stato un attento lavoro di ricerca: la carta dei vini accoglie solo dieci etichette tra bianchi, rossi e bollicine, tutti Triple AAA, a cui si aggiungono anche birre artigianali. Per la carta drink invece è nata una collaborazione con un laboratorio artigianale di Roma "Drink|It", cinque cocktail a rotazione stagionale miscelati in pre-bach che verranno presentati e venduti in bottiglietta di vetro consumabile in loco o a casa.
L’essenzialità moderna del "less is more", caratterizza il progetto CARNE anche dal punto di vista del interior design. L’ambiente è concepito in stile industrial chic e si sviluppa intorno a due principali elementi: la cucina a vista ed un grande tavolo a ferro di cavallo per coniugare funzionalità e semplicità. Un sofisticato minimalismo, impreziosito dai decori di uno degli street artist italiani più influenti d’Europa Luca Barcellona, che ha studiato i pattern e le textures creati in esclusiva per le pareti di CARNE.

Carne il primo "One Thing Restaurant".

CARNE
Viale Bligny 18 - 20136 Milano
+39 328 8324028
Aperto tutti i giorni dalle 12 alle 24

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domenica 24 maggio 2020

Sono sette le nuove Comete disponibili dall’inizio di questo mese. La Tenuta Alois Lageder presenta gli ultimi esperimenti effettuati in vigneto e in cantina. L’esclusivo progetto nasce nel 2017 e ora si arricchisce di nuovi vini unici, disponibili solo in edizione limitata.

Come produttori di vino solo quando si continua ad interrogare sé stessi e l’ambiente in cui si lavora - senza l’obiettivo di trovare per forza risposte concrete - si crea spazio per nuove idee. "Le Comete hanno un qualcosa di eccitante e straordinario, risvegliano la curiosità, non seguono schemi e lasciano sempre qualcosa – di più o meno visibile – alle loro spalle" afferma Helena Lageder.
Solo se si ha il coraggio di provare nuove strade e di spingersi oltre i confini, si può sviluppare ed aumentare in modo sostenibile la qualità, tenendo conto delle circostanze che mutano in continuazione.
Quest'anno sul mercato saranno quindi presentate sette nuove Comete in edizione limitata: MÙS XIX, TIK XVIII, ZIE XVIII, BLA BLA BLA, PIPO3, LE TAN XVIII, LE LA XVIII. Con LE TAN XVIII e LE LA XVIII due vini rossi più leggeri conquistano un posto in questo speciale assortimento, sono un LAgrein LEggero e un TANnat LEggero.
Con le edizioni di quest'anno sono inclusi anche assemblaggi di tre diverse annate. Un aspetto che distingue i vini BLA BLA BLA o PIPO3 assolutamente dai loro predecessori. MÙS XIX, TIK XVIII e ZIE XVIII completano la linea. Dal 28 maggio on air anche la campagna di lancio sui principali social.
Le comete lampeggiano, lasciano una scia e svaniscono. Alcune durano anni, altri solo pochi secondi. Possono illuminare un percorso che ci guida in ciò che facciamo ogni giorno. "Alcuni di questi esperimenti svaniscono, altri diventano stelle e parte integrante del nostro assortimento" spiega Alois Clemens Lageder.
Ogni Cometa è unica, proprio come un'impronta digitale, e le etichette su ogni singola bottiglia sono state realizzate a mano e riportano proprio la coda di una cometa dipinta con un dito.

sabato 23 maggio 2020

In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, promossa dalla Nazioni Unite il 22 maggio per ricordare l’adozione della Convenzione sulla diversità biologica, il Consorzio Tutela Formaggio Asiago annuncia la prossima riapertura della stagione di monticazione estiva nelle malghe produttrici di Asiago DOP dell’Altopiano di Asiago e dei territori montani della Provincia di Trento. Nonostante la grave incertezza del momento, malghesi e caseifici di montagna scelgono di continuare a svolgere la loro importante funzione di custodia ambientale e di promuovere i valori culturali e storici che rendono così unico questo territorio.

Nell’Altopiano di Asiago e nelle zone montane della Provincia di Trento la produzione di Asiago DOP è un importante presidio degli aspetti ambientali e paesaggistici della montagna. Il lavoro di malghesi e casari, veri custodi del territorio, contribuisce a contrastare l’abbandono della montagna e la monticazione delle mucche tra boschi e pascoli d’alta quota, per i quattro mesi estivi, svolge un’importante funzione di conservazione della biodiversità. Proprio il mantenimento del delicato equilibrio naturale del territorio montano in quello che è riconosciuto il più importante sistema di malghe dell'intero arco alpino d’Europa rende così unico e importante il legame tra Asiago DOP e il suo territorio d’origine. Una rilevanza che fa di questa tipicità d’altissima qualità, che nasce da fattori naturali come l’ambiente geografico, il clima, la vegetazione uniti alle tecniche di produzione tramandate nel tempo, un vero volano economico capace di dare lavoro a migliaia di persone impiegate negli alpeggi e nel loro indotto di ristorazione e turismo montano, oggi duramente colpito.
"Difendere e preservare la biodiversità - afferma Fiorenzo Rigoni, Presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago - non è solo un obbligo verso le future generazioni ma un vero investimento sugli elementi che distinguono le produzioni d’eccellenza del Made in Italy come Asiago DOP. Per questo, la riapertura delle malghe è un messaggio di responsabilità e di continuità nel segno della qualità che, come Consorzio, vogliamo dare in un contesto molto difficile e insidioso".
Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago lavora per mantenere viva la produzione dell’alpeggio estivo e diffondere la sua conoscenza in Italia e all’estero. L’impegno nella tutela e valorizzazione del lavoro di malghe e caseifici di montagna ha portato al riconoscimento dell’Asiago Prodotto della Montagna, divenuta, nel 2006, la prima DOP italiana insignita dall’Unione Europea di questa menzione. Prodotto esclusivamente sopra i 600 metri d’altitudine secondo un rigido disciplinare nel quale le bovine vengono prevalentemente alimentate con erba fresca di pascolo, l’Asiago DOP Prodotto della Montagna, già riconosciuto, nella stagionatura Stravecchio, di oltre 18 mesi, Presidio Slow Food, ha visto, in quindici anni di tutela, la costante crescita del numero di soci produttori, oggi il 41% sul totale, ed è diventata occasione unica di promozione e valorizzazione del genius loci del territorio montano.

