mercoledì 23 settembre 2020

Contrasto. È la parola chiave che meglio descrive l’essenza della cucina thailandese: amaro, dolce, salato, aspro e piccante sono le cinque varianti del gusto che sempre dicono la loro in un piatto Thai, seppure dosati ogni volta in maniera differente.

Ma se veramente vogliamo intendercene della cucina della Thailandia, dobbiamo anzitutto mettere da parte l’idea di "piatto", perché, semplicemente, in questa tradizione, tale concetto non esiste: non è dato che i commensali assaporino ciascuno la propria pietanza, magari nel corso di più portate, bensì l’intero pasto è disposto al centro della tavola, e rigorosamente insieme lo si consuma. Ebbene, protagonista indiscusso di questo rito è il Pad Thai.
Già segnalato nel 2011 al cinquantesimo posto della speciale classifica "Most delicious foods" stilata dalla Cnn, il Pad Thai è un gustosissima miscela, “buona” per tutte le ore e per qualsiasi occasione.
Infatti, si presta alla grande sia come cibo da strada che come ingrediente da tavola al ristorante.
Potrebbe essere diversamente per una ricetta semplice nella sua composizione di base, tagliolini saltati in padella con uova e con tofu, ma aperta alle più svariate possibilità di personalizzazione?
Moltissime e tutte da leccarsi i baffi sono le varianti con cui questo piatto viene solitamente arricchito.
C’è chi, infatti, preferisce impiegare in aggiunta salsa di pesce e succo di tamarindo, e chi invece peperoncino, germogli di soia e gamberetti.
Quasi sempre, nel condimento, non mancano arachidi arrosto sbriciolate e coriandolo, e, perché no, una spruzzata aromatizzante di lime, ma la formula alternativa senza dubbio più curiosa è la ricetta vegetariana: via la salsa di pesce e i gamberi e tanta salsa di soia, a compensare l’assenza degli ingredienti animali.

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