lunedì 9 agosto 2021

Per la ricorrenza più attesa dell’estate, Tenute Toscane propone due delle sue etichette, una dedicata gli amanti dei freschi vini bianchi estivi e una per i più irriducibili, che non rinunciano a un calice di rosso nemmeno il 15 di agosto, accomunati da due elementi imprescindibili: bellissima bevibilità e ottimo rapporto qualità prezzo.

Si parte quindi dalla cantina da cui tutto ha avuto inizio: Podere Torre Terza, possedimento storico della famiglia Baroncini, dove Bruna Baroncini muove i primi passi in vigneto e dà avvio alla sua carriera ormai quarantennale nel mondo della viticoltura. Qui si produce da generazioni Brunora, la Vernaccia di San Gimignano DOCG di Podere Torre Terza, un vino ideale da solo come aperitivo o in accompagnamento a crostacei e formaggi molli ma che si sposa bene anche con pesci e carni bianche come coniglio e pollo (prezzo in enoteca circa 18 euro).
Per gli amanti della classica grigliata di Ferragosto si passa poi alla proposta in rosso che arriva direttamente da Montalcino con Poggio il Castellare, che fa parte del gruppo Tenute Toscane dal 1998 e da allora proietta ambiziosamente la famiglia Baroncini nel mondo del Brunello. La proposta estiva punta tutto sulla versatilità di un blend di Sangiovese e Merlot equilibrato e di buona struttura, il Toscana Rosso IGT Passo dei Caprioli: servito fresco sarà perfetto accompagnamento di grigliate di carne, ma anche di piatti di pesce salsati come il caciucco, paste in rosso, anche ai frutti di mare, tagliate di tonno (prezzo in enoteca 14 euro circa).
Per il brindisi di Ferragosto, Tenute Toscane porta in tavola quindi genuinità e veracità, con due proposte che sono espressione di una vita, quella di Bruna Baroncini, vocata alla valorizzazione dell’enologia e della viticoltura toscana.

I vini

Vernaccia di San Gimignano DOCG Brunora di Podere Torre Terza

Blend di 90% Vernaccia e 10% Chardonnay, prodotto presso Podere Torre Terza a San Gimignano, alla presenza di suoli a prevalenza argillosa con calcare e scheletro. Le due uve vengono vendemmiate e lavorate separatamente in recipienti di acciaio inox, fermentazione svolta con blando controllo della temperatura e utilizzo di bentonite per stabilizzare il processo, successivamente rimane 3 mesi sulle fecce fini, sempre in acciaio, con batonnage non troppo frequenti. Poi si effettua il blend finale e si svolge un ulteriore affinamento in acciaio di 2-3 mesi, per avere il vino in bottiglia a marzo-aprile.
Di color giallo paglierino con riflessi dorati, al naso profuma di bergamotto e albicocca, con tocchi di timo cedrino e chiusura di eucalipto con classica nota ammandorlata. La bocca è croccante, di eccellente freschezza e salata, mentre il finale presenta sentori officinali-fruttati di bella persistenza e un piacevole ritorno della nota ammandorlata.

Toscana Rosso IGT Passo dei Caprioli di Poggio il Castellare

Un blend di Sangiovese e Merlot da vigneti esposti a sud-est, sottosuoli limosi-argillosi, allevamenti a cordone speronato, ad altezza di circa 350 metri slm, densità di circa 3800 piante/ha e resa media di circa 30 q.li/ha. Nasce da due microvinificazioni separate, entrambe in acciaio, con una piccola macerazione sulle bucce, di circa una settimana, esclusivamente per il Sangiovese. Successivamente il vino viene assemblato ed affina per 18 mesi in acciaio. L’insieme è sorprendente: un vino che rispecchia l’eccellente sapidità e speziatura del Sangiovese, a cui il Merlot dona la classica morbidezza. Piccoli frutti rossi al naso, melograno su tutti, poi un tocco di pepe verde, la bocca è densa, i tannini morbidi, il finale con ritorno officinale-speziato.

Tenute Toscane

Bruna Baroncini dice che "avere a che fare con il Sangiovese è come avere a che fare con un Uomo. Potrebbe anche essere Donna, perché no, ma io lo immagino Uomo. Nel Morellino è il ragazzino, impetuoso, un po’ acerbo, curioso. A Montepulciano è adolescente, è scalpitante come un cavallo selvaggio, ha davanti a sé tutte le possibilità del mondo. Nel Chianti è l’età adulta, è quando coniuga equilibrio e forza, morbidezza e persistenza. Nel Brunello è il Sangiovese alla sua piena maturità, insieme fragoroso e saldo, saggio e sicuro di sé, ancora con tutta la potenza degli anni migliori. E poi ha le potenzialità per una vita lunghissima".
Ecco perché per Bruna Baroncini, una vita nel mondo del vino, il Sangiovese è stato il compagno di viaggio ideale, del resto alla sua casata, già accreditata come produttrice di vino nel Liber Aetatum del 1489, archivio storico di San Gimignano, la bevanda cara a Dioniso scorre decisamente nelle vene. La carriera di Bruna inizia proprio nei possedimenti di famiglia, al Podere Torre Terza, dove la famiglia produceva Vernaccia ma sognava già il Chianti Classico, la tipologia che il padre di Bruna considerava il Paradiso Perduto. Una famiglia peculiare, quella di Bruna, dove storicamente sono le proprio le donne a curare le vigne. Come già, prima di lei, nonna Gina, e ancora mamma Ilva, e come (forse) sarà per la piccola Bianca Apollonia, figlia di Samuele, il nipote, che da qualche anno la affianca in azienda. Fatalmente, la prematura morte del padre, nel 1987, significa per Bruna rinunciare al sogno di diventare medico ma le fa scoprire la vocazione di una vita. Bruna sa che le parole di suo padre non erano predizioni arcane ma visioni nitide: proprio nel Sangiovese è deposto lo scrigno della saggezza che la sua famiglia va inseguendo da sempre. Nel 1995 acquisisce Il Faggeto, a Montepulciano, che rappresenta il primo territorio dove inizia a sperimentare con il vitigno principe di queste terre. Nel 1997 è la volta della Maremma, nella fattispecie Magliano in Toscana, con l’acquisto di Fattoria Querciarossa, dove la sfida di interpretare il Sangiovese in tutte le sue sfumature si impreziosisce ed acquista significato. Nel 1997 è la volta dell’approdo al main stage, l’ambizione massima, ovverosia il Brunello, con l’acquisizione di Tenuta Poggio Il Castellare. Nel 2003, poi, la famiglia Baroncini completa il suo parco di offerta sul Sangiovese, nel contempo realizzando le visioni del padre di Bruna, con l’acquisto di Tenuta Casuccio Tarletti, a Castelnuovo Berardenga, versante Chianti Classico.
Nobile, Morellino, Chianti, Brunello, quindi, in letture rispettose della varietà e punto di incontro tra equilibrio e tensione, ma anche Vernaccia, Vermentino e seminali interpretazioni di internazionali in declinazioni di pregio, che denotano spinta sapida e raffinata eleganza. Nessuna sgarbatezza consentita, come nel carattere di Bruna.
Vini che impressionano per l’equilibrio delle componenti e che non risultano mai appesantiti, eccessivi o eccessivamente meditativi. Di pronta beva, originali, dotati di complessità e tridimensionalità, segno distintivo di vocazione e passione lunghe una vita.

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