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venerdì 22 maggio 2020

Una recente ricerca della Tufts University ha mostrato che consumare 42,5 grammi di mandorle al giorno rispetto al non mangiarne può aiutare a ridurre i costi sanitari associati alle malattie cardiovascolari nella popolazione statunitense. Lo studio è stato finanziato da Almond Board of California.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie cardiovascolari (MCV) sono la prima causa di morte a livello mondiale, inclusi gli Stati Uniti, con circa 18 milioni di morti ogni anno. Il trattamento delle malattie cardiovascolari è oneroso e determina quindi un grosso impatto economico sui sistemi sanitari. Ad esempio, le MCV hanno comportato per il sistema sanitario italiano un costo pari a 21 miliardi di euro nel 2018 tra costi diretti e indiretti. Di questi, 16 miliardi di euro (54%) provenivano dai costi diretti dell'assistenza sanitaria.
Questa nuova ricerca si unisce ad altri studi che hanno dimostrato che il consumo regolare di mandorle può contribuire a ridurre i livelli di colesterolo LDL (lipoproteina a bassa densità), il cosiddetto colesterolo "cattivo", un fattore di rischio riconosciuto per le MCV.
L'obiettivo di questo studio è stato quello di stimare il costo-efficacia del consumo di mandorle nella prevenzione di malattie coronariche attraverso i cambiamenti nei livelli di colesterolo LDL nella popolazione degli Stati Uniti, analizzando sia casi a breve termine sia la prevenzione del rischio cardiovascolare a 10 anni. I ricercatori hanno sviluppato un modello per valutare la relazione tra il consumo di 42,5 g di mandorle al giorno rispetto alla mancata assunzione. I parametri delle MCV includevano le probabilità di aumentare i livelli di LDL, sviluppare un infarto acuto del miocardio (MI, o attacco di cuore), interventi chirurgici correlati al MI, la morte a causa di malattia, interventi chirurgici, nonché il costo della malattia e delle procedure nella popolazione degli Stati Uniti nel 2012. Il costo delle mandorle utilizzate in questa ricerca è basato sul prezzo nel mercato americano nel 2012.
Il modello "base-case" utilizzato in questa ricerca è stato uno studio condotto su 150 adulti americani con rischio acuto di diabete di tipo 2, che ha evidenziato che mangiare 42,5 g di mandorle al giorno comporterebbe un risparmio annuo di 363 dollari rispetto al non consumarle. Nei consumatori di mandorle è stata osservata una riduzione del fattore di rischio cardiovascolare tra cui colesterolo LDL, colesterolo totale, peso corporeo e Apolipoproteina B (noto anche come Apo-B, la principale proteina presente nel colesterolo LDL nocivo). Il miglioramento di questi parametri ha determinato una riduzione del costo medio di assistenza sanitaria per il trattamento delle MCV.
Inoltre, ampliando l’orizzonte temporale a 10 anni, i risultati prodotti sono stati simili. I ricercatori hanno concluso che il consumo di 42,5 g di mandorle al giorno sembra essere una strategia utile in termini di costo-efficacia per contribuire a prevenire le MCV nel breve termine e potenzialmente, fino a 10 anni.

Lo studio in breve:

Lo studio: Un modello decisionale è stato sviluppato per il consumo di 42,5 g di mandorle al giorno vs nessun consumo di mandorle e malattie cardiovascolari (MCV) nella popolazione statunitense. I parametri per il modello sono stati derivati dalla letteratura, che comprendeva le probabilità di aumento del colesterolo LDL, lo sviluppo di infarto miocardico acuto e ictus, il trattamento di infarto del miocardio, la morte per malattia e intervento chirurgico, così come i costi della malattia e le procedure nella popolazione degli Stati Uniti, e gli anni in cui era stata modificata la qualità di vita. Sono state condotte analisi di sensibilità per diversi livelli di disponibilità a pagare, l'analisi di sensibilità probalistica, la prevenzione del rischio decennale, i diversi costi delle procedure e i prezzi delle mandorle, e pazienti con e senza malattie cardiovascolari. Lo studio mirava ad esaminare il rapporto costo-efficacia del consumo di mandorle nella prevenzione delle MCV primarie.
Risultati: I consumatori di mandorle dovevano sostenere un costo inferiore di 363 dollari e un guadagno di 0,02 anni di vita ponderati per qualità in più rispetto ai non consumatori nel modello base utilizzato. Il beneficio monetario netto annuo del consumo di mandorle era di 1421 dollari più alto per persona rispetto alla assenza di consumo di mandorle, con la soglia della disponibilità a pagare per la spesa sanitaria annuale fissata a 50.000 dollari. Mangiare mandorle era più conveniente che non mangiarne nella prevenzione delle MCV in tutte le analisi di sensibilità.
Limiti dello studio: questo studio presenta diverse limitazioni, tra cui il principale vincolo della mancanza di dati disponibili. Il colesterolo LDL è stato usato come mediatore del rischio delle MCV, anche se il rapporto di colesterolo totale/HDL avrebbe rappresentato una migliore indicazione. Tuttavia, i ricercatori sono stati in grado di ottenere i dati della risposta LDL-C dagli autori dello studio. Inoltre, poiché negli Stati Uniti vi è un'ampia gamma di opzioni di assicurazione sanitaria, i ricercatori non sono stati in grado di riassumere i premi medi, le detrazioni e le spese proprie per i trattamenti delle MCV, ed è stato utilizzato invece il costo medio per ogni trattamento. Pertanto, i risultati e le conclusioni possono applicarsi solo ai non assicurati. Altri limiti dello studio includono il fatto che esso era incentrato su una popolazione statunitense con un rischio acuto di diabete di tipo 2 che utilizza i costi dei trattamenti medici e le probabilità di sviluppare malattie da studi condotti negli Stati Uniti. Pertanto, il risultato potrebbe non essere generalizzato ad altri Paesi. Infine, l'interpretazione dei risultati richiede cautela. Gli input di dati sono stati vincolati dalla progettazione dello studio della letteratura, in particolare le probabilità, poiché i risultati sono stati basati su input dalla letteratura pubblicata invece di dati primari da una corte di intervento. Potrebbero essere necessario prendere in considerazione una mole maggiore di dati per stimare i costi delle mandorle e delle procedure nel tempo.
Conclusioni: Consumare 42.5 grammi di mandorle al giorno sembra rappresentare un approccio conveniente e utile nella prevenzione delle malattie cardiovascolari a breve termine e potenzialmente anche quelle a lungo termine.

