venerdì 7 febbraio 2020

MILANO. Ritornano le trasferte golose del Mercatino Enogastronomico della Certosa che la seconda domenica di Settembre lascia la sua sede naturale in quel di Certosa di Pavia (Pv) per raggiungere Morimondo, in provincia di Milano, borgo Slow e bandiera arancione del circuito dei Borghi più belli d’Italia, sede di una delle abbazie romaniche lombarde più belle e suggestive.
Dalle 9 alle 19 i produttori del MEC daranno appuntamento con il loro ricco catalogo di sapori genuini: formaggi, miele, vini, salame di Varzi e altri della norcineria oltrepadana, pasta fresca, confetture, vino e distillati, olio, olive e taralli dalla Puglia, verdure sott’olio, canapa. E ancora le pluripremiate offelle di Parona, i formaggi del Canavese, il pane e i formaggi erborinati di Marco Bernini, panificatore alchimista di Pozzol Groppo (Al) che crea pani integrali semplici o con cereali (italiani) di segale, farro, grano del faraone.
Enogastronauti e turisti a breve raggio potranno non solo degustare tipicità ed eccellenze enogastronomiche ma anche lasciarsi andare alla meraviglia di un luogo bellissimo, carico di storia e spiritualità dove arte e cultura si fondono. Non solo cultura del gusto quindi: ogni domenica pomeriggio è possibile visitare con una guida l’intero complesso monastico: il chiostro, la sala capitolare, la sala dei fondatori e le sale di lavoro dei monaci, il loggiato, il refettorio, il dormitorio e la chiesa con il suo coro ligneo risalente alla prima metà del Cinquecento.
L'Abbazia di Morimondo fu fondata nel 1136 dai cistercensi provenienti dal monastero francese di Morimond, i quali, trapiantati in Lombardia, conservarono il nome della loro abbazia madre (da "mora", parola della bassa latinità = palude). La basilica, sorta in periodo successivo alla costruzione del monastero (dal 1182), è oggi il monumento di maggior importanza di Morimondo. Rispecchia il disegno delle chiese cistercensi voluto da S. Bernardo: grandiose e solenni in contrasto con l'austerità e la povertà della vita dei monaci, cui è attribuito il merito di aver intrapreso l'opera di bonifica e valorizzazione agricola del territorio. L'esterno in mattoni è in stile gotico francese con elementi romanico-lombardi. La facciata presenta un taglio a capanna; il portale è preceduto da un pronao (porticato posto davanti alla chiesa) aggiunto nel 1736. Un rosone centrale, bifore, aperture cieche e altre a cielo aperto definiscono la parte superiore, coronata da una fila di archetti che continuano sui fianchi. L'interno di forma basilicale, a 3 navate su pilastri con volte a crociera, con transetto e abside rettangolare. Opere: entrando a destra si nota una magnifica acquasantiera trecentesca con rosoni e teste fantastiche. Degno di nota il coro, commissionato dai monaci di Settimo Fiorentino, stabilitisi a Morimondo nel 1490, all'intagliatore abbiatense Francesco Giramo, che lo concluse nel 1522.

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