lunedì 21 dicembre 2020

(Horecanews)

Temi trattati assieme all’europarlamentare, Paolo De Castro, al direttore generale Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), Roberto Calugi, e al sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate.

Proprio L’Abbate è intervenuto sull’agenda legata alla norma sul sistema di certificazione, che porterà l’Italia ad avere un unico riconoscimento anche in etichetta. "Saremo i primi in Europa – ha detto - ad avere uno strumento di questo tipo, in grado di garantire la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Un modello, quello del vino, che sarà di esempio anche per altre filiere, come quella olivicola e dell’ortofrutta". Secondo Uiv, l’iter sulla certificazione concertato dal Mipaaf ha registrato di recente una forte accelerazione; già lunedì prossimo è prevista una revisione avanzata del testo mentre l’obiettivo è ora di avere la norma approvata entro la fine di gennaio. Con questa tempistica, l’adesione delle aziende è prevista già per il mese di marzo, in tempo per certificare la vendemmia 2021. In arrivo, secondo il sottosegretario L’Abbate, anche ulteriori 10 milioni di euro di fondi per lo stoccaggio dei vini: "Con grande probabilità la misura sarà approvata in Legge di Bilancio – ha concluso". Uiv richiede che il provvedimento riguardi anche i vini imbottigliati.
Al Consiglio nazionale di fine anno si è inoltre saldata la partnership con i pubblici esercizi. "Stiamo definendo - ha detto il segretario Generale Uiv, Paolo Castelletti – una forma di coordinamento con la Fipe; un percorso comune che sia in grado di pensare e proporre un ‘pacchetto ripartenza’ per il rilancio dei settori una volta conclusa la fase di emergenza sanitaria”. Per il dg Fipe Roberto Calugi, sono 60mila in Italia le imprese della ristorazione a rischio chiusura, falcidiate da un calo del volume d’affari di 36 miliardi (96 miliardi di euro il fatturato precedente) a cui si aggiungerà un’ulteriore perdita di 4 miliardi nel fine anno. Per Calugi: “Il balletto sulle chiusure di questi giorni rappresenta una totale mancanza di rispetto verso il settore, che ancora oggi non sa se e come organizzarsi per le prossime festività. Un comparto che mediamente acquista produzioni alimentari per 20 miliardi di euro l’anno e questo dimostra quanto sia uno sbocco strategico per il vino".
In materia di promozione, Unione italiana vini ha infine chiesto al ministero delle Politiche agricole una integrazione di fondi sulla misura Ocm, per effetto dell’incremento del contributo pubblico riservato alla campagna 2020-2021 (dal 50% al 60%), che comporta un maggior intervento sul plafond di circa 8 milioni di euro. "I progetti a valere sul bando nazionale hanno da sempre dimostrato di essere i più efficaci. Sarebbe sbagliato – ha concluso Castelletti – risolvere l’esigenza con tagli alla misura, vista la necessità delle imprese di investire in promozione per rilanciare l’immagine del vino italiano all’estero".

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