giovedì 21 maggio 2020

Un bicchiere di vino è salvifico per la salute, può servire anche a controllare i problemi di obesità, frenando l'accumulo di grassi nel fegato e nell'organismo, trattenendo la glicemia bassa presente nel sangue, aiutando anche coloro che hanno un alto livello di colesterolo. Ma, secondo numerosi studi psicologici, è anche una fenomenale alimentatore di positività e di ottimismo, importantissimi in una fase così delicata. Non è un caso che secondo la ricerca realizzata dall’associazione ‘Donne e qualità della vita‘, guidata dalla dottoressa Serenella Salomoni in collaborazione con il movimento ‘Io sto con il made in Italy’ presieduto da Klaus Davi, al di là delle ipotesi scientifiche sulle sue qualità prettamente ‘curative’ tutte da dimostrare, resta il fatto che il vino abbia una fondamentale funzione terapeutica a livello psicologico. In questi due mesi di lockdown forzato gli italiani, pur gravati dalle difficili condizioni economiche, hanno comunque continuato a bere e acquistare vino, nonostante tutto.

Secondo gli esperti che hanno condotto lo studio, realizzato su 625 italiani, uomini e donne tra i 25 e 65 anni, il vino continua a essere un toccasana importantissimo per il fisico e per la mente: in primis, per il 65% del campione, favorisce l'aggregazione o, in questo particolare periodo, le relazioni interpersonali, con degustazioni virtuali per esempio; per un buon 55% agevola e incoraggia il dialogo, molto importante in un momento così delicato dove molti potrebbero chiudersi in sè stessi; stempera le angosce (42%); incentiva il buonumore e la rilassatezza (39%); smussa, al contrario, l'aggressività (33%).
Non solo. Stando alla ricerca il consumo di un bicchier di vino in queste fasi di isolamento serve anche ad alimentare la creatività (58%), stimola la concentrazione (48%), contrasta le crisi depressive (45%), trasmette una visione più positiva del futuro (38%) ed è di ottima compagnia per le chiacchierate virtuali con gli amici online (29%).
Ogni vino, grazie anche alle sue componenti, ha le sue peculiarità ma durante la quarantena la preferenza è andata ovviamente ai prodotti tricolore, apprezzati in tutto il mondo. E, nonostante le difficoltà, la popolazione non ha voluto rinunciare ai vini top, magari riscoprendo bottiglie che erano in cantina o sullo scaffale da qualche anno oppure scegliendo i cosiddetti "secondi vini" di blasonati brand, meno "expensive" ma comunque sempre di grande qualità. Così un grande fine wine come Ornellaia, la celebre tenuta toscana di Bolgheri premiata anche dalla Bibbia enoica 'Wine Spectator', si è distinto per il suo carattere solare che ha trasmesso fiducia e benessere al tanti appassionati vinicoli. Chi invece ha voluto dare un tocco di frizzantezza alla quarantena si è buttato su un Ferrari Riserva Lunelli Brut, re degli spumanti italiani. Chi aveva bisogno di fiducia ha preferito affidarsi a un Brunello di Montalcino di Biondi Santi, sinonimo di qualità certa, vino che non tradisce mai le attese. Molti hanno dovuto anche avere coraggio in questi mesi e un vino che ha rappresentato questo stato d'animo è stato sicuramente il friulano Ribolla Gialla Anfora di Josko Gravner, coraggioso e innovativo al tempo stesso. In tanta amarezza c'era bisogno pure di dolcezza: in questo senso il passito Ben Ryé di Donnafugata è stato il più gettonato. Un bianco come il Soave Classico "La Rocca" di Pieropan ha invece aiutato gli italiani a trovare momenti impagabili di relax grazie alla sua freschezza e leggerezza quasi estiva. Altro prodotto prestigioso è il Montefalco Rosso Doc di Arnaldo Caprai che interpreta al meglio il carattere della forza, sia della sua terra d'origine, l'Umbria, sia del popolo italiano in questa cattività. Non poteva mancare il Prosecco, sinonimo di allegria e spensieratezza, così importanti in questo momento: il Prosecco Superiore di Cartizze Brut DOCG "La Rivetta" di Villa Sandi è il preferito. Spazio poi al Barolo, lo "Sperss" di Gaja, dal carattere testardo e di razza, che ha ricordato agli italiani che anche un carattere tosto può aiutare nelle difficoltà. Si chiude in bellezza con il Chianti Classico Gran Selezione DOCG Castello di Brolio di Barone Ricasoli, cioè la casa che diede vita alla formula di questo grande vino, che sa di magia, quella magia che il nostro popolo è riuscito comunque a far sopravvivere nonostante le avversità.

mercoledì 20 maggio 2020

L’azienda vitivinicola Hic et Nunc si trova a Vignale Monferrato, nel cuore del Basso Monferrato, luogo d’elezione di barbera e grignolino, vitigni icona di queste colline. Un luogo dove la storia della vite e quella dell’uomo sono sempre state solite incontrarsi e procedere assieme.

Da uno di questi incontri, nel 2012, nasce il progetto imprenditoriale della famiglia Rosolen, che acquista 100 ettari in località Mongetto per realizzare, attraverso la riorganizzazione e il risanamento di un patrimonio viticolo che ad oggi raggiunge i 20 ettari, una cantina all’avanguardia volta a dare nuova voce ai vitigni autoctoni del Monferrato, barbera, grignolino, freisa, dolcetto, cortese e nebbiolo.
Questa visione si completa con il Wine Resort Ca' dell’ebbro una struttura immersa tra i vigneti dell’azienda che esprime una parte fondamentale della filosofia di Hic et Nunc: il gusto del presente, il valore dell’esperienza e di abitare i luoghi.
"Hic et Nunc, dal latino «Qui e Ora». Perché è «qui», a Vignale Monferrato, che abbiamo voluto iniziare a coltivare la vigna, non altrove. E lo abbiamo voluto fare «ora», mettendo da subito a frutto questa terra straordinaria" (Massimo Rosolen).

La release di un nuovo vino: Monumento Barbera del Monferrato Superiore DOCG 2017

Vignale Monferrato, Aprile 2020 - Un’affascinante espressione dei valori di Hic et Nunc è data dal Barbera del Monferrato Superiore Docg MONumento 2017, il cui lancio sul mercato è previsto per la fine del mese di aprile 2020.
Uve barbera vinificate in purezza provenienti da due vigneti specifici, Vasio e Bossola. Entrambi situati in località Mongetto, rappresentano due delle vigne storiche di quest’area, interamente dedicati a barbera, dove, insieme alle viti di più recente reimpianto si trovano ceppi che sfiorano i 100 anni d’età. Complici di questa longevità sono le caratteristiche pedoclimatiche che contraddistinguono questo territorio. Vignale è infatti al centro della fascia temperata, equidistante dal mare e dalla catena alpina, che lo protegge dalle perturbazioni di nord-est. La scarsa piovosità spinge le vigne a cercare nutrimento in profondità e la buona escursione termica tra il giorno e la notte, specie in tempo di vendemmia, garantisce vini dai profumi intesi ed eleganti. Un ruolo importante nella caratterizzazione del Barbera Superiore del Monferrato MONumento è giocato anche dai suoli di origine marina, che presentano una matrice argilloso-calcarea, e dal connubio tra le peculiarità delle vigne di Vasio e Bossola. La prima si distingue per essere la vigna più “vecchia” della proprietà. Esposta a pieno sud, si estende per circa 1 ettaro su terreni argillosi di medio impasto con vene marnose. Qui il Barbera acquisisce un’opulenza fatta di profumi intensi ed eterei, struttura morbidezza e longevità. Bossola invece si differenza per la sua terra rossa e una componente argilloso calcarea che dona al vino mineralità, eleganza, piacevolezza e persistenza.
Queste le origini del Barbera Superiore del Monferrato MONumento 2017, figlio di un’annata tra le più calde e siccitose degli ultimi anni. Il suo particolare andamento climatico da una parte ha portato basse rese e uve con profili organolettici intensi e complessi, dall’altra ha richiesto cura e tempestività nelle operazioni in vigneto e una vendemmia anticipata. In cantina si è perseguito uno stile tradizionale, con una lunga macerazione sulle bucce, durata circa un mese, e un affinamento di un anno in acciaio e di quindici mesi in tonneaux di primo passaggio.
Si è così ottenuta una produzione limitata di 7.000 bottiglie della prima annata di Barbera Superiore del Monferrato Docg MONumento.
"Il nome MONumento - spiega Massimo Rosolen, proprietario di Hic et Nunc - richiama sia la visione aziendale di creare un Barbera 'monumentale' per struttura e longevità, sia, con le prime tre lettere in carattere maiuscolo, il Monferrato, il territorio da cui questa nuova etichetta prende i natali".
Un vino che nasce per dare voce alla capacità della barbera di evolvere e nobilitarsi col tempo.
Al bicchiere si presenta di un intenso colore rosso rubino. Al naso i sentori di frutta rossa e spezie aprono a profumi eterei componendo un bouquet intenso e complesso. Al palato tornano le note fruttate e speziate. Strutturato e caldo presenta tannini setosi e una lunga persistenza. Perfetto per accompagnare i primi piatti della tradizione piemontese, secondi di carne e formaggi stagionati.

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martedì 19 maggio 2020

Non esistono limiti alla creatività, specie in cucina. Così, neanche la Fase 2 del post Covid-19 blocca l’intraprendenza di Taste, il ristorante didattico nel cuore di Bergamo (via Tasso 49) dell’istituto scolastico iSchool. Un luogo che da 8 anni è espressione di un nuovo tipo di didattica, più esperienziale e coinvolgente, nonché un punto di riferimento per la ristorazione firmata dalle nuove generazioni. Uno spazio che, a seguito delle misure adottate per contrastare la pandemia globale, è stato chiamato a ridefinirsi e a puntare, ancora una volta, sull’innovazione lanciando due nuove modalità di fruizione: il Delivery "Fuori di Taste" e il modello Lunch e Take Away.

Con il lockdown e l’interruzione delle lezioni in presenza, infatti, i ragazzi dell’Istituto Alberghiero di iSchool, da sempre mente e cuore di Taste, hanno dovuto ripensare il loro apprendimento. Per farlo, hanno messo in campo tanta originalità e determinazione, impegnandosi, con i loro docenti, a trasformare le lezioni di laboratorio in esercitazioni "a distanza" in formato virtuale. Ogni mattina, collegandosi alla piattaforma di e-learning della scuola, incontrano i loro professori e insieme elaborano nuove ricette, cimentandosi anche nelle presentazioni. Una capacità, quella comunicativa, sempre più apprezzata nel mondo della ristorazione, come dimostrano anche i tantissimi cooking show trasmessi in Tv e sui social.
"Con l’arrivo della pandemia ci siamo chiesti come avremmo potuto trasformare un’attività concreta e 'reale', come il cucinare, in qualcosa digitale, con il rischio che un insegnamento di questo tipo diventasse meno tangibile e, di conseguenza, meno efficace. La risposta l’abbiamo trovata nel modo in cui iSchool interpreta da sempre la sua missione educativa: ovvero con l’innovazione. La didattica a distanza è diventata così un nuovo stimolo per creare, non una limitazione, e la riapertura di Taste, anche senza la presenza dei ragazzi, ne è la dimostrazione. Riaprire Taste nella Fase 2 significa, infatti, non solo mantenere i contatti con la nostra clientela affezionata, ma soprattutto credere nella ripartenza e nelle nuove opportunità che i nostri studenti potranno cogliere quanto tutto tornerà alla 'normalità'" dichiara Marco Cavadini, responsabile di Taste e docente dell’Istituto Alberghiero iSchool.
Anche se a distanza, infatti, gli studenti sono sempre impegnati nelle videolezioni e collaborano nella fase ideativa dei menu e delle ricette. Si adoperano, inoltre, nell’analisi dei profili social del ristorante didattico e ragionano sulla trasformazione che il settore dovrà subire a seguito della pandemia. E nel frattempo, in attesa di poter rientrare nella cucina di Taste, vedono il loro ristorante didattico riaprire i battenti con due nuove modalità esperienziali tutte da scoprire.
"Fuori di Taste" porta il ristorante direttamente a casa del cliente, in tutta la provincia di Bergamo, regalando un’esperienza formativa non solo a chi ha ideato la ricetta, ma anche a chi la riceve. Il ristorante, infatti, non fornirà dei piatti pronti, ma volendone preservare al massimo la qualità, chiederà ai clienti di ultimarli a casa. Ordinare da Taste in questa formula significherà, quindi, partecipare a un gioco culinario a più mani, in cui i clienti potranno chiedere consiglio sulle preparazioni dei piatti e cimentarsi in prima persona ai fornelli. Ogni box con i piatti sarà infatti integrata da istruzioni cartacee e dalle indicazioni per collegarsi alle video lezioni digitali.
La modalità "Lunch e Take Away", invece, si rivolge alla clientela più tradizionale, ovvero a tutti coloro che senza le restrizioni previste per arginare la diffusione di Covid-19, avrebbero consumato il pranzo direttamente al ristorante e che ora, invece, scelgono la formula del "prendi e porta a casa". In questo caso, i piatti sono di pronto consumo, non richiedono nessun’altra preparazione e, su richiesta, possono essere consegnati a Bergamo città e nei comuni limitrofi.
Le ordinazioni si prendono direttamente online, attraverso il nuovo e-shop https://taste-ristorante-didattico.myshopify.com/ o, in alternativa, via telefono e whatsapp al numero 3397784180, ma anche su Instagram @taste_ischool e su Facebook https://www.facebook.com/TasteBergamo/.
Orari: da lunedì a venerdì, dalle 12 alle 15.

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lunedì 18 maggio 2020

Qualche settimana fa, inoltre, nell’ambito del Los Angeles International EVOO Competition, Farchioni ha vinto anche un argento per l’olio "Collezione di Famiglia" (categoria "Oli dell’Emisfero Nord") e un bronzo per l’etichetta "Selezione Oli del Mediterraneo" (categoria "Art/Illustration", nella sezione dedicata al packaging).

La New York International Olive Oil Competition, inaugurata nel 2013, è diventata in pochissimo tempo il più grande e prestigioso concorso mondiale di olio d'oliva. L'elenco annuale dei vincitori è considerato una sorta di ‘bibbia’ dei migliori oli extra vergini di oliva dell'anno. Nell’edizione di quest’anno, che ha visto la partecipazione di circa 900 aziende provenienti da 26 paesi del mondo, i giudici hanno valutato circa 1000 campioni di olio extravergine di oliva. I risultati del concorso sono seguiti da produttori, importatori, chef, distributori, professionisti della ristorazione e giornalisti di tutto il mondo.
La Los Angeles International Extravergin Olive Oil Competition, giunta ormai alla 21^ edizione e ispirata ad alti standard di integrità e professionalità, è uno dei concorsi più prestigiosi negli Stati Uniti e il quinto in tutto il mondo. Anche qui centinaia le aziende provenienti dai paesi più importanti per la produzione dell’oro verde: Argentina, Australia, Cile, Grecia, Italia, Spagna, Stati Uniti d’America, Giappone, Portogallo, Tunisia, Turchia.
"I concorsi di New York e di Los Angeles – spiega Marco Farchioni, manager dell’azienda – si affidano a un elenco di giudici supercompetenti nell’assaggio dei migliori oli extra vergini di oliva. Queste competizioni sono il top del panorama agroalimentare degli Stati Uniti d’America ma, avendo allargato la competizione oltreconfine agli oli provenienti dagli emisferi nord e sud del globo, rappresentano oggi un punto di riferimento indispensabile su dimensione globale. Proprio per questi motivi, siamo molto orgogliosi dei risultati raggiunti. Insieme con gli altri colleghi produttori, abbiamo contribuito a tenere alto il nome dell’olio italiano nel mondo".
Intorno ai concorsi americani è attivo un importante circuito di esperti e docenti impegnati a educare i consumatori alla conoscenza del vino e dell'olio extra vergine di oliva, grazie a un’ampia selezione, alle attività di degustazione e alla proposta di abbinamenti gastronomici: una grande occasione di promozione per l’olio italiano.

Ecco i profili degli oli Farchioni premiati

Selezione oli del Mediterraneo

Si tratta di una ‘edizione speciale’ realizzata da una selezione personale delle migliori varietà di olive dell’azienda. Un olio fine e genuino, fragrante di olive fresche, dal gusto delicato, prodotto con olive coltivate nelle migliori zone di produzione in Italia e all'estero, estremamente digeribile. Fruttato medio, richiama note di noce, eucalipto, tè verde, peperoncino rosso e carciofo.

Collezione di famiglia

È una selezione dei migliori oli extra vergine di oliva dell’azienda. Le olive vengono raccolte a mano e portate in cassette al frantoio, dove vengono rapidamente trasformate per mantenere le loro caratteristiche e proprietà organolettiche. Monovarietale a base di Coratina, fruttato intenso, presenta aromi di erbe aromatiche, mandorla, noce e carciofo

DOP Umbria Colli Martani

Le olive sono coltivate nei terreni asciutti e pietrosi dell'Umbria e vengono molite entro 24 ore dalla raccolta per mantenere la freschezza e preservare tutti gli aromi. Il colore va dal verde intenso al giallo. Profuma di frutta fresca, fiori, cicoria, mandorla amara e foglia di ulivo. Ha un sapore ricco, con note amare e fruttate. Fruttato medio, è un blend di Frantoio, Leccino, Moraiolo, San Felice.

domenica 17 maggio 2020

Debutta, dopo un affinamento di 7 anni e con una produzione di sole 3000 bottiglie, la prima Riserva di Barolo della Giacosa Fratelli, azienda vitivinicola di Neive con oltre 100 anni di storia.

Il Barolo Scarrone Vigna Mandorlo Riserva 2012 nasce da una selezione dell’omonimo vigneto situato all’interno della sottozona Scarrone del comune di Castiglione Falletto. Qui la famiglia Giacosa possiede un appezzamento di 3 ettari che si sviluppa ai piedi del castello, con esposizione a pieno sud, in tre "turne" contigue. Le uve destinate alla produzione della Riserva sono quelle che crescono, per circa 1 ettaro, nella parte più alta della collina con un’altitudine di 380 m slm. La cura di questo prezioso vigneto, dove risiedono viti di oltre 40 anni, si fonda su un regime sostenibile, che prevede un inerbimento permanente e una gestione del verde e della vendemmia a mano.
I terreni sono di natura argilloso-calcarea e ricchi in microelementi; geologicamente di origine marina e risalenti al Miocene inferiore (Oligocene), con marne grigio-azzurre di epoca elveziana, alternate con strati di arenaria che permette alle viti di sviluppare radici profonde, utili a prevenire lo stress idrico nelle annate siccitose. Caratteristiche che rendono la Vigna Mandorlo particolarmente adatta a produrre grandi Barolo, da qui la decisione della famiglia di realizzare una Riserva che fosse simbolo di longevità, possenza e piacevolezza.
"Il Barolo Scarrone Vigna Mandorlo è un vino che negli anni ci ha sempre regalato grandi soddisfazioni, affascinandoci per la sua capacità di essere potente, austero, complesso ed al tempo stesso piacevole, morbido e sorprendentemente sapido – dichiara Maurizio Giacosa, titolare della cantina insieme al cugino Paolo -. Il modo in cui lo abbiamo visto evolvere nel tempo ci ha convinto a condividere e celebrare questo suo potenziale di invecchiamento con un’etichetta dedicata in tiratura limitata".
"Questa Riserva è nata in un’annata particolarmente felice per la varietà nebbiolo – prosegue l’enologo Giuseppe Zatti, che dal 2004 collabora con Giacosa Fratelli -.Calda ma con l’alternarsi di precipitazioni che hanno permesso di non anticipare la vendemmia, portando le uve a una perfetta maturazione all’inizio di ottobre. Il nebbiolo ha così beneficiato delle escursioni termiche notturne, preziose per lo sviluppo delle sue caratteristiche varietali".
Il lancio sul mercato del Barolo Scarrone Vigna Mandorlo Riserva 2012 è previsto per il mese di maggio e lo vedrà debuttare con una nuova veste grafica.
"Vista l’importanza di questo vino per la nostra azienda – dichiarano Alessandro e Mauro figli di Maurizio e Chiara Giacosa –, abbiamo deciso di ideare un’etichetta dedicata e diversa dalle altre che simboleggiasse il concetto di evoluzione nel tempo. Abbiamo ripreso l’etichetta realizzata da nostro nonno negli anni 50, in cui lo stemma della nostra famiglia si accompagnava al logo della città di Neive, dove ancora oggi sorge la nostra sede aziendale, rendendolo più attuale. Un modo per celebrare le nostre radici e quella tradizione famigliare che continuano ad essere fonte d’ispirazione per la nostra generazione e per i nostri progetti".
Fratelli Giacosa è un'azienda vitivinicola familiare con oltre 100 anni di storia con sede a Neive, uno dei comuni d'elezione per la produzione di Barbaresco. Oggi l'azienda guidata dalla terza generazione, rappresentata da Maurizio e Paolo, conta un patrimonio viticolo di proprietà che si estende per 50 ettari tra Monforte d'Alba (località Bussia), Castiglione Falletto (in località Scarrone), Neive (Basarin e Cascina Bordini), Trezzo Tinella e Madonna di Como. Da questi appezzamenti, gestiti con un impronta sostenibile, seguendo procedure cicliche basate su risorse rinnovabili e prediligendo fattori di produzione interni all’azienda, Giacosa Fratelli realizza una gamma di vini che contemplano oltre alle grandi DOCG di Langa, Barolo e Barbaresco, ben 11 etichette dedicate ai vitigni autoctoni piemontesi dolcetto, barbera, nebbiolo, grignolino, cortese e arneis per una produzione totale di 600.000 bottiglie.

sabato 16 maggio 2020

Più tempo per sé e per la propria famiglia grazie alla rapidità di cottura della nuova gamma di risi Rapid a marchio Despar. Basmati, Integrale e Gran Nero, le tre varianti disponibili, sono il risultato della costante ricerca di Despar per proporre prodotti che, senza rinunciare alla qualità, rispondano alle nuove esigenze dei consumatori.

Secondo i dati Nielsen, infatti, nel 2019 il food to go è cresciuto del 9% e i primi e secondi piatti pronti del 3,8%. Per rispondere ai nuovi trend, Despar lancia la linea Risi Rapid che si affianca al recente annuncio dello sviluppo della linea Enjoy dedicata a referenze pronte al consumo.
Da cuocere in padella o microonde, in soli due minuti, i risi Rapid di Despar possono essere facilmente abbinati a legumi, carni e pesce per la preparazione di veloci e gustosi piatti.
Con i caratteristici chicchi sottili ed allungati, Basmati Rapid si contraddistingue per la sua elevata digeribilità. È ideale sia per preparazioni calde che fredde e particolarmente apprezzato per il suo intenso profumo. I chicchi, che tendono a restare separati dopo la cottura, si prestano perfettamente per piatti di origine orientale, o in abbinamento a pollo e gamberi.
Adatto a sformati e insalate fantasiose, il riso Integrale Rapid si distingue per tenere benissimo la cottura. Da gustare anche con un semplice filo d’olio extravergine, si esalta con verdure e legumi. Grazie alla crusca favorisce il rallentamento dell'assorbimento dei carboidrati.
Con chicchi di colore scuro, l’integrale Gran Nero Rapid completa la nuova linea fornendo un elevato apporto di fibre. All’olfatto regala un aroma intenso e risulta particolarmente indicato per la preparazione di minestre o in piatti a base di crostacei e verdure.
Tutti e tre i prodotti sono naturalmente senza glutine e si presentano in un pack da 250 grammi ideale per la preparazione di due porzioni.
I risi Rapid della linea Despar sono disponibili con verdure e legumi. Grazie alla crusca favorisce il rallentamento dell'assorbimento dei carboidrati.
Despar Italia è il consorzio che riunisce sotto il marchio Despar 7 aziende della distribuzione alimentare e negozianti affiliati. Despar è presente sul territorio nazionale in 16 regioni italiane con 1.393 punti vendita a insegna Despar, Eurospar e Interspar. Il fatturato 2019 di 3,615 miliardi di euro colloca Despar tra le prime dieci insegne della GDO italiana. Il cuore dell’attività di Despar è la presenza di un gran numero di negozi di vicinato, affiancati da ipermercati e nuovi format che
offrono nuove soluzioni alle esigenze dei consumatori. Le sette aziende associate a Despar Italia sono Aspiag Service, Ergon, Fiorino, Maiora, L’Alco, SCS e Centro 3 A. Despar Italia è parte di SPAR International presente in 48 paesi nel mondo.

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venerdì 15 maggio 2020

ROMA. È assodato che i locali di ristorazione in Italia stiano vivendo un momento molto difficile e delicato. Tanti i ristoratori che stanno vivendo sulla propria pelle la mancanza di clienti e liquidità, che si stanno scervellando su come riuscire a sopravvivere e superare questo terribile momento.

In questo scenario ha squarciato il velo un articolo pubblicato sul Gambero Rosso, che riporta i consigli su come affrontare  l'emergenza in corso, di Marco Lungo, consulente specializzato in crisi della ristorazione, che ha appena dato alle stampe il libro "Salva Il Tuo Locale!".
I suggerimenti di Marco Lungo sono frutto della sua decennale esperienza come manager, ristoratore e consulente specializzato, quindi condensando praticità e saggezza non comuni da leggere.
Queste le azioni che devono mettere in campo i ristoratori secondo l'esperto:

1) Non farsi dimenticare
I clienti sono il patrimonio vero che si rischia di perdere ma ci si deve ricordare anche dei fornitori, considerando che anche i distributori avranno avuto perdite ingenti. Farsi ricordare da loro potrebbe essere fondamentale al momento della ripartenza.

2) Costruire
È il momento di pensare a cambiare, a sfruttare questo momento per ripensarsi e correggersi. Un periodo così lungo per ragionare e ripensarci è impossibile da trovare quando si è al lavoro, ed è forse l’investimento migliore ed una maniera intelligente di sfruttare questo dramma.

3) Conservare liquidità
Ugualmente a qualsiasi costo, conservare liquidità è tra le cose più importanti da fare. Alla ripartenza saranno sicuramente privilegiati i ristoratori che potranno pagare le forniture subito, in contanti.

4) Pensare ai dipendenti
I dipendenti non vanno dimenticati tanto quanto i clienti. Si deve cercare di stare vicino ai propri dipendenti sentendoli abitualmente e condividendo i loro problemi, umanamente. Questo contatto sarà una cosa importante per fare “squadra” quando toccherà affrontare le importanti difficoltà della ripresa.

5) Prenotare le provviste dai distributori adesso, prima di ripartire
Alla ripresa ci si deve pensare subito, sin da adesso. Per questo è consigliabile prenotare fin da ora le provviste necessarie per ripartire, cercando di farsi garantire la consegna dai distributori.

6) Pensare ai cambiamenti, e alla strategia migliore
Cambiare il menù, fare qualcosa di più economico, affiancare un'offerta diversa con un menù ridotto e meno costoso. Sicuramente sono queste le idee che passano per la testa della maggioranza dei titolari ma non sono la scelta migliore da fare. Meglio aggiungere degli elementi di costo temporanei che, alla fine dell'emergenza, sarà più facile eliminare, senza essersi snaturati.

7) Comunicare la riapertura
Comunicare rimane sempre la chiave della gestione corretta di qualsiasi crisi. Comunicare la propria riapertura è quindi fondamentale. La Comunicazione va preparata in anticipo, e programmare fin da ora questa fase significa non farsi trovare impreparati, ed essere ricordati dai clienti prima della concorrenza.

giovedì 14 maggio 2020

Pircher, storica azienda altoatesina nata nel 1884 e da cinquant’anni produttrice di pregiati distillati e liquori alla frutta, presenta il Liquore di Mirtilli.

Un liquore dal gusto più morbido - merito del minore contenuto di alcol - realizzato modernizzando le ricette tradizionali e utilizzando succhi di frutta di altissima qualità provenienti dall’Alto Adige.
Prodotto senza aromi e additivi chimici, il Liquore di Mirtilli di Pircher presenta un gusto delicato ed è perfetto per ogni occasione: da sorseggiare puro a fine pasto o come ingrediente per i cocktail.
L’azienda Pircher ha saputo modernizzare le antiche ricette tradizionali ottenendo così liquori dai gusti dalle note più morbide e moderne, utilizzando sempre tecnologie innovative e all’avanguardia.
Acquistabile sul sito internet dell’azienda (www.pircher.it) o presso lo Store Pircher situato a Lana (BZ).

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mercoledì 13 maggio 2020

Mai come in questo periodo, nelle case degli italiani si riscopre il gusto di stare insieme e, perché no, di cucinare insieme oltre che di sedersi allo stesso tavolo a gustare con calma una buona cena in famiglia.
Proprio in virtù di questi cambiamenti, vediamo un incredibile aumento degli acquisti di prodotti come gli elettrodomestici destinati alle nostre cucine.

Certo, è vero che in generale l’utilizzo degli e-commerce ha avuto un’impennata prevedibile negli ultimi due mesi, ma il settore degli elettrodomestici è sicuramente uno di quelli che ha beneficiato maggiormente delle restrizioni imposte a causa della pandemia.
Tra tutti, spicca un elettrodomestico altamente tecnologico ma altrettanto storico, e capace di riproporre in casa nostra antichi sapori di una tradizione dei nostri nonni, tradizione che vedeva la produzione del pane in casa propria.
Parliamo della macchina del pane, un elettrodomestico incredibilmente versatile, oltre che di semplice utilizzo, in grado di sfornare pane caldo di ogni tipo e per qualsiasi esigenza. Dal pane per persone che soffrono di celiachia, al pane integrale, passando da farine particolari o esotiche fino alla produzione di pane di altri tempi.

Non solo pane

Non solo pane però, la macchina del pane moderna è capace di servirci anche dolci fatti in casa, permettendo di sbizzarrirci nelle fantasie da chef, e soddisfacendo ogni tipo di palato.
Oltre ad essere particolarmente facile da usare è un elettrodomestico di semplice pulitura e manutenzione, i pezzi interni, quelli a contatto con il cibo, sono tutto estraibili ed è possibile lavarli in lavastoviglie.
Proprio per le caratteristiche sopra citate, la macchina del pane è divenuta uno dei best seller del momento tra gli elettrodomestici, e non risulta difficile immaginarlo.

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martedì 12 maggio 2020

Il lockdown in Italia sta mettendo in difficoltà il comparto enologico, un settore che coinvolge circa 2 mila imprese, per un fatturato complessivo di oltre 11 miliardi di euro l’anno (dati Industry Book 2019 di UniCredit). Con ristoranti e locali chiusi, eventi di ogni genere annullati (dai matrimoni ai festival, fino alle degustazioni), e gli alberghi completamente vuoti, la richiesta di vino è crollata vertiginosamente, spingendo i produttori a puntare sulla grande distribuzione e a valutare le vendite online.

A soffrire di più in questa situazione sono le piccole cantine, che non fanno parte dei circuiti dei grandi supermercati, e per questo sono tra coloro che maggiormente stanno cercando di investire sull’e-commerce. A confermare il trend è Wineowine, portale di vendita online di grandi vini di piccole cantine, che negli ultimi mesi ha registrato un aumento di richieste di inserimento di oltre il 300%, passando da circa 50 richieste al mese a riceverne oltre 150 ad aprile 2020. Notevole anche l’incremento del numero di bottiglie vendute, che nel primo quadrimestre di quest’anno è cresciuto del 700% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, con il mese di aprile a pesare in misura maggiore.
Ad incidere sull’aumento delle vendite, probabilmente, è stato anche il recente restyling del sito, che lo ha reso ancora più intuitivo e completo, con lo sviluppo di nuove sezioni e nuove politiche di prodotto e di vendita in abbinamento a prodotti regionali.
"Siamo costantemente alla ricerca di piccoli produttori che propongano vini di eccellenza, ma, per quanto comprendiamo le necessità e il desiderio di essere inseriti nel nostro portale da parte di chi ci scrive, dobbiamo valutare ogni singola bottiglia, verificando che risponda ad elevati standard qualitativi. – Ha commentato Luca Cotichini, marketing manager di Wineowine – Dall’inizio del 2020 abbiamo dato spazio nel nostro catalogo a oltre 50 piccoli produttori provenienti da tutta Italia, cercando di raccontare con passione il territorio del Belpaese e i suoi straordinari artigiani del vino a un pubblico affezionato, che acquista non solo per il piacere di bere, ma per il valore di ogni bottiglia, sostenendo i maestri del vino italiani ed imparando a conoscere le loro storie attraverso i loro stessi racconti".
Per essere inseriti nel catalogo di Wineowine, i vini vengono sottoposti al giudizio di esperti sommelier. Il loro produttori sono poi invitati a raccontare la loro storia e ciò che li ha spinti a divenire dei "piccoli produttori di grandi vini", attraverso approfondimenti tematici e un’intervista, pubblicate sul Blog Wineowine. In questo modo, gli utenti hanno accesso non solo ad una selezione esclusiva di vini, ma possono scoprire cosa c’è dietro la bottiglia che acquistano e appassionarsi alle storie di giovani, di famiglie o di amici che hanno deciso di immergersi nel mondo dell’enologia con passione, coraggio e determinazione. Un risultato che permette all’Italia di consolidare la sua leadership mondiale nel campo enologico.

lunedì 11 maggio 2020

Bottega S.p.A., cantina e distilleria di Bibano di Godega (TV), ha metabolizzato l’inevitabile calo del fatturato e la riduzione degli ordinativi da parte della clientela, sia in Italia che all’estero. In pochi mesi il mondo è cambiato e anche gli schemi per guardare al futuro e per orientare la ripresa sono inediti. È probabile che s’imponga uno stile di vita diverso, già in gestazione a seguito dei cambiamenti climatici, nell’ambito del quale il consumismo venga progressivamente sostituito dalla consapevolezza che non possiamo più vivere al di sopra delle nostre possibilità, ovvero della disponibilità di risorse che il pianeta può fornirci. Non sarà forse un cambio di passo immediato, ma un cambiamento progressivo che vedrà protagonisti dapprima i paesi più evoluti e poi a seguire tutti gli altri.

In questo contesto il valore della sostenibilità ambientale e sociale rappresenta per Bottega un’importante base di partenza. Per far fronte a questo momento difficile, anche per i propri fornitori, l’azienda ha deciso di fare uno sforzo particolare e di sostenere i contadini e i piccoli coltivatori della zona del Prosecco, impegnandosi ad acquistare le uve ad un prezzo equo, malgrado le difficoltà del mercato e della situazione economica generale. Supportare chi coltiva piccoli appezzamenti, e che in questo modo contribuisce alla manutenzione di un territorio unico, è un modo per restituire alla terra una parte di quanto il fenomeno Prosecco ha contribuito a creare. Valorizzare il Prosecco e la grappa prodotta con le sue stesse uve è sempre stata per l’azienda Bottega una missione primaria, soprattutto da quando nella denominazione sono stati eliminati i glifosati, esempio quasi unico in agricoltura.
Sandro Bottega, presidente di Bottega S.p.A. dichiara: "La ripresa per la nostra azienda e per le altre che lavorano nel settore, passa attraverso la consapevolezza che occorre cambiare il modello di business: troppo consumo di energia, troppi viaggi, troppa carne, troppo cibo, troppa plastica, troppo vino non buono e non sano. I danni all’ambiente e agli ecosistemi richiedono un approccio sostenibile ed etico, che i consumatori saranno sempre più attenti a rilevare prima di fare un acquisto, e noi saremo lì, baluardo di quello in cui abbiamo creduto in 50 anni di impresa e 4 secoli di storia".